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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

giovedì 23 luglio 2015

Unioni civili: Mef, costi 3,5 milioni nel 2016, 6 mln nel 2017

Gli oneri delle unioni civili per le finanze pubbliche sono di "3,5 milioni in 2016 e 6,0 milioni in 2017". E' quanto scrive con un tweet il ministero dell'Economia e delle Finanze. "Il MEF smentisce chi nelle settimane passate aveva vaticinato spesa di 40 miliardi per le unioni civili al solo fine di impantanare la discussione. Il PD non cede a ricatti e allarmismi e va avanti", dichiara Micaela Campana responsabile diritti del PD. Unioni civili: relazione Governo non arriva, stop esame ddl - L'accelerazione annunciata le scorse settimane dal partito democratico sulle Unione civili sembra naufragata in attesa di un documento del Governo. Infatti non è ancora arrivata in Senato la relazione tecnica del ministero dell'Economia al ddl per verificare la copertura finanziaria. Dunque ancora un giorno di stop ai lavori della commissione Giustizia che rimane bloccata in attesa del parere della Commissione Bilancio vincolata al parere dell'esecutivo. L'Aula del Senato esaminerà il ddl Unioni Civili "l'ultima settimana di lavoro" prima della pausa estiva "ove concluso l'esame in commissione". Lo ha deciso la Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama. "Ho anche chiesto a Grasso di sollecitare la commissione Giustizia a votare presto gli emendamenti", aggiunge il capogruppo Pd Luigi Zanda. "Abbiamo chiesto con forza - aggiunge Zanda - che il testo sulle Unioni Civili venga inserito dal 3 al 7 agosto nel calendario dell'aula e la Conferenza dei capigruppo ha accolto la nostra richiesta". "In più abbiamo chiesto a Grasso di sollecitare la commissione Giustizia affinché si votino gli emendamenti perché un testo così importante merita di arrivare in Aula con il mandato al relatore anche perché il relatore è un esponente del Pd, Monica Cirinnà, particolarmente qualificato" "Sulle unioni civili il tempo e' scaduto. Il Parlamento non può tralasciare" questo tema "o metterlo in secondo piano". Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini. "I diritti non possono essere oggetto di mercantilizzazione e vanno portati fino in fondo e non possono essere rispettati a meta'", ha aggiunto rispondendo a una domanda sulla reversibilità della pensione e l'adottabilità dei figli nell'ambito delle unioni civili. E "anche se hanno dei costi vanno portati fino in fondo". "Abbiamo presentato un programma molto preciso sui tempi: dopo le riforme costituzionali a settembre il ddl sarà approvato al Senato prima di entrare nella sessione di Bilancio per il voto finale alla Camera entro fine anno senza modifiche. Recupereremo il tempo perso da altri", aveva spiegato ieri il ministro Boschi dopo la sentenza di Strasburgo. "La proposta del Pd accolta dalla conferenza dei capigruppo di inserire all'ordine del giorno dell'Aula il ddl Cirinnà, ove conclusi i lavori in commissione, è una provocazione politica e uno schiaffo alle centinaia e migliaia di famiglie che hanno dato vita alla manifestazione del 20 giugno scorso". Così il senatore Carlo Amedeo Giovanardi (Ncd-Ap). "Non soltanto infatti - aggiunge il parlamentare - il Governo non ha presentato in commissione Bilancio la relazione tecnica sui costi della reversibilità e gli oneri per i datori di lavoro, ma la commissione Giustizia non si è ancora posta il problema delle indispensabili coperture e non ha ancora iniziato a discutere neppure uno dei circa 1.500 emendamenti che sono stati presentati da vari gruppi parlamentari, compresi quelli del Pd impegnati in una mediazione interna". Secondo Giovanardi "Si tratta chiaramente di una forzatura nel momento in cui l'opinione pubblica si sta rendendo conto che il vero obiettivo delle associazioni Gay e di questo ddl non sono né i diritti fondamentali né le eventuali discriminazioni, ma l'adozione dei bambini e la pratica dell'utero in affitto attraverso la previsione della cosiddetta stepchild adoption" San Marino riconoscerà coppie di fatto - San Marino riconoscerà le coppie di fatto, concedendo al partner straniero il permesso di soggiorno, ma solo in caso di "mutuo aiuto e fini solidaristici". E' una delle novità della legge, approvata questa mattina con 25 voti favorevoli, 6 astenuti e 4 contrari dal parlamento sammarinese, su residenze e permessi di soggiorno che va modificare la vecchia normativa del 2010. L'articolo 20 recita che San Marino concederà il permesso di soggiorno per convivenza a favore dello straniero per convivenza more uxorio, coabitazioni ai fini di aiuto reciproco, al genitore pensionato straniero, proprio o del coniuge, non più autosufficiente. Di fatto, nei tre casi rientra il riconoscimento, sia pure indiretto, delle unioni civili e coppie gay. In generale la legge sulle residenze prevede un permesso più lungo per motivi di lavoro, mentre introduce la possibilità di concedere la residenza a stranieri per meriti culturali, scientifici e artistici riconosciuti a livello internazionale. Previsti all'articolo 14 