Dopo le lacrime, ecco la politica. Ecco il nuovo leader,
Luigi Di Maio, che lo dice dritto: “Se gli iscritti mi voteranno sulla Rete
come candidato premier, sono pronto a prendermi questa responsabilità”. Al Tg1
delle 20, tre giorni dopo la morte di Gianroberto Casaleggio, la guida
politica, Di Maio si espone come mai si era esposto. Serve lo sfidante di
Renzi? Pronto. Certo, poi assicura che non cambierà nulla: ovvero che Beppe
Grillo “sarà il garante”, e che Casaleggio junior gestirà “i sistemi di
informazione e comunicazione ” (il blog di Grillo). Infine, “le decisioni
politiche si prenderanno in rete e nelle sedi istituzionali” (si voterà sul web
e nelle assemblee parlamentari). Chiosa: “Credo che le Politiche saranno nel
2017”. E lui già si scalda. I parlamentari invece si telefonano, discutono
sulle chat. In giornata Roberto Fico aveva precisato: “Non ci sarà nessuna
elezione on line a breve termine per il leader”. Vero. Ma la strada è quella,
Di Maio all’assalto di palazzo Chigi. E primus inter pares nel Direttorio.
Leader politico ufficioso ma evidente. Da qui alle prossime settimane però sarà
fondamentale il garante, Grillo: chiamato a fare da mastice nella prima,
delicatissima fase post-Casaleggio. Mercoledì i capigruppo Michele Dell’Orco e
Nunzia Catalfo incontreranno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
al Colle, per chiedergli di prendere posizione su Trivellopoli e sui “conflitti
d’interesse” nel governo. Il giorno dopo, il 21, il fondatore sarà a Roma, per
il suo spettacolo Grillo vs Grillo. Probabile che tenga un’iniziativa
elettorale assieme alla candidata al Campidoglio, Virginia Raggi, nel giorno
del Natale di Roma. Ma da qui a breve non sarà solo campagna da urne. Ci sono
nodi da sciogliere. Per esempio, sul blog.
Casaleggio era l’ideatore e il motore del portale di Grillo.
Suggeriva i temi dei post, smistava le proposte degli eletti. Il fidatissimo
Pietro Dettori, dipendente della Casaleggio associati, metteva tutto nero su
bianco. Ma la bollinatura era (quasi) sempre del guru. Ora l’azienda e il blog
passeranno a Davide Casaleggio, il primogenito. L’ultima parola sui post
dovrebbe dirla lui. Ma sui temi più pesanti potrebbe consultarsi con il
Direttorio. E non solo. Altro tema centrale sarà il riordino dei meet up, i
gruppi territoriali. Arriveranno nuove regole: divieto di meet up doppi nella
stessa città, foglio di via per gli iscritti che non partecipano a iniziative e
riunioni. Se ne occuperanno Roberto Fico e Alessandro Di Battista, adoperando
anche Rousseau, la piattaforma interna, dove i gruppi avranno un’area apposita.
Ma non sarà indolore. Ci sono decine di meet up in ebollizione da tempo, come
visto nelle Comunarie, con un tale caos da spingere i vertici a non presentare
liste in cinque città. Un nodo anche in prospettiva Politiche. Vicinissime,
secondo Di Maio. Se si votasse nel 2017, tra qualche mese bisognerebbe
stabilire chi ricandidare degli attuali parlamentari. E va deciso come. Però un
percorso pare delinearsi. Per confermare o meno i parlamentari, gli iscritti
voteranno sul web. Ed è probabile che vengano chiamati a esprimersi in base a
precisi parametri: l’attività svolta da ogni eletto e la sua lealtà alla linea,
in un gigantesco recall. Facile a dirsi, potenzialmente traumatico. Infine, il
sindaco di Parma, il “ribelle” Federico Pizzarotti, che invoca più democrazia
interna. Casaleggio l’avrebbe espulso già due anni fa, ma il Direttorio
tamponò. Di Maio ha più volte provato a ricucire, per poi mollare Pizzarotti a
novembre, quando si presentò in Senato per sollecitare fondi per il Festival
Verdi, assieme all’ex 5Stelle Mussini. L’anno prossimo a Parma si vota, e il
sindaco vuole ripresentarsi. Il M5s gli confermerà appoggio e simbolo? Quasi
impossibile. Ma non si sa mai,
Il F.Q. Sabato 16 Aprile
2016 – pag. 8
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