Il Consigliere Tommaso GRASSI |
E’ durata venticinque ore
l’«occupazione» dell’anticamera del direttore generale di Palazzo Vecchio da
parte di Tommaso Grassi che, assieme agli altri colleghi del gruppo Federazione
della sinistra, chiede da giorni di poter accedere ai documenti delle spese di
rappresentanza dell’ex sindaco Matteo Renzi. Dopo aver dormito, da solo,
nell’anticamera con il sacco a pelo, domenica intorno alle 12 (hanno affermato
lo stesso Grassi insieme ai consiglieri Giacomo Trombi e Donella Verdi) tutte
le stanze intorno all’anticamera sono state chiuse, bagno compreso. Ed è stato
impedito, scrive Trombi, anche di portare a Grassi acqua e cibo: anche a Trombi
è stato inibito l’accesso alle sale. «Dopo una notte passata su una panca di
legno - scrive Trombi su Facebook - gli hanno chiuso il bagno e ci hanno
impedito anche solo di portargli da bere o da mangiare: Tommaso Grassi è infine
uscito da Palazzo Vecchio dopo quasi 24 ore, abbandonando l’occupazione. Ma
uscire per bere e fare pipì non è una sconfitta disonorevole per noi. Semmai è
una vittoria disonorevole per Nardella, che non ha avuto nemmeno il coraggio di
farsi vedere o di mandare un suo emissario politico, preferendo usare le
istituzioni piuttosto che la politica per lottare e difendersi».
L’assessore: «Sono documenti
sotto indagine»
L’amministrazione comunale, per voce dell’assessore Federico Gianassi,
ha spiegato che i documenti chiesti da Grassi non possono essere consegnati
perché oggetto di una indagine della Corte dei Conti: «La documentazione è a
disposizione della magistratura, mentre per il consigliere richiedente ad oggi
è a disposizione ciò che viene pubblicato, documenti nei quali peraltro sono
già evidenziate tutte le spese riportate con l’indicazione dell’oggetto della
spesa, dell’occasione in cui la spesa è stata sostenuta e dell’importo della
spesa stessa» ha detto Gianassi, rivendicando gli attestati ufficiali sulla
trasparenza ottenuti da Palazzo Vecchio. La differenza tra gli attestati (che
riguardano il rispetto della legge) e la richiesta di Grassi è che il
consigliere di Fds-Sel vorrebbe che fossero resi noti non solo i dati generici
ma anche con chi e per quale attività precisa sono stati spesi quest fondi,
pubblicando gli scontrini «come ha fatto il sindaco di Roma Ignazio Marino».
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