permessi di soggiorno straordinari per motivi umanitari di protezione sociale. Il permesso di soggiorno è previsto per le vittime di violenze e delle tratte così come definiti in ambito internazionale ed è un permesso provvisorio rinnovabile anno per anno. Corte Strasburgo condanna Italia, riconosca unioni gay - All'Italia arriva l'ennesimo, potente scossone sui diritti civili: la Corte europea dei diritti umani ha condannato il nostro Paese per la violazione dei diritti delle coppie omosessuali, sanzionandolo a risarcire tre coppie per danni morali e chiedendo che finalmente venga introdotto il riconoscimento legale per le unioni di persone dello stesso sesso. Il 'fulmine' arriva nello stesso giorno in cui in Parlamento langue la discussione sul ddl Cirinnà e a pochi giorni dall'annuncio del premier Matteo Renzi che ha posto il 2015 come limite per l'approvazione di una legge sulle unioni civili. A fare ricorso alla Corte di Strasburgo sono state tre coppie di omosessuali, che vivono insieme da anni rispettivamente a Trento, Milano e Lissone (Milano); capofila è la coppia composta da Enrico Oliari, presidente dell'associazione di omosessuali di centrodestra Gaylib, e dal suo compagno. Tutte e tre hanno chiesto ai loro Comuni di fare le pubblicazioni per potersi sposare ma si sono viste opporre un rifiuto. Da qui è cominciata la lunga strada dei ricorsi alla magistratura e alla Consulta, fino alla Corte di Strasburgo, che ha condannato l'Italia - che dovrà versare a ognuno di loro 5 mila euro - perché ha violato il diritto al rispetto della loro vita privata e familiare e chiede al nostro Paese di riconoscere le coppie omosessuali perché considera che "la protezione legale disponibile attualmente a coppie dello stesso sesso non solo non garantisce i bisogni fondamentali per una coppia che sia in una relazione stabile, ma non dà neanche sufficienti certezze". "Questa sentenza è l'ennesima dimostrazione che ci sono solo cattivi motivi per mantenere milioni di persone in uno stato di necessità inutile e ingiustificabile. Speriamo che i politici italiani vogliano procedere verso una legge che chiarisca l'uguaglianza di tutti i cittadini" hanno dichiarato subito Gian Mario Felicetti e Riccardo Z.. Lo stesso Oliari sottolinea come la sentenza sia arrivata "al momento giusto, proprio ora che se ne discute in Senato". Vanno oltre Roberto Zaccheo e Riccardo Perilli Cippo, la terza coppia: "Ci fermeremo solo quando potremo unirci in matrimonio come tutte le coppie eterosessuali". Renzi vuole ok entro anno con voto bipartisan - Andare oltre la maggioranza di governo per superare l'ostruzionismo dei centristi ed approvare una legge che, sotto il profilo delle unioni civili, gay o etero, riporti l'Italia in Europa. E' la strategia che il premier Matteo Renzi ha messo in campo nelle ultime settimane e che la sentenza di Strasburgo avvalora per approvare entro l'anno una riforma che da anni, invano, l'Italia insegue. L'input ad accelerare sul ddl Cirinnà per tentare un'approvazione prima dell'estate, almeno al Senato, era arrivato nelle settimane scorse. Ma il rischio ingorgo sui provvedimenti a Palazzo Madama e la richiesta da parte di Ncd di un parere del Mef sull'impatto della reversibilità delle pensioni sui conti pubblici hanno costretto ad un nuovo rinvio. L'ultimo, però, nelle intenzioni di Renzi. "Abbiamo deciso - assicura il ministro Maria Elena Boschi - un programma serrato sui tempi della legge: a settembre, dopo le riforme costituzionali al Senato, per l'ok finale alla Camera, senza modifiche, entro l'anno. Recupereremo il ritardo di altri". La strategia per evitare il corto circuito dentro la maggioranza è parlamentarizzare la riforma, ovvero aprirla ad un voto di coscienza che vada al di là degli schieramenti. A favore di un testo che riconosca i diritti civili alle coppie omosessuali ci sono infatti Sel, M5S e anche una larga fetta di Forza Italia. Numeri consistenti che consentirebbero ad Angelino Alfano di lasciare libertà di coscienza ai suoi e al tempo stesso di garantire l'approvazione della legge anche al Senato dove i numeri della maggioranza sono risicati. Per questo anche il low profile comunicativo aiuta ad evitare levate di scudi e prese di posizione che inasprirebbero le tensioni tra alleati. L'altro escamotage per evitare che la riforma, passando dal Senato alla Camera, diventi come la tela di Arianna e venga di nuovo modificata con emendamenti è la decisione di far lavorare insieme i gruppi di Senato e Camera. "La discussione - sostiene Renzi - può essere fatta insieme in modo che a Montecitorio la lettura sia confermativa e si possa definitivamente approvare entro l'anno la legge sulle unioni civili". Ma le buone intenzioni non sciolgono nodi che, dai tempi dei Dico di prodiana memoria, hanno impedito una legge che equipari i diritti di tutte le coppie. Ma il sottosegretario Ivan Scalfarotto, che aveva cominciato uno sciopero della fame, questa volta ci crede e sabato scorso, dopo la rassicurazione del leader Pd, ha interrotto il digiuno.

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