La senatrice M5S boccia l'ipotesi degli ultimi giorni: «L'obbligatorietà delle vaccinazioni - dice - non è percorribile». «Si crea allarmismo per dare false soluzioni»
«Non si può pensare che le
persone debbano essere vaccinate per poter andare a scuola». La
senatrice Paola Taverna boccia
così l’ipotesi avanzata negli ultimi giorni di rendere obbligatorie le vaccinazioni per chi si iscrive a
scuola (gli assessori alla Sanità hanno messo a punto una proposta di legge).
Intervistata al raduno Italia 5 Stelle di Imola la capogruppo del Movimento 5
Stelle a Palazzo Madama ha manifestato la sua contrarietà rispetto alla possibilità di vaccinare tutti i bambini
obbligatoriamente.
VACCINI, PAOLA
TAVERNA: «SI CREA ALLARMISMO PER DARE FALSE SOLUZIONI»
«L’obbligatorietà del
vaccino – ha detto – sappiamo non essere al momento percorribile per come la
vedono loro. Non si può pensare che le persone debbano essere vaccinate per
poter andare a scuola». E ancora, una corsa verso l’irresponsabilità, rincara
la dose: «Si crea
dell’allarmismo per dare delle false soluzioni. Noi vogliamo dare delle
soluzioni a dei problemi reali». E poi «I vaccini – ha affermato ancora
Taverna – sono in alcuni casi utili e in altri casi abbiamo scoperto che sono a
vantaggio delle case farmaceutiche e poco dei cittadini». E quali sarebbero
questi casi? Come è potuto eventualmente succedere? Che prove ha la Taverna di
tutto questo?
La senatrice M5S non ha risparmiato attacchi al
governo: «La
meraviglia è che ci sono tavoli di lavoro, professori e medici che non vengono
mai ascoltati. Non dimentichiamo che le ultime azioni da parte del ministero
della Sanità sono state quelle di togliere analisi cliniche. Mettiamo al centro
i medici e andiamo avanti condividendo con i cittadini: noi siamo portavoce
della società civile, ben venga qualunque informazione che ci arriverà dal
mondo scientifico per poter operare nella maniera corretta».
Alle parole di Paola Taverna si sono seguite
diverse reazioni critiche in rete. Su Twitter ha commentato anche qualche suo
collega, come il senatore Lucio Romano.
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