Sul pellet il Governo del
fossile colpisce ancora, e per raggranellare 90 milioni di euro toglie con la mano destra ciò che aveva
inserito con la mano sinistra.
Il Pd e Renzi hanno mentito
di nuovo, ed hanno riportato l'Iva
sulla vendita dei pellet al 22%. L'ennesima farsa renziana è andata in
scena attraverso un emendamento dei relatori della legge di Stabilità molto
poco pubblicizzato, dopo che nel testo di legge era stata portata al 10% con i
soliti tweet di compiacimento.
La mancata riduzione
dell'Iva sul pellet favorisce i "signori del gas" e le varie multi utilities
quotate in Borsa (Hera, Iren, A2A etc) a danno di piccole imprese e cittadini,
sempre nel solco renziano del tutelare i potenti. In Italia infatti sono state vendute quasi
2 milioni di stufe a pellet e oltre 60mila caldaie ad uso domestico .
Quasi tutto il pellet
consumato in Italia (il 96%, pari a circa 2,7 milioni di tonnellate nel 2014) è
usato nel settore residenziale: l'81% nelle stufe (se ne contano circa 2,2
milioni), il 15% nelle caldaie domestiche (con potenze inferiori a 35 kW) e il
4% in quelle commerciali, cioè con potenza oltre 35 kW.
Secondo i calcoli, ben 10
punti percentuali di Iva hanno un impatto per
il prezzo al consumatore di circa 50 centesimi di euro per ogni sacco da 15
chilogrammi di pellet e di circa 31-35 euro per ogni tonnellata.
Con questa scelta il governo
Renzi fa capire ancora una volta da che parte sta: quella dei più forti.
Ma è quella sbagliata. Il
Movimento 5 Stelle, che sta con i cittadini e le piccole imprese, vuole una
energia ed economia ecosostenibile e circolare e lotterà per riportare l'Iva sulla vendita dei pellet al
10%.
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