Si ripartirà nel segno di Rousseau, la piattaforma che è
l’ultimo sogno avverato del guru. E con una struttura più larga. Una segreteria
a 5Stelle, cucita sul Direttorio e su Luigi Di Maio, il candidato premier
naturale: ma con sotto-deleghe e poteri anche per altri parlamentari. In più,
arriveranno regole per riordinare i meet up, i gruppi sui territori. Perché i
giovani vertici sanno che serve più organizzazione per reggere senza
Gianroberto Casaleggio: il co-fondatore, la guida politica. E allora
arriveranno novità. Nel giro di settimane.
Da Rousseau alla periferia
Casaleggio l’aveva posto tra le sue ultime volontà: “Appena
muoio, Rousseau deve andare in rete”. Scomparso il suo creatore, sulla Rete ha
debuttato la piattaforma riservata agli iscritti del M5s, seppure in forma
embrionale. Ieri decine di parlamentari hanno rilanciato il post che la racconta,
con un hashtag che è slogan e terapia di gruppo: #ilsognocontinua. Perché
Rousseau, “il sistema operativo del M5s” è questo: un segnale di continuità, ma
pure di cambiamento. Casaleggio voleva un Movimento dove tutte le sue parti si
parlassero tramite il web. Nel quale i meet up e gli iscritti potessero interagire
con gli eletti e scambiarsi informazioni, suggerire idee, proporre leggi.
Dentro la piattaforma i gruppi locali avranno uno spazio apposito. Servirà per
dare loro voce, ma anche per controllarli. “Li metteremo a sistema” spiega una
fonte. Anche con nuove norme. Niente più meet up doppi in una singola città,
pronti a rivaleggiare sotto elezioni (come nelle ultime Comunarie). Per
restarvi bisognerà dimostrare costanza nella partecipazione, a riunioni e
iniziative. No ad arrivisti e infiltrati. Con una clausola importante: “I meet
up non sono il Movimento”. Regola ribadita da Grillo alla festa nazionale di
Imola, in ottobre. Come a dire che il M5s non è scalabile.
Gerarchie, nuovi ruoli e simbolo
A guidare i 5Stelle dopo la bufera sarà il Direttorio, con
in prima fila i tre big, Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico. Davide
Casaleggio, il primogenito del guru, gestirà il blog di Grillo e la parte web.
È un tecnico. Ha aiutato molto il padre, soprattutto nell’ultimo anno. Ma non
ha velleità di subentrare come erede. Conterà, perché il blog, il motore del
M5s, resterà nelle sue mani. Le redini politiche però le terrà il Direttorio
romano: che non verrà allargato. Ma alcune funzioni verranno distribuite, con
sotto-deleghe ad altri parlamentari. Anche qui, torna in gioco Rousseau: divisa
per settori, affidati a singoli parlamentari. “Le deleghe della piattaforma
potrebbero anche coincidere con le sotto-deleghe del Direttorio” raccontano. In
Rousseau la lex nazionale (la partecipazione alla scrittura delle leggi
proposte dai parlamentari) è affidata al deputato Manlio Di Stefano e alla senatrice
Nunzia Catalfo. E l’e-learning (lezioni sulle strutture in cui sono inseriti
gli eletti) spetterà al senatore Nicola Morra. Nomi che potrebbero riapparire nel
l’organigramma apicale. Come il deputato Alfonso Bonafede. Ma arriveranno altre
nomine. Verrà allargato il comitato d’Appello, a cui si possono rivolgere gli
espulsi. Ora è composto dalla deputata Roberta Lombardi, dal senatore Vito
Crimi e dal consigliere regionale siciliano Giancarlo Cancelleri. Diventerà a
cinque, con l’entrata forse di due senatori (si fa il nome di Carlo Martelli).
E poi c’è il simbolo, di proprietà di Grillo. “In futuro arriverò a cedere il
marchio” aveva ammesso al Corsera pochi giorni fa. Succederà a breve. Il logo
dovrebbe passare all’associazione M5s, di cui sono soci lo stesso Grillo, come
presidente, il nipote Enrico e un commercialista di Genova. Un passo imposto
anche dal disegno di legge sui partiti, che consente di correre alle elezioni
solo alle organizzazioni con personalità giuridica. Ma nell’associazione
potrebbero entrare anche i parlamentari, i big. A ribadire il passaggio di
consegne.
Beppe Grillo, il garante resta l’ex comico
E lui, e Grillo? Nelle prossime settimane sarà più presente,
tour teatrale permettendo. Sa di dover accompagnare il Direttorio nei primi
passi da solo, anche per contenere i mal di pancia (che ci sono). Sarà nei
comizi che contano per le Comunali: a Roma, a Torino, a Bologna. Ma non tornerà
il comandante. Rimarrà da garante. A guidare saranno i giovani. Sarà Luigi Di
Maio.
Il FQ 14 aprile 2016 – pag. 6
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