Segnalazione urgente: la casa editrice Simone, nella linea
Simone per la scuola, ha pubblicato un compendio che spiega ai ragazzi come
sarà la Costituzione riformata, quella post referendaria. Così, come se la cosa
fosse già fatta, senza tener conto del referendum di ottobre e di quale sarà il
suo esito. L’allarme sui social network è circolato rapidamente: si parlava di
una diffusione gratuita, di una distribuzione propagandistica per il Sì, di una
lettura forzata negli istituti. Esagerazioni, certo. Nelle scuole ancora non
c'è traccia di questo volume dal titolo La nuova Costituzione spiegata ai
ragazzi e nessuno sta costringendo nessuno a comprarlo. Però, sul web è in
vendita. Ed è già nelle mani dei rappresentanti di libri che in questi giorni
vanno di scuola in scuola per convincere i docenti ad adottare, per il prossimo
anno scolastico, i libri che promuovono. Il volume ha 162 pagine, è un
susseguirsi di analisi e commenti degli articoli della Costituzione italiana.
Fino allo scorso anno il titolo del libro era La Costituzione spiegata ai
ragazzi, prima ancora c'era La Costituzione esplicata. Quest'anno è stata
aggiunta la parola “nuova” perché la seconda parte della Carta viene commentata
alla luce della riforma costituzionale, assumendone quindi l'entrata in vigore
e dimenticandosi del referendum di ottobre che potrebbe avere anche esito
negativo. Tanto che riquadri aggiuntivi, in cima, riportano la frase “Come
sarà”.
L’ALLARME può essere giustificato: “La novità della presente
edizione –si legge nella presentazione e su ogni sito che lo vende – è una
prima introduzione, con opportuni box in calce ai singoli articoli, al testo
della revisione della Parte II della Costituzione”. Il superamento del
bicameralismo perfetto con la trasformazione del Senato in un’assemblea di
rappresentanti delle istituzioni territoriali, la nuova disciplina per il
Titolo V con la cancellazione delle province, la ridefinizione delle competenze
delle Regioni: c'è tutto. “Il testo – si legge – costituisce un valido
strumento didattico e favorisce un primo approccio con la ‘rivoluzione’ che
l’anno prossimo probabilmente investirà il nostro ordinamento costituzionale”.
Rivoluzione. Al telefono risponde Federico Del Giudice, 70 anni, autore del
volume e docente universitario in pensione che ha insegnato diritto pubblico comparato
all'Università Orientale di Napoli. Dimentica di dire che è anche il socio di
maggioranza – con il 93 per cento delle azioni – della casa editrice napoletana
(gli altri quattro soci sono tutti suoi parenti) famosa per i manuali
giuridici-economici e per i compendi per l'università e la preparazione a
concorsi di ogni tipo. “C'è scritto la nuova Costituzione? – dice sorpreso –.
Spero proprio che non ci sia il mio nome su una cosa del genere”. Verificato
che invece il suo nome c’è, chiede di aspettare. “Cerco di capire quale testa
deve cadere”, poi riaggancia. Richiamerà nel pomeriggio per spiegare il
malinteso: “È stato causato dal redattore della sezione scolastica. Sa, le
esigenze di marketing portano a mettere titoli che possano invogliare i docenti
a decidere di adottare il volume. La parola nuovo attrae sempre. E qui hanno
pensato di farlo così”. Poi si dissocia. Dice che non ne sapeva nulla, che è
stata un’iniziativa del settore che si occupa della scolastica. “Sicura - mente
la titolazione è impropria e fuorviante: ne faccio ammenda – dice, difendendo
però l’autonomia della scelta –. Il volumetto non ha, per motivi didattici e adozionali,
alcuna pretesa critica sui contenuti della riforma, ma si limita a illustrare i
valori dell’attuale Costituzione e quello che potrebbe succedere se la riforma
fosse approvata”. Poi, però, si infiamma, si definisce un “an - ti-sistema”, i
suoi discorsi sono tutti in difesa della Carta e della democrazia. Ripete
spesso le parole “premier, amici del premier, distruzione della Costituzione,
parla dell'importanza della democrazia popolare”. Dice che sarebbe bastato
sfogliare i suoi numerosi scritti per comprendere la sua posizione come
costituzionalista e strenuo difensore dei valori della Repubblica: “Mi sono più
volte espresso in maniera critica verso una riforma che penalizza fortemente la
centralità del Parlamento, avviando quella che con un neologismo è definita una
dittatura della maggioranza”.
BISOGNERÀ vedere se questa spiegazione placherà le critiche:
“Sarebbe bastato aggiungere delle note a margine, come stanno già facendo molti
libri di testo - spiega al Fatto Marina Fassina, che insegna diritto nelle
scuole superiori - e magari non scegliere quel titolo”. I professori sanno che l’intenzione
era battere sul tempo gli altri editori. “La casa editrice è intervenuta a
gamba tesa nel bel mezzo della campagna referendaria, dando per scontata la
vittoria del Sì – scrive Caterina Abbate –. Mi auguro che i docenti non cadano
nella trappola e non adottino il testo. E, soprattutto, mi auguro la vittoria
del No. Così il libro della Simone andrà al macero”. A noi, intanto, del
Giudice lo ha promesso: lo ritirerà oggi stesso. Vedremo.
Il F.Q. del 10 maggio 2016 – pag. 4
Il professor del giudice non si e' mai schierato per il si' anzi.
RispondiEliminatutte le sue pubblicazioni erano decisamente orientate per il no e le stesse hanno sicuramente contribuito alla mancata nascita di una forma di stato "premierale" in cui il premier controllando il parlamento attraverso le liste bloccate, e giovandosi della cancellazione del diritto di voto per la scelta dei senatori, metteva nelle mani del governo, per tutta la durata della legistlatore, le sorti politche del paese,senza nessuna possiiblita' di dialettia politica.
putroppo il fatto quotiano piu' volte sollecitato dall'autore non ha proveduto a nessuna chiarificazione e smentita in nome della verità.
https://www.simone.it/catalogo/v612.htm
https://www.simone.it/catalogo/v611.htm
https://www.simone.it/catalogo/v610.htm