Commozione quando parla il figlio Francesco, dieci anni:
“Ciao papà, ci manchi molto, puoi tornare?”. Poi il brindisi al bar Magenta
insieme al Direttorio
Un interminabile applauso e una parola, scandita e urlata
tra le lacrime: “Onestà, onestà”. Gianroberto Casaleggio è stato salutato così,
per l’ultima volta, ieri a Milano. “Realizzeremo noi il tuo sogno”, promette
uno striscione bianco retto da militanti del Movimento. Un tempo, ai funerali
“politici” c’erano selve di pugni chiusi e di bandiere rosse. Qui, invece, applausi
e quell’urlo: “Onestà”. E fischi alla delegazione del Pd con il vicesegretario
Guerini. La Basilica di Santa Maria delle Grazie è piena, affollata
la piazza antistante. Beppe Grillo arriva con i parlamentari del Direttorio che
si stringono e si allacciano tra loro, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio,
Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia. Occhi lucidi, lacrime: “Raccogliamo
la sua eredità, ma staremo attenti ai falsi amici”, dice Grillo. La commozione
sale quando, al termine della messa, prendono la parola i suoi due figli.
Francesco è un piccoletto di 10 anni che toglie il respiro a tutti dicendo con
voce chiara: “Ciao papà. Ci manchi molto. Non puoi tornare? Anche la miciona ti
aspetta. Ciao”. Poi tocca a Davide, 40 anni. “Molti non lo conoscevano, era
riservato. Per me è stato un padre fantastico. Era determinato. Da bambino, mi
ha raccontato una zia, non faceva i capricci: si stendeva direttamente sui binari
del tram”. Poi racconta la storia del seminario aziendale e dei palloncini:
nessuno trova quello con il suo nome, se lo cerca in competizione con gli
altri. Tutti hanno il loro se ciascuno ne prende uno e lo consegna al
proprietario. “Siamo tutti alla ricerca frenetica della felicità”, conclude
Davide. “Ma la troviamo solo quando la diamo agli altri. Mio padre non ha
tenuto per sé i palloncini, ma li ha sempre donati agli altri con il sogno di
cambiare questo Paese. Chi condivideva il suo sogno lo persegua senza mollare
mai. Come ha fatto lui, fino alla fine”. All’uscita dalla basilica, ancora
applausi. Tra la folla c’è Dario Fo. Poco distante, Umberto Bossi: “Ho sempre
sentito affinità tra i 5 stelle e la Lega”. Poi molti del Movimento si sono
spostati, insieme a Davide, allo storico bar Magenta. Birre e panini, come
nelle feste funebri americane. Di Maio e Di Battista, Fico e Ruocco, Vito Crimi
e Rocco Casalino, il candidato sindaco di Napoli Matteo Brambilla e quella di
Roma Virginia Raggi. E tanti altri. “Andremo avanti, non molleremo, come ha
fatto Gianroberto. È incredibile: siamo abituati a vedere le nostre parole
distorte, ma in questi giorni non abbiamo parlato ed ecco che sui giornali
abbiamo visto dichiarazioni proprio inventate. Senza alcun rispetto: il giorno
della morte di Gianroberto ci siamo trovati tra noi attoniti per la notizia,
come si fa in una famiglia quando arriva una notizia tremenda; hanno scritto
che ci eravamo subito riuniti per prendere decisioni politiche, che ci eravamo
divisi sulle strategie da seguire. Com’è possibile essere così cinici?”.
Il F.Q. del 15 aprile 2016 – pag. 6
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