Briciole
in cambio della pietanza più saporita del banchetto. Lo scambio che è stato
fatto in Parlamento Ue tra gli eurodeputati e la potente lobby delle
telecomunicazioni più o meno si può riassumere così. Con il pacchetto di norme
Telecom, approvato la scorsa settimana in aula, è stato barattato il divieto di
applicare tariffe roaming sui cellulari utilizzati nei Paesi Ue, che entrerà in
vigore dal 2017, con la possibilità per le compagnie di rifarsi nel settore più
ricco e fruttuoso del prossimo futuro: quello del traffico dati, ovvero
internet. Il settore delle telecomunicazioni è florido ma, anche grazie alla
Rete su cui voce e video viaggiano allo stesso costo di una mail, sta riducendo
moltissimo i propri profitti: in Italia tra il 2010 e il 2014 i ricavi delle
aziende sono scesi di oltre il 22%, del 6,6% solo nell'ultimo bilancio. La
concorrenza in questo campo funziona davvero. Basta pensare al VoIP e servizi
come Skype o WhatsApp che ci permettono di telefonare gratis nel globo, oppure
a Netflix, la web tv che ha sfidato la televisione digitale e satellitare di
tutto il mondo. Questa forza dirompente sta tutta nella neutralità della rete,
cioè nella garanzia per tutti di essere trattati allo stesso modo nella
gestione del traffico: senza discriminazioni tecniche o economiche. E proprio
la net neutrality, colpo mortale per chi ha rendite di posizione da difendere,
è stata messa in discussione oggi in Europa per accontentare i giganti delle
Tlc.
La
buona notizia è che dal 15 giugno 2017 saranno vietate le tariffe roaming nei
28 stati Ue, oltre che in Norvegia, Islanda e Liechtenstein, per chiamate,
invio di messaggi di testo e utilizzo di internet via telefonino. Inoltre, a
partire dal 30 aprile 2016, le maggiorazioni del roaming non potranno superare
5 centesimi al minuto per il servizio voce, 2 cent a Sms e 5 cent per ogni MB
di traffico dati. Fino ad allora si continuerà a pagare fino a 4 volte tanto:
19 cent al minuto le chiamate, 6 cent ogni Sms, 20 ogni MB di navigazione, 5
cent al minuto per le chiamate ricevute. Purtroppo anche quando il roaming non
esisterà più, per gli utenti il terreno sarà disseminato di trappole.
Innanzitutto, gli operatori telefonici potranno stabilire a loro piacimento
parametri per un "uso corretto" del cellulare all'estero e
reintrodurre tariffe aggiuntive da applicare a chi non li rispetta. Per
esempio, potranno decidere che il telefonino non si può usare fuori del proprio
paese più di 20 giorni all'anno o più di un tot di minuti al mese e far pagare
un sovrapprezzo ai consumatori per il traffico eccedente. Inoltre, se le compagnie
sbaglieranno a fare i conti e si accorgeranno di andare in perdita, potranno
recuperare i loro costi applicando retroattivamente tariffe aggiuntive agli
utenti che hanno viaggiato in Europa e hanno usato il telefono. Alla faccia
della trasparenza. Cosa succederà davvero, però, è ancora un mistero. L'Ue ha
stabilito il principio, ma ha rimandato agli Stati nazionali e alle Autorità
competenti le modalità di applicazione della norma.
Ma
a Strasburgo le cose sono andate anche peggio quando gli eurodeputati hanno
votato la neutralità della Rete. Neppure l'appello di Tim Berners-Lee, padre
del World Wide Web, è stato ascoltato. Tutti gli emendamenti che avrebbero
potuto raddrizzare la situazione sono stati bocciati. Così oggi ci ritroviamo
una norma che permette di far viaggiare i dati su un'autostrada a diverse
corsie, a secondo degli interessi in campo. Con probabili ricadute sulle tasche
di noi consumatori. Tanto che la conseguenza più probabile sarà che nel giro di
poco tempo servizi oggi gratuiti o molto eco nomi ci, come Skype o WhatsApp,
finiranno col costarci di più, pena il non funzionamento. Nonostante la nuova
norma stabilisca che bisogna "trