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venerdì 4 settembre 2015

E' solo tutta colpa nostra

di Fabio Angeletti

Qualche giorno fa, in un blog aperto nel sito del Movimento 5 Stelle avente il titolo “Solidarietà ai migranti” ho avuto modo di esprimere un mio personale pensiero su come, in un prossimo governo a 5 stelle, si potrebbe far fronte al problema dell’immigrazione. Avendo inquadrato come cause dell’immigrazione la povertà, la miseria e la guerra, scrissi che secondo me sarebbe stato meglio smetterla di vendere armi ai paesi del terzo mondo e di portare invece investimenti come scuole, ospedali, vie di comunicazione, energia elettrica, sistema idrico e fognario ecc.. trasformandone così la popolazione in termini di cultura, ricchezza e salute.

Tra i componenti del forum, Claudio Mondini (che ringrazio pubblicamente su questa pagina), mi ha fatto notare che tra le cause dell’immigrazione che ho accennato sopra c’è anche il disastro ecologico. In particolare quello presente nel Golfo del Niger. Gli chiesi gentilmente di fornirmi la documentazione di tale causa. Mi fu presto fornita tutta la documentazione al riguardo e, quello che ho trovato nella sua disamina, è alquanto allarmante e sconcertante.
Ebbene, l’origine di questo grande flusso di immigranti è solo colpa dei Paesi industrializzati, Italia compresa. Questi esseri umani fuggono dai propri paesi anche per colpa delle grosse multinazionali petrolifere che influenzano corrompendo i governi locali facendosi autorizzare a smembrare i loro territori.
Corruzione e violenza regnano a discapito degli abitanti di quelle terre.
La Nigeria fornisce alle multinazionali circa 2,4 milioni di barili di petrolio al giorno. Questo viene raffinato in altri Paesi, soprattutto in Europa, per poi essere rivenduto al Niger.
I colossi del petrolio si avvalgono di manodopera non nigeriana, non indigena, determinando una disoccupazione, nella sola regione del Delta, che oscilla tra il 75% e il 95%, mentre l’aspettativa di vita non supera i 40 anni.
Cosa significano questi dati:
-    la percentuale di disoccupazione indica chiaramente che le multinazionali presenti sul territorio non si avvalgono della manodopera del posto quindi non distribuiscono ricchezza, potere d’acquisto agli abitanti dei territori;
-    la mancanza di denaro, di ospedali, di medicine, di un’adeguata rete elettrica, idrica e fognaria, la mancanza totale di igiene e profilassi sia nei villaggi che in città, fanno il resto.

A quanto sopra esposto si aggiunge il totale inquinamento delle falde acquifere che non permette ai contadini di coltivarsi la terra in quanto questa è contaminata, e  le continue ed inarrestabili fuoriuscite di greggio dalle PIPE LINE (più di 6.800 registrate tra il 1976 e il 2001).

Per la scarsa se non totale assenza di manutenzione, l’inquinamento di fiumi e laghi hanno ucciso l’unica fonte di sostentamento: il pesce. Quando fu chiesto alle compagnie di riparare i danni creati dalle fuoriuscite, di bonificare i terreni, loro risposero che trattandosi di sabotaggi non intendevano risarcire nessuno. Una scusa alquanto grottesca se si pensi ai danni che queste fuoriuscite provocano sulla salute di chi vive in quei posti.
Ad Akala Olu invece gli abitanti convivono con questo paesaggio infernale. Sotto accusa, la pratica del gas flaring, cioè l’uso di bruciare i gas che si trovano nello strato più alto del giacimento di petrolio. Migliaia di fuochi alimentati da una fortissima pressione interna surriscaldano l’aria già torrida del Delta. Una parte di gas non brucia, si spande nell'aria, viene inalato, entra nei polmoni. Il rumore e il calore non fanno dormire di notte. I più giovani non hanno mai visto il buio della notte.
Il gas flaring è vietato in Nigeria. E’ una mostruosità, è un abuso, è un attacco ai diritti umani… deve essere bloccato, non si può gasare la gente. Negli ultimi 40 anni la popolazione è stata completamente intossicata. Pensate che nella zona del Delta del Niger ci sono più di 50 impianti di gas flaring.
Le emissioni di Co2 derivate da esso derivate al Delta del Niger rappresentano quasi il 3% dell’emissioni di Co2 a livello globale, ossia di tutto il pianeta. Questo gas viene oggi bruciato nell'aria provocando impatti sulla salute e sull'ambiente che sono devastanti ed inimmaginabili. In realtà se venissero utilizzati per la produzione di energia potrebbero garantire l’accesso all'energia all'intera popolazione del continente africano sotto il Sahara, se escludiamo il Sud Africa. Quindi la sicurezza energetica di un intero continente potrebbe essere garantita solamente dal gas che oggi si brucia.

