“Carissimo Salvini, nel mio albergo ospito chi mi pare”
Secondo lui è una proposta anticostituzionale e
discriminatoria. “Io faccio il mio lavoro e faccio quello che voglio”, commenta
Carlo Montini, 70enne che da quasi dieci anni gestisce l’Hotel Stella a Bormio,
località turistica in Valtellina, nel parco dello Stelvio. Da aprile, dopo una
richiesta arrivata dalla Prefettura di Sondrio, lui accoglie in questa
struttura alcuni richiedenti asilo, mentre altri ospiti sono arrivati a fine
agosto nell’albergo gestito da sua moglie, l’Hotel Aurora all’Aprica, altra
località valtellinese. Da allora si trova la Lega Nord contro, qualsiasi cosa
lui faccia: “E dire che l’ho votata più volte, fino allo scandalo Tanzania e
alle vicende di Belsito”, spiega Montini.
SE IL 27 AGOSTO si è trovato il segretario del Carroccio
Matteo Salvini a protestare fuori dal suo albergo, ora si trova osteggiato da
tre emendamenti leghisti alla legge sul turismo che verrà votata oggi dal
Consiglio regionale della Lombardia. Uno di questi, firmato dal capogruppo
Massimiliano Romeo insieme ad altri due eletti, Fabio Rolfi e Pietro Fioroni,
prevede una multa da 5 a 10mila euro e la sospensione della licenza da sei mesi
a un anno per chi ospita “anche in via emergenziale” migranti e profughi,
definiti “soggetti entrati illegalmente nel territorio italiano che non siano
stati definitivamente regolarizzati ai sensi della normativa vigente”.
“Si
propone – si legge nella spiegazione all’emendamento pubblicato dall’edizione
milanese de La Repubblica – di riservare l’accessibilità alle strutture
turistiche lombarde ai soli cittadini entrati regolarmente in Italia, o nel
caso di migranti, in possesso di un regolare permesso di soggiorno rilasciato
dalle autorità preposte e seguito dei processi di identificazione e di verifica
del reale status di rifugiato”. Gli intenti vengono illustrati meglio dai
leghisti stessi: “Stiamo valutando se penalizzare gli albergatori che ospitano
i profughi o premiare quelli che decidono di non ospitarli – spiega Romeo –. È
chiaro che gli albergatori che ospitano questi profughi decidono di penalizzare
il turismo. Ed è chiaro che questa non è accoglienza, è un business che
vogliamo evitare”. “Devono avere la carta di soggiorno, non devono essere nel
limbo come gli aspiranti profughi, perché altro non sono che clandestini –dice
letteralmente il collega Rolfi –. E vogliamo che chi si è comportato in maniera
egregia nei confronti dei lombardi, chi non ha ospitato immigrati, venga
favorito e incentivato nell’accesso ai contributi pubblici”. Approva l’idea
Salvini che sui social network e ad Agorà su Raitre afferma: “Un albergatore
che campa coi soldi degli italiani, sfruttando l’immigrazione, dovrebbe
chiudere domani”.
MONTINI, uno dei locandieri presi di mira dai leghisti e
minacciati da anonimi, insieme a Giulio Salvi dell’hotel Bellevue di Cosio
Valtellinese ha scritto una lettera a Salvini: “Io vorrei chiedergli una cosa:
una volta che spariscono gli immigrati, siamo sicuri che i nostri ragazzi
troveranno lavoro? Secondo me no! Ormai solo i figli dei politici hanno il
futuro garantito”, dice al Fatto. La proposta dei leghisti non gli piace per
niente: “Mi chiedo cosa pensano di ottenere così. I profughi continueranno ad
arrivare ugualmente – continua –. Questa è una proposta anticostituzionale,
secondo me. Faccio un lavoro regolare e faccio quello che voglio. Sono sicuro
che se ospitassi degli studenti tedeschi non mi farebbero mica questi problemi.
È una discriminazione”. Non nega che in questo modo lui si è rimesso in
attività: “Qui non si lavorava più. Le condizioni del turismo sono cambiate e
coi siti che si occupano di prenotazioni noi albergatori guadagniamo meno”.
Così riceve 35 euro con cui provvedere al vitto e alloggio di ogni migrante:
“Ora io con questi soldi mantengo sei lavoratori italiani regolarmente assunti
e pagati, per non parlare dei fornitori da cui mi rifornisco”.
@AGiambartolomei
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