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lunedì 7 settembre 2015

Profughi, la mossa del Papa per disarmare i politici

E da Vienna 140 auto di volontari vanno a Budapest a prendersi i migranti


E ora provate a dire di no al Papa. Sorpassando a sinistra, ancora un volta, tutte le silenziose voci nostrane –che semmai invocano la Fase 2 del programma immigrazione: “Bombardiamoli” –Bergoglio ieri si è appellato “alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa: esprimete – ha detto durante l’Angelus – la concretezza del Vangelo e accogliete una famiglia di profughi”. E non importa se i governanti alzano i muri e danno i numeri, sembra dire il Papa: “Mi rivolgo ai miei fratelli vescovi d’Europa, veri pastori, perché nelle loro diocesi sostengano questo mio appello, ricordando che Misericordia è il secondo nome dell’Amore”. Con il Giubileo alle porte, il messaggio ai leader europei non poteva essere più chiaro. Le prime due parrocchie, ed è l’esempio dato dal Pontefice, che apriranno le porte per accogliere due famiglie di profughi saranno quelle di Sant’Anna e di San Pietro in Vaticano. Una chiesa di frontiera, la prima, giusto al confine tra Italia e Stato Pontificio, che da molti anni grazie all’impegno degli agostiniani accoglie poveri e senza tetto. Lo stesso Ordine gestisce anche l’altra parrocchia: “Vedremo nel concreto cosa fare –ha spiegato il parroco, padre Mario Bettero –, ma faremo il meglio possibile”.
L’appello di Francesco va ad alimentare la sensazione che – Merkel a parte – nelle ultime ore i popoli si stiano riprendendo la scena rispetto ai politici. Almeno quella della solidarietà. Ieri pomeriggio un convoglio di circa 140 auto si è mosso da Vienna alla volta dell’Ungheria, per andarsi a prendere i migranti uno a uno e portarli in Austria e Germania. Tutti volontari, cittadini europei – anche italiani del progetto Melting Pot –che, via Facebook, hanno messo a disposizione le proprie vetture e hanno portato cibo, bevande, prodotti sanitari e vestiti pesanti. La polizia li ha avvertiti del rischio di incorrere nella violazione delle leggi sul traffico di esseri umani, ma poi si è messa al lavoro per dirigere il traffico e garantire la sicurezza. Di fronte a una massa umana così disperata, meglio non mettersi a fare i fiscali: la stessa Ungheria sta lasciando salire sui treni persone senza biglietto. Budapest non organizza pullman, ma ormai passare di là è diventato molto più semplice. Mentre molti sindaci francesi hanno dato la propria disponibilità ad accogliere immigrati e sui social network proliferano le offerte di singoli cittadini, ieri mattina decine di persone hanno accolto i 700 migranti giunti alla stazione di Monaco offrendo loro frutta e cioccolata. La scelta della Merkel di far entrare tutti ha creato tensione all’interno del suo blocco conservatore e gli alleati bavaresi della Csu l’hanno accusata di aver preso decisioni senza consultare gli Stati federali (nella sola Baviera sono arrivate in due giorni 11 mila persone). Ma difficilmente d’ora in avanti i popoli d’Europa potranno non riconoscerle la leadership, anche perché invece da oltre Manica si è levato il no di Cameron ad accogliere più di 15 mila profughi (scelti direttamente dai campi africani). Il premier britannico è l’unico –insieme con i nostri Pinotti e Gentiloni, ma per fortuna non contiamo così tanto – che ipotizza un intervento militare. E nel giorno in cui altri 329 disperati sbarcano a Pozzallo e altri 114 a Cipro, solo Salvini continua a non vedere e parla di “chiacchiere ” austriache e tedesche: “Anda - te a fare gli applausi in stazione centrale a Milano e vedete”.

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