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Toni Capuozzo e Capo Latorre |
Il
15 febbraio 2012 nell’Oceano Indiano due pescatori vengono uccisi da una
raffica di colpi sparata da una nave mercantile. Nello stesso giorno la Enrica
Lexie, petroliera italiana con a bordo un Nucleo Militare di Protezione, ha
respinto un tentativo di abbordaggio. Nel giro di poche ore la nave italiana
inverte la rotta e viene fatta ormeggiare nel porto di Kochi, e qualche giorno
dopo i due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,
vengono arrestati. Comincia così il «caso marò», una vicenda che è diventata un
limbo giudiziario fatto di inchieste approssimative, estenuanti dibattiti sulla
giurisdizione e sull’immunità funzionale, rinvii e nulla di fatto.
Toni Capuozzo ricostruisce
gli eventi, a cominciare dalla legge che consentì l’impiego di personale
militare a bordo di navi mercantili. Spiega il groviglio giuridico che ha
intrappolato due Paesi amici, l’Italia e l’India, e il peso degli interessi
economici e politici che hanno condizionato la vicenda, gli errori di tre
governi e cinque ministri degli Esteri italiani.
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Girone e Latorre al primo rientro in Italia |
Ma
soprattutto ricostruisce l’incidente del 15 febbraio facendo emergere tutte le
contraddizioni e le lacune dell’inchiesta indiana e avanzando un’ipotesi di
innocenza dei due militari, mai fatta propria dalla diplomazia italiana.
Latorre e Girone hanno sempre detto: «Siamo innocenti». Ma nessuno finora gli
ha creduto. Perché?
Toni
Capuozzo, nato in Friuli da padre
napoletano e madre triestina, laureatosi in Sociologia a Trento, è giornalista
dal 1979. Ha seguito, per la carta stampata (da «Lotta continua» a «Reporter»,
da «Panorama Mese» a «Epoca») e per la televisione (Studio Aperto, Tg4, Tg5), i
conflitti in America Latina, Africa, Medio Oriente, Balcani e Asia. Dal 2001
cura e conduce il settimanale Terra!. Tra le sue pubblicazioni Il Giorno dopo
la guerra (1996), Occhiaie di riguardo (2007), Adiós (2007) e Le guerre
spiegate ai ragazzi (2012). Nel 2009 ha messo in scena, con Mauro Corona e
Luigi Maieron, Tre uomini di parola, uno spettacolo i cui proventi hanno
finanziato la costruzione di una casa-alloggio per il centro grandi ustionati
di Herat (Afghanistan).
Un
libro che va letto per riflettere sulle tante contraddizioni e le ridicole
“prove” raccolte dall’India contro i due militari italiani senza che a Roma
nessuno avesse gli attribuiti o la volontà per reagire anche solo
sbugiardando le falsità e il complotto messo in atto dalle autorità indiane.
Una delle pagine più penose e umilianti della Storia italiana, che ben
rappresenta il degrado di una classe politica incapace e indegna, raccontato da
un grande giornalista, uno dei pochissimi che in questi tre anni e mezzo
abbiano osato sfidare il luogo comune della colpevolezza di Latorre e Girone
e gli appelli al ” basso profilo” che tre governi hanno rivolto ai media
per cercare di ridurre la visibilità dei loro fallimenti e talvolta delle loro
ignobili decisioni.
Intervista
a Toni Capuozzo
di
Antonio Angeli da Il
Tempo del 2 giugno 2015
Affari,
politica, ma anche tanta faciloneria e approssimazione dietro alla vicenda dei
marò che oggi, 2 giugno 2015, Festa della Repubblica, dura da 1203 giorni. Nel
libro di Toni Capuozzo «Il segreto dei marò», che sarà edito nei prossimi
giorni da Mursia, in realtà i misteri sono più d’uno. Capuozzo non si accontenta
di raccontarli, ma li seziona, ne fa l’autopsia, fino a svelarne la più
profonda verità: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono innocenti, ma per
una colpa non commessa hanno già scontato tre anni e mezzo di pena.
Toni
Capuozzo, perché i marò sono innocenti?
«Non nascondo nel libro di
avere un pregiudizio favorevole, in base alla conoscenza personale con Latorre,
che mi ha fatto da scorta, in Afghanistan nel 2006, e in generale per la mia
esperienza. Non ho mai visto né sentito di un militare italiano con il
grilletto facile. Mi è capitato più volte di trovarmi in situazioni di tensione
e, al contrario, mi sono chiesto: ma quando sparano? I militari italiani sono
prudenti, attenti e rispondono al fuoco se attaccati».
Che è accaduto ai marò?
«Non è un caso che gli
indiani non siano arrivati a istruire un processo. Perché non c’è alcuna prova
della loro colpevolezza, ci sono al contrario molte prove della loro
innocenza».
E
le indagini?
«Sono state svolte da
attori diversi, da parte indiana, prima in Kerala dalla Guardia Costiera e
dalla magistratura locale, poi è subentrata l’agenzia nazionale e la Corte
Suprema, sono partiti con molta faciloneria, una grande approssimazione e con
un teorema: sono stati gli italiani, sono colpevoli. Tutto ha avuto subito un
forte connotato politico: erano giorni in cui il Partito del Congresso si
giocava la maggioranza, in Kerala c’era l’elezione supplettiva per un deputato
che era deceduto. L’incidente ai due pescatori rappresentava un’occasione
formidabile, perché in Kerala ci sono tanti pescatori e una forte comunità
cristiana e i due uccisi erano pescatori e cristiani. È questo il peccato
originale: era già decisa la colpevolezza, bisognava solo acconciare un
teorema. È stato fatto in modo facilone e maldestro».
E
l’Italia?
«Se gli indiani sono
maldestri, cosa che non gli ha consentito di arrivare a un processo, noi
italiani siamo disastrosi. Convinti, all’inizio, che la cosa possa finire a
tarallucci e vino, ci sfugge completamente la strumentalizzazione politica, tanto
che acconsentiamo che la Lexie faccia rotta per il porto di Kochi, accettiamo
che i due marò vengano fatti scendere dalla nave. Se non fosse accaduto si
sarebbe arrivati in tempi incredibilmente più brevi a quell’arbitrato che ora
emerge come un fantasma».
Nel suo libro spiega che
chi ha avuto a che fare con questo caso ha fatto una rapida carriera.
«È vero che alcuni posti nella Marina militare sono dei trampolini di lancio.
Chi guida la Squadra Navale è chiaro che poi avrà un incarico più importante, tutte
persone che avevano carriere brillanti annunciate. Il sospetto è che queste
carriere siano un omaggio ad un atteggiamento che ha accettato la supremazia
della politica e dell’economia».
Toni
Capuozzo
Editore Mursia
Pagine: 280
Codice:
14477
EAN
9788842556138
Collana:
Testimonianze fra cronaca e storia – Le nuove guerre
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Questo articolo non c'entra proprio nulla con lo scopo di questo blog, ma è mia intenzione - da Sottufficiale di Marina in pensione - portare all'attenzione pubblica qualsiasi notizia in merito alla vicenda che stanno vivendo i mie ex colleghi. Ho sempre creduto nell'innocenza di Latorre e Girone e che sono vittime di un complotto indiano per nascondere un crimine commesso da qualcuno di loro, ma non perchè indossavo la loro stessa Uniforme ma perché il "San Marco" non ha tra i loro ranghi uomini che "abbiamo il grilletto facile", come al contrario lo hanno i soldati americani.
Fabio Angeletti
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