Marco Carrai e Matteo Renzi |
Un incarico da circa 70 mila euro per la cyber-security (con
conflitto d'interessi)
Una consulenza per Marco Carrai firmata dal Dipartimento
informazioni per la sicurezza (Dis). È di questo che si discute da giorni, tra
la presidenza del Consiglio e il vertice del Dipartimento, per sistemare la
partita che vede Renzi spingere, ormai da mesi, per affidare al suo amico un
incarico nei servizi segreti italiani. La firma del direttore del Dis,
Gianpiero Massolo, secondo i programmi, dovrebbe arrivare la prossima settimana
per un incarico da circa 70 mila euro. E in queste ore il Dis, di concerto con
Palazzo Chigi, sta studiando che tipo di consulenza affidare a Carrai,
stabilendo se secretarla oppure no.
Tramontata l’idea di piazzare Carrai alla guida della
cyber-security italiana, il 3 aprile, intervistato da Lucia Annunziata nella
trasmissione In mezz’ora, Renzi aveva annunciato: “Carrai lavorerà con me a
Palazzo Chigi, non ci vedo nulla di male, e il progetto della cyber-security andrà
avanti ugualmente”. Evidentemente Renzi aveva in mente proprio il Dis, che
dipende dalla Presidenza del Consiglio. Oggetto dell’incarico, ancora una
volta, la cyber-security così cara all’amico del premier. Consulenza che gli
viene affidata anche in virtù dei suoi ottimi rapporti con Israele, con la
quale potrà collaborare ai futuri progetti di sicurezza informatica Il Fatto
Quotidiano, con un ’inchiesta pubblicata poche settimane fa, ha rivelato un’intricata
matassa societaria che vede al centro Carrai e altri importanti uomini legati
al premier, come il finanziere londinese Davide Serra, o il leopoldino Fabrizio
Landi, poi nominato nel cda di Finmeccanica. E un progetto, quello appunto
della cyber-security, che nasce già nell’estate 2012 quando Renzi scende in
campo per la prima volta, candidandosi alle primarie del Pd, che lo vedranno
soccombere a Bersani. In quell’estate Carrai vola in Lussemburgo per creare la
Wadi Ventures management capital sarl, con il lobbista israeliano Jonathan
Pacifici e Marco Bernabé. Poi in Italia crea la Cambridge management consulting
labs, società che si occupa di consulenza per le aziende, mentre nelle società
lussemburghesi iniziano gli aumenti di capitale, grazie agli ingressi di Serra
e Leonardo Bellodi, già responsabile delle relazioni istituzionali di Eni, poi
di Landi e Michele Pizzarotti, patron del quarto gruppo di costruzioni
italiano, infine Reuven Ulmansky, veterano della unità 8200 dell’esercito
israeliano, equivalente alla Nsa americana. Ecco, dopo l’inchiesta del Fatto, e
i conseguenti malumori del Quirinale, Renzi abbandonò l’idea di affidare a
Carrai l’intero comparto della cyber-securiry. In queste ore torna alla carica,
con una consulenza firmata dal Dis, ma il problema resta identico: sarebbe il
caso che Carrai, prima di essere nominato, lasci tutte le società e faccia
chiarezza sui suoi rapporti privati.
D’altronde, è lo stesso Carrai ai vertici elle fondazioni
che hanno finanziato, attraverso la ricerca di fondi, l’ascesa politica di
Renzi. Ed è lo stesso Carrai che, a Firenze, metteva un appartamento a
disposizione dell’ex sindaco e presidente di Provincia. Lo stesso Carrai poi
nominato alla guida degli aeroporti toscani. E nel 2014, proprio nell’anno in
cui Renzi diventa premier, fonda la CYS4, la cyber-security company, con tre
sedi in Italia e una a Tel Aviv. Anche da consulente del Dis, insomma, Carrai
si troverebbe in conflitto di interessi. Ma questo non sembra scoraggiare né
lui, né Renzi, che aspetta nella prossima settimana di poter finalmente vedere
l’ingresso del suo fidato amico all’interno dei servizi segreti. Se non è
potuto entrare platealmente dall’ingresso principale, con la guida di un’intera
agenzia, che possa farlo da un ingresso secondario, con una semplice
consulenza.
Il F.Q. del 22/04/2016 – pag. 6
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