C'era una volta una
multinazionale del tabacco, che contrabbandava il suo stesso prodotto per non
pagare troppe tasse. La brava Unione Europea se ne accorse e i due, dopo una
bella litigata, raggiunsero un accordo di 2 miliardi di dollari per fare pace.
Ma il colosso
fabbrica tumori di redimersi proprio non ne voleva sapere. Continuando nella contraffazione ha fatto
arrabbiare sul serio le istituzioni europee, che dal canto loro hanno creato
una bella direttiva per costruire un controllore serio ed affidabile.
Tutto e bene ciò che
finisce bene, ma arriva il colpo di scena: Matteo Renzi. Il premier italiano, affamato di soldi per la sua
comunicazione, decide di non recepire le norme di mamma Europa, concedendo il
ruolo del controllore serio ed affidabile al controllato. Il motivo? Semplice, il principale e maggiore
finanziatore della sua fondazione Open (vera e propria cassaforte) è stata lo
scorso anno la "British American Tobacco".
Questa è una storia di
ordinaria follia all'italiana, che cercheremo di spiegarvi nel dettaglio di seguito.
LA CONTRAFFAZIONE
ARRIVA DAI PRODUTTORI
Si possono chiamare il
mille modi gli "accordi" con l'industria del tabagismo, ma la
sostanza non cambia. Nel 2003 l'Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato la
convenzione per la lotta al fumo: la cosiddetta "Framework Convention on
Tobacco Control". Quest'ultima mira a ridurre in tutto il mondo le
malattie e il numero di decessi dovuti tabacco, e a fermare il mastodontico
problema della contraffazione. Infatti, una grossa quota delle merci illegali proveniva direttamente dalle
aziende produttrici, che hanno innumerevoli sedi distaccate in varie
località. L'UE ha deciso di
approvarla a modo suo, stringendo accordi con quattro principali produttori:
"Philip Morris International" nel 2004, "Japan Tobacco" nel
2007, "British American Tobacco" nel 2010 e "Imperial Tobacco
Limited", sempre nel 2010. Secondo i termini di queste intese pluriennali,
i produttori devono pagare un totale collettivo di $ 2.150.000.000 a favore dell'UE e degli Stati membri.
LA COLLUSIONE DEL
GOVERNO ITALIANO
Seguendo le briciole di
pane lasciate per strada si arriva alla soluzione. Nonostante la Commissione
Europea abbia dichiarato prematuro l'adozione di qualunque tecnologia per la
tracciabilità prima della definizione degli standard, il Governo Italiano vuole affidare
quest'ultima alla multinazionale Philip Morris (controllore e controllato in
quel caso coinciderebbero). Invece di accogliere il protocollo contro il
commercio illegale di tabacco dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del
2012, che all'articolo 8 prevede l'obbligo per i governi nazionali di non
"appaltare" il monitoraggio ai produttori di tabacco, l'esecutivo va in direzione diametralmente
opposta. Questa vicenda si sta svolgendo mentre il Ministro Lorenzin
resta al coperto e non dice una parola.
LA COMPLICITA' DEL
PREMIER
La guerra delle lobby del
tabacco produce effetti anche visivi. Sull'Unità, il giornaletto del PD, compaiono belle paginone di pubblicità contro
il contrabbando di sigarette. Indovinate di chi? Esatto: sempre della
British American Tobacco, finanziatrice dei vizi dei premier. Intanto, Philip
Morris ha casualmente annunciato l'acquisto di 500 milioni di euro di tabacco
dalla filiera italiana, alla cui firma si è presentato Matteo Renzi in persona.
Tutto palesemente si lega.
Il Movimento 5 Stelle si è
accorto di queste coincidenze, le
quali rivelano ancora una volta il marcio che finanzia l'azione dell'esecutivo
italiano.
Piernicola Pedicini ha deciso di presentare due interrogazioni.
Marco Valli sta monitorando la situazione in Commissione
controllo dei bilanci, chiedendo che gli Stati membri rendano
pubblico l'utilizzo dei soldi intascati dalle aziende produttrici.
Vi terremo informati
sulle prossime mosse. Seguiteci e condividete.
Noi non molleremo mai.
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