Prima
la riforma del Senato, ora la legge di stabilità. Poi, forse, se non c’è nulla
di più urgente e se non possiamo farne a meno, il voto sull’arresto del
senatore calabrese di Ncd Giovanni Bilardi”. Naturalmente se, nel frattempo,
saranno ancora necessari i domiciliari. Misura che prima il pm, poi il gip e
infine il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria hanno disposto nei confronti
dell’es ponente del Nuovo Centro Destra. Sembra questo il ragionamento che ha
spinto, nei giorni scorsi, la riunione dei capigruppo in Senato a bocciare la proposta
dell’M5S di inserire all’ordine del giorno il voto sull’arresto Bilardi, sulla
cui testa da giugno pende un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambi - to dell’inchiesta
“Rimborsopoli”.
È
tutta una questione di equilibri da mantenere. A Roma come in Calabria. E poco
importa se la Finanza accusa Bilardi di aver speso soldi pubblici (357mila
euro) per scopi privati. La tenuta della maggioranza di governo passa anche per
il senatore di Ncd. Per questo la politica renziana “dimentica” le richieste di
una delle Procure più impegnate nella lotta al malaffare e alla criminalità.
Stando all’inchiesta “Rimborsopoli”, infatti, solo nel 2012 Bilardi avrebbe
percepito 214 mila di rimborsi spese, di cui circa 17 mila solo per “oggettistica
di rappresentanza”. Con i fondi del gruppo, inoltre, avrebbe pagato pranzi e
persino un set di valige da 1.200 euro, le consulenze ad un avvocato da 4.680
euro, un Iphone 4S da 655 euro, gioielli per circa 7 mila euro. E siccome essere
informato su cosa succede nel mondo è importante, ecco 3.600 euro di giornali,
il servizio a domicilio di Sky, qualche viaggio e 10 foulard da 700 euro. Il
capogruppo dei grillini al Senato Gianluca Castaldi si è visto bocciare il suo
ordine del giorno: “Sono passati quasi due mesi dal via libera della Giunta per
le Immunità. Bilardi diventa un ulteriore ricatto di Ncd al Pd perché non si
calendarizza senza motivo”. Il senatore del M5S sfida i Dem: “Come hanno
salvato Antonio Azzolini, abbiano il coraggio di salvare anche Bilardi che, per
tutto il 2015, credo che resterà a spasso”. “Ce l’avranno il coraggio” ne è
convinto l’altro senatore grillino, Mario Giarrusso: “Fa - ranno passare molto
tempo, poi diranno che non ci sono più le esigenze cautelari. Angelino Alfano
cerca di garantire Bilardi affinché non finisca in galera. Il ministro dell’Interno
tratta direttamente con Matteo Renzi che, quindi, dà le direttive a Luigi Zanda
il quale poi tira le fila nella conferenza di capigruppo”. A proposito di esigenze
cautelari, secondo Giarrusso, “il fatto che il Senato non decida sull’arresto è
la prova che ci sono gli elementi per giustificarlo. Evidentemente basta la sua
presenza in Senato per determinarne gli orientamenti”. La vicenda provoca
qualche imbarazzo in casa Pd. E in particolare alla senatrice Stefania
Pezzopane che, in Giunta per le Immunità, è stata la relatrice del caso
Bilardi: “Non ho molte notizie. Presumo che si discuterà di Bilardi dopo la
legge di stabilità”.
Ma
non doveva andare dopo le riforme del Senato? “Noi abbiamo votato l’arresto e
trasmesso tutto al presidente Piero Grasso. La conferenza dei capigruppo fa il
calendario e spesso queste questioni vanno un po’in fondo alla lista”.
Pezzopane non entra nel merito delle decisioni dei capigruppo: “Avranno fatto
le loro valutazioni. So che c’è stato un battibecco nel corso della riunione
per il calendario. Non si può rinviare più di tanto”. Intanto la Procura
aspetta.
Nessun commento:
Posta un commento