Ma allora perché non lo fanno…  Non possono perché l’interesse delle compagnie in Nigeria è quello di estrarre la risorsa ed esportarla. Nel momento in cui il gas, essendo gas associato, non può essere trasportato, lo bruciano. La legge vieta alle compagnie questa pratica, ma ben 5 governi nigeriani non sono riusciti ad imporre la soluzione del problema.
I governi consentono tutto questo per interessi personali e sono tutti così, dal primo all’ultimo, dal presidente all’ultimo governante… sarebbe stato sufficiente dire alle multinazionali: se non smantellate il gas flaring noi non vi diamo più il petrolio… questo hanno proposto, ma come risposta sempre il silenzio.
La gente del Delta si chiede perché queste multinazionali agiscono in un certo modo diciamo sostenibile in Europa e non fanno lo stesso in Nigeria. La risposta è che il governo in Nigeria non chiede le stesse garanzie che chiederebbe un governo Europeo. Per le compagnie è una buona scusa possono rispondere che nessuno chiede loro nulla più di quanto già fanno.
La violenza è la naturale conseguenza dei comportamenti delle multinazionali e della corruzione dei governanti.

Nasce il MEND (Movimento per l’Emancipazione Delta del Niger) fondato principalmente per portare il paese fuori dal disastro. E’ un’associazione di persone che servono la causa volontariamente, quindi la responsabilità delle loro azioni non è di qualcuno in particolare, ma di tutta l’organizzazione. Vengono pianificati e portati a termine rapimenti di alti dirigenti delle compagnie petrolifere presenti sul territorio. Il 7 dicembre 2006 vengono rapiti tre tecnici dell’Agip (Francesco Arena, Cosimo Russo e Roberto Dieghi) per poi essere rilasciati dopo 98 giorni di prigionia. Boyloaf, leader del MEND: “Li abbiamo rapiti per dare una lezione all’Agip. Lo abbiamo fatto, per farci ascoltare per far capire cosa succede in quest’area… e cosa dobbiamo subire”.

Con il passare del tempo al MEND si sono affiancati altri gruppi di briganti che, spacciandosi per il Movimento per l’Emancipazione Delta del Niger, fanno ostaggi per chiedere denaro. Poi ci sono gruppi nel MEND che considerano lecita ogni azione per destabilizzare il paese e cacciare le compagnie. La verità è che in quei territori, tutti, anche le multinazionali con le loro milizie armate hanno capito che non ci sarà mai pace se non viene ristabilita la giustizia sociale.

L’Arcivescovo di Benin City e Warri, Mons. Richard Burke, riferisce i dati forniti da SHELL alla fine del gennaio 2009. La compagnia ha annunciato di aver avuto nel 2008 i profitti più alti di tutti i tempi per una società europea: 31 miliardi di dollari, il 14% in più rispetto all'anno precedente. Parliamo di 85 milioni di dollari di profitti al giorno e un aumento del dividendo per gli azionisti dell’11% sull'ultimo trimestre del 2008.
La Shell è in Nigeria dagli anni ‘40, nel 2006 è stata condannata dalla corte federale a non bruciare più gas a cielo aperto perché immette in atmosfera tonnellate di anidride carbonica e solforosa ed è causa di malattie alle popolazioni locali. Non lo ha fatto, e il governo (corrotto), tollera.

