Il sindaco di Roma con la carta di credito in un hotel ristorante di lusso al Colosseo
La richiesta, per il momento è una delle migliaia che si
affollano negli uffici comunali della Capitale d’Italia: accesso agli atti,
strumento base per avere notizie e chiarimenti sulla trasparenza della pubblica
amministrazione. È solo che stavolta, a finire sotto la lente di ingrandimento,
non è un cittadino qualunque. E nemmeno un amministratore qualunque. È il primo
cittadino, Ignazio Marino. Su di lui pende la possibilità di una richiesta di
istruttoria: il gruppo capitolino del Movimento Cinque Stelle è pronta a
depositarla perché vuole sapere tutto delle spese che il sindaco di Roma ha
sostenuto utilizzando i fondi del Campidoglio.
La notizia arriva proprio mentre il chirurgo, già provato
dai complicati mesi successivi all’inchiesta su Mafia Capitale, è in partenza
per Filadelfia, dove il primo cittadino di Roma incontrerà Papa Francesco. Una
scelta, quella del sindaco, che ha attirato polemiche e ironie delle
opposizioni: il chirurgo è da poco tornato dalle lunghe vacanze proprio negli
Stati Uniti, mentre Roma rischiava il commissariamento. Per incontrare il
Pontefice, sottolineano i maligni, gli sarebbe bastato attraversare il Tevere
nella città che amministra, senza dover andare così lontano.
Il fatto, dicevamo, è che al ritorno a Roma il sindaco
rischia di trovare una situazione ancora più pesante, l’ennesimo problema di
una legislatura che è diventata peggio di una corsa a ostacoli. Quello che lo
attende è una vera e propria radiografia del “suo” deposito in banca, una
richiesta di verifica su tutte le movimentazioni che il primo cittadino ha
effettuato sul conto corrente intestato al Comune. Quello su cui l’opposizione
vuole vedere chiaro è l’uso delle risorse che il sindaco ha a disposizione per
lo svolgimento del suo incarico. Il primo cittadino, infatti, ha accesso
diretto ad una serie di fondi, di cui può usufruire per tutte quelle spese che
non vengono coperte dalla macchina amministrativa. Da una banale cena di lavoro
alla necessità di pagare uno spostamento imprevisto, da un taxi fino a un aereo
da prendere al volo. Tutto quello che, in sostanza, non si è potuto
preventivare sfogliando l’agenda del primo cittadino e che, soprattutto, il
cerimoniale del Campidoglio non ha avuto modo di mettere in conto.
In particolare, per fare fronte ad incombenze dell’ultimo
minuto, il sindaco ha nel portafogli una carta di credito direttamente
collegata alla tesoreria del Campidoglio, seppur con un plafond stabilito.
Marino, così come i suoi predecessori, ne ha diretto utilizzo, sia in Italia
che all’estero. Nulla di illecito, sia chiaro. Spetta però al sindaco farne
buon uso. È proprio su questo che i Cinque Stelle vogliono vedere chiaro,
allarmati da indiscrezioni. Una, soprattutto, farebbe riferimento a una
lussuosa location nel centro di Roma, un hotel con annesso ristorante con vista
Colosseo che tornerebbe di frequente nelle uscite del primo cittadino. E in
quell’albergo, sarebbero stati spesi sino a 1500 euro al mese.
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