CHI DENUNCERÀ corruzione o illeciti compiuti dai colleghi di
lavoro, sia nel pubblico sia nel privato, avrà una tutela ad hoc. Lo prevede la
proposta di legge approvata ieri dalla Camera per introdurre il cosiddetto whistleblowing.
Esulta il M5S che l’aveva proposto per primo. Ampliando la portata di norme in
parte contenute nella legge Severino, il testo che ora passa al Senato prevede
che il pubblico dipendente che, nell’interesse dell’integrità dell’amministrazione,
denunci all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) o alla magistratura
ordinaria e contabile condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in base al
proprio rapporto di lavoro non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto a
misure discriminatorie riconducibili alla segnalazione. Eventuali misure di
discriminazione saranno sanzionate dall’Anac con multe da 5 a 30 mila euro.
Perché la segnalazione dell’illecito sia valida, deve poi essere fatta in
"buona fede". L'identità del whistleblower non potrà essere rivelata
e a tale scopo si potrà ricorrere anche a strumenti di crittografia. Non
saranno però ammesse segnalazioni anonime. E in ogni caso è prevista una
clausola anti-calunnie con procedimento disciplinare ed eventuale
licenziamento.
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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO
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