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lunedì 2 novembre 2015

La lobby telecomunicazioni più forte dell’addio al roaming - Dal 2017 telefonate libere in Europa, ma sono già pronti escamotage per farci pagare di più

Briciole in cambio della pietanza più saporita del banchetto. Lo scambio che è stato fatto in Parlamento Ue tra gli eurodeputati e la potente lobby delle telecomunicazioni più o meno si può riassumere così. Con il pacchetto di norme Telecom, approvato la scorsa settimana in aula, è stato barattato il divieto di applicare tariffe roaming sui cellulari utilizzati nei Paesi Ue, che entrerà in vigore dal 2017, con la possibilità per le compagnie di rifarsi nel settore più ricco e fruttuoso del prossimo futuro: quello del traffico dati, ovvero internet. Il settore delle telecomunicazioni è florido ma, anche grazie alla Rete su cui voce e video viaggiano allo stesso costo di una mail, sta riducendo moltissimo i propri profitti: in Italia tra il 2010 e il 2014 i ricavi delle aziende sono scesi di oltre il 22%, del 6,6% solo nell'ultimo bilancio. La concorrenza in questo campo funziona davvero. Basta pensare al VoIP e servizi come Skype o WhatsApp che ci permettono di telefonare gratis nel globo, oppure a Netflix, la web tv che ha sfidato la televisione digitale e satellitare di tutto il mondo. Questa forza dirompente sta tutta nella neutralità della rete, cioè nella garanzia per tutti di essere trattati allo stesso modo nella gestione del traffico: senza discriminazioni tecniche o economiche. E proprio la net neutrality, colpo mortale per chi ha rendite di posizione da difendere, è stata messa in discussione oggi in Europa per accontentare i giganti delle Tlc.
La buona notizia è che dal 15 giugno 2017 saranno vietate le tariffe roaming nei 28 stati Ue, oltre che in Norvegia, Islanda e Liechtenstein, per chiamate, invio di messaggi di testo e utilizzo di internet via telefonino. Inoltre, a partire dal 30 aprile 2016, le maggiorazioni del roaming non potranno superare 5 centesimi al minuto per il servizio voce, 2 cent a Sms e 5 cent per ogni MB di traffico dati. Fino ad allora si continuerà a pagare fino a 4 volte tanto: 19 cent al minuto le chiamate, 6 cent ogni Sms, 20 ogni MB di navigazione, 5 cent al minuto per le chiamate ricevute. Purtroppo anche quando il roaming non esisterà più, per gli utenti il terreno sarà disseminato di trappole. Innanzitutto, gli operatori telefonici potranno stabilire a loro piacimento parametri per un "uso corretto" del cellulare all'estero e reintrodurre tariffe aggiuntive da applicare a chi non li rispetta. Per esempio, potranno decidere che il telefonino non si può usare fuori del proprio paese più di 20 giorni all'anno o più di un tot di minuti al mese e far pagare un sovrapprezzo ai consumatori per il traffico eccedente. Inoltre, se le compagnie sbaglieranno a fare i conti e si accorgeranno di andare in perdita, potranno recuperare i loro costi applicando retroattivamente tariffe aggiuntive agli utenti che hanno viaggiato in Europa e hanno usato il telefono. Alla faccia della trasparenza. Cosa succederà davvero, però, è ancora un mistero. L'Ue ha stabilito il principio, ma ha rimandato agli Stati nazionali e alle Autorità competenti le modalità di applicazione della norma.

Ma a Strasburgo le cose sono andate anche peggio quando gli eurodeputati hanno votato la neutralità della Rete. Neppure l'appello di Tim Berners-Lee, padre del World Wide Web, è stato ascoltato. Tutti gli emendamenti che avrebbero potuto raddrizzare la situazione sono stati bocciati. Così oggi ci ritroviamo una norma che permette di far viaggiare i dati su un'autostrada a diverse corsie, a secondo degli interessi in campo. Con probabili ricadute sulle tasche di noi consumatori. Tanto che la conseguenza più probabile sarà che nel giro di poco tempo servizi oggi gratuiti o molto eco nomi ci, come Skype o WhatsApp, finiranno col costarci di più, pena il non funzionamento. Nonostante la nuova norma stabilisca che bisogna "trattare tutto il traffico dati in modo equivalente", infatti, ci sono una serie di scappatoie come i "servizi specializzati" che permetterebbero agli operatori di agevolare alcuni servizi rispetto al traffico ordinario, favorendo accordi con i fornitori disposti a pagare di più per aggiudicarsi un privilegio. Inoltre, per gli Isp, cioè i fornitori della Rete, sarà possibile definire classi di clienti differenziate, in cui inserire i siti web a propria discrezione, e a cui fornire un percorso più veloce o più lento, anche in assenza di co nge stio ne del web, in base alle proprie esigenze. Ma non è tutto. La libertà di rallentare o accelerare la navigazione agli ISP sarà concessa in qualunque momento anche in base a una semplice previsione di "congestione imminente". Risultato: quali servizi ci converrà consumare lo decideranno arbitrariamente gli operatori più forti. Forse era meglio tenersi il roaming.

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