ITALIA, FRANCIA E GERMANIA chiedono modifiche alle norme di
accoglienza mentre nell’Est Europa scene da persecuzione nazista
Le carrette del mare. I Tir della morte. E adesso i treni
presi d’assalto e stipati come carri bestiame. Se ci si mettono pure i cechi a
marchiare con un numero a pennarello i migranti, l’evocazione dell’immagine
dell’Olocausto è inevitabile, in questo flusso che molti hanno già definito
biblico, questo fiume umano che attraversa i continenti e sfocia in Europa,
quando ci arriva, allo stremo delle forze. La cronaca racconta una notte
d’inferno a Calais, con almeno 150 migranti a prendere d’assalto i treni all'ingresso
nel tunnel sotto la Manica – grossi i disagi per i passeggeri blindati dentro -
e una giornata di tensione a Budapest, dove oltre 2.000 migranti restano
accampati davanti alla stazione centrale, dopo che è stato loro vietato di
salire sui convogli per Austria e Germania. Da Breclav, giunge notizia che la
polizia della Repubblica Ceca, armata di guanti e pennarelli, scrive numeri
identificativi sulle braccia di centinaia di migranti giunti in treno
dall'Ungheria e diretti in Germania.
S’ignorano le giustificazioni della
pratica, che ha suscitato un’immediata eco d’indignazione in tutto il Mondo,
perché ricorda quella dei campi di sterminio nazisti - lì, i numeri erano a
fuoco - è un segnale, non certo l’unico, che il “buio della mente” può tornare,
che l’Europa non è immune dai germi del passato se allenta l’ancoraggio dell’integrazione.
Il flusso è continuo, incessante: oltre 4.000 le persone arrivate al Pireo
dalle isole dello Ionio dov'erano approdate con mezzi di fortuna.
Ma la partita
dell’immigrazione, la cui scena principale s’è spostata dal Sud, dal
Mediterraneo, all'Europa centrale, si gioca pure al Brennero: su richiesta
della Germania, che ha ormai assunto decisamente la leadership europea su
questo fronte, l'Italia intende intensificare i controlli al valico di
frontiera, nel rispetto degli accordi di Schengen. Si riproduce la situazione
di Ventimiglia tra Italia e Francia, ma in un clima di collaborazione, invece
che di contrapposizione. E la Provincia di Bolzano accoglierà per qualche
giorno - come misura temporanea - un numero di profughi stimato ad alcune
centinaia, per permettere alla Baviera di organizzarsi per fronteggiare
l'emergenza. Sul piano diplomatico, dopo l’iniziativa congiunta
tedesco-franco-britannica, che ha innescato l’incontro straordinario del 14
settembre a Bruxelles fra i ministri dell’Interno dei 28, un altro trio, questa
volta Italia, Francia, Germania, produce un documento che sbozza nuove regole
sull'asilo e per una ripartizione dei rifugiati equa. L’annuncio del ministro
degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier trova poi conferma in un
comunicato della Farnesina. Del documento italo-francotedesco, già trasmesso a
Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la politica estera e di difesa
europea, e ai colleghi degli altri Paesi Ue, si parlerà domani e sabato in una
riunione a Lussemburgo. La Germania, dove entrano secondo la polizia cento
migranti l’ora, oltre 2.000 al giorno, asseconda il cambio d’atteggiamento indicato
dalla Cancelliera Merkel e si prepara a cambiare la Costituzione per rendere
più gestibile in tempi brevi l'emergenza migranti. “Dovremo adattarci al
cambiamento: scuola, polizia, edilizia, alimentazione, sistema sanitario,
tutto!”, dice il ministro dell'Interno Thomas De Maiziere, intervistato dal
settimanale Zeit. “Parlo anche di modifiche alla Costituzione - aggiunge -, da
fare molto rapidamente, nel giro di qualche settimana”. Stride con la svolta
tedesca, con la promessa di asilo a tutti i siriani sul territorio tedesco,
l’insensibilità britannica e, soprattutto, le chiusure dei Paesi dell’Est,
carri armati in Bulgaria, filo spinato in Ungheria, numeri a pennarello nella
Repubblica Ceca, l’esclusiva ai cristiani in Slovacchia. Pure l’Italia, che
tiene bordone alla Germania, ha le sue pecche: la Corte di giustizia europea la
bacchetta per il costo troppo alto dei permessi di soggiorno (tra gli 80 e i
200 euro), non conforme alle norme europee. A due giorni da una condanna a
Strasburgo, una a Lussemburgo: zoppichiamo nei principi e nella pratica.
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