Quello che ho voluto descrivere, grazie al materiale messo a disposizione da Claudio, è solo una delle molteplici cause di questa immigrazione.
La responsabilità di questi "viaggi della speranza", di questi morti in mare e di quelli che giungono sulle nostre coste è tutta nostra. Nostre sono state le politiche coloniali in questi paesi, che li hanno depredati. Nostri sono stati gli appoggi a dittatori e criminali di ogni sorte, che oltre ad arricchire se stessi, hanno sempre fatto i nostri interessi. Nostre sono state le politiche economiche e monetarie che hanno fatto crescere il debito pubblico oltre ogni controllo. Nostre sono le complicità nell'assassinare le poche menti illuminate che potevano cambiare, veramente, le sorti di quei paesi. Nostri sono i capitali delle multinazionali che sfruttano il sottosuolo, le risorse e gli uomini in quei paesi. Nostre sono le armi che tengono in piedi sanguinosi conflitti. Nostre sono state le politiche dello sviluppo, che hanno prodotto di tutto fuorché un miglioramento della vita reale della gente. Nostra è quella Comunità Internazionale, incapace di prevenire o gestire le crisi che continuamente si ripetono. Nostri sono i soldi sporchi del sangue di donne, uomini e bambini versato per soddisfare i nostri capricci. Nostri sono gli uomini che comprano minuti di piacere da giovani prostitute sfruttate dal racket della tratta di essere umani. Nostre sono le politiche sull'immigrazione fatte con i piedi e non con la testa. Nostre sono le responsabilità quando non ci indigniamo con forza a fronte di dichiarazioni razziste e xenofobe.
Queste morti, ha ragione Papa Francesco, sono una vergogna. Una vergogna per tutti noi, sono un pugno allo stomaco, sono il frutto della nostra inazione, del nostro torpore.
Abbiamo permesso per troppi anni che le politiche sull'immigrazione fossero centrate solo sul contenimento. Come se fosse possibile fermare l'acqua con un sacchetto di sabbia. Abbiamo ignorato che la Somalia è da 20 anni senza un governo, che in Etiopia ed Eritrea si muore di fame, che nella Repubblica Democratica del Congo vengono stuprate migliaia di donne al giorno, che in Siria prima ancora che per il gas, la gente moriva per una guerra sanguinosa, che in Libia dopo le bombe serviva dell'altro o che il Sahel non ha più acqua.
Provate a chiudere gli occhi. Immaginatevi si essere da giorni in un barcone affollato, come quello della foto, dove perfino respirare è difficile. Immaginate di essere quasi a terra e che qualcuno vi spinga in acqua. Voi non sapete nuotare. Eppure vi spingono, perché la vostra vita valeva qualcosa solo prima del viaggio.
Questo accade, ogni giorno. Questo accadeva agli schiavi secoli fa, durante la tratta, in più vi erano solo le catene.
Ora immaginate che sulla barca vi siano i vostri figli, i vostri mariti, le vostre mogli e che il colore della pelle non sia nera, ma bianca. Cambierebbe qualcosa?

Ora vi lascio alla visione del Report effettuato in Niger dalla Rai ricordandovi che in Nigeria a causa del "nostro" petrolio abbiamo distrutto un ecosistema unico al mondo e ora è la causa dell’alto tasso di prostituzione presente nel nostro paese e, da qualche tempo, anche di presenze sui barconi dei “viaggiatori della speranza” che attraversano il Mediterraneo per giungere sulle nostre coste. 

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