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venerdì 24 luglio 2015

Condizionatori - NO non c'è una nuova tassa

Nelle ultime ore su diversi giornali italiani e sui maggiori social, hanno fatto circolare la notizia che il governo italiano ha introdotto una nuova "tassa sui condizionatori". Un provvedimento che secondo le testate giornalistiche sarebbe stato “emanato dal governo #Renzi alla fine di giugno di quest'anno”. La spesa per gli sfortunati possessori di condizionatori sarebbe di “200 euro, che salgono a 300 se i condizionatori in casa sono più di uno”.

La notizia peraltro è stata ripresa anche da alcuni tg nazionali, oltre ad essere colta al volo dall'onnipresente leader leghista Matteo Salvini che twitta: "Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la "tassa sui condizionatori": 200 euro in più a famiglia. Ovviamente la Lega si opporrà!".

Si tratta però di una mezza bufala: non c'è nessuna “tassa sul condizionatore”, tanto meno imposta dal Governo Renzi. Vediamo di fare chiarezza.

La parziale verità sulla leggenda della “tassa” è che da giugno, ma da giugno 2014, in seguito al decreto 10 febbraio 2014 (vedi link in basso) anche i condizionatori devono dotarsi di un libretto d'impianto come quello delle caldaie. Si tratta di un'estensione di quanto previsto dal DL 192/2005 (Governo Berlusconi II) che aveva istituto il “libretto d’impianto” per le caldaie, un obbligo che, sia per le caldaie che per condizionatori, deriva dal recepimento di normative europee, la 2002/91/CE e la 2010/31/UE.


Dove sta la “tassa” di cui si parla? Innanzitutto tranquillizziamo il lettore sul fatto che chi ha un condizionatore di potenza inferiore ai 12 kW non deve pagare nulla. La potenza si calcola sul motore, ossia sull'unità esterna, che può servire più split, le unità interne, e 12 KW (40.955 Btu) sono una taglia che difficilmente si trova in una casa.

Faccio un esempio: in casa mia ho un DAIKIN Mod. ARXN35LV1B, inverter, 12000BTU (classe di efficienza energetica A sia in modalità riscaldamento che di raffreddamento) e la sua potenza nominale è di 3.32 Kw.


I 200-300 euro di cui parla Libero dovrebbero essere (immagino) la cifra che un tecnico abilitato può chiedere per i controlli obbligatori sull'efficienza. Questi vanno effettuati periodicamente - ogni 4 anni salvo diverse disposizioni regionali - e riportati sul libretto, mentre questo viene compilato per la prima volta dall'installatore; se l'installazione è avvenuta prima dell'entrata in vigore (1 giugno 2014) può essere scaricato da internet dal sito del MiSE e compilato anche dall'utente con i dati dell'apparecchio, dunque non comporta nessuna spesa.

In alcune regioni, tra cui la Lombardia, solo gli impianti di raffreddamento di potenza superiore ai 12 kW devono avere il libretto, mentre per quel che riguarda il “bollino”, ossia il controllo periodico sull'efficienza energetica, gli impianti sotto quella soglia sono esonerati in tutta Italia.

Dunque un'eventuale “batosta”, come quella paventata in questi ultimi giorni, riguarderebbe solo chi ha un impianto di raffrescamento decisamente potente (pari o sopra i 12 kW) da bollinare: anche in quel caso però la cifra di 200-300 euro sembra eccessiva, infatti la certificazione del condizionatore può essere fatta anche dallo stesso tecnico abilitato che certifica la caldaia, anche se condizionatore e caldaia sono di marche diverse; e 200 euro mi sembra una richiesta decisamente eccessiva, verosimilmente si spenderà molto meno.

Insomma, non si tratta di una tassa, ma solo controlli obbligatori su impianti piuttosto grandi, che difficilmente stanno nelle case. Pare proprio che Libero e gli altri abbiano trattato il tema in modo troppo superficiale, tanto che in seguito al polverone alzato anche il MiSE interviene a chiarire la situazione. In una nota con oggetto "Nessuna tassa sui condizionatori delle abitazioni", intervenendo "in merito a notizie pubblicate su organi di stampa", il Ministero dello Sviluppo Economico precisa che "la maggior parte dei condizionatori non ha l’obbligo del libretto di impianto e manutenzione in quanto non supera la potenza di 12 kW".

Il Dicastero comunica altresì "che l'Italia ha introdotto, al fine di adeguarsi alle direttive europee, prescrizioni per il miglioramento dell'efficienza energetica nel condizionamento per tutelare l'ecosistema e favorire risparmio economico e competitività. Quanto a impianti di maggior potenza installati presso gli esercizi commerciali, occorre evidenziare che a fronte della spesa per la corretta manutenzione, vi sono importanti vantaggi. Infatti, oltre a garantire la sicurezza, la riduzione dei consumi per il miglioramento dell'efficienza comporta una riduzione della spesa per la bolletta energetica."

DECRETO 10 febbraio 2014
Modelli di “libretto di impianto per la climatizzazione” e di “rapporto di efficienza energetica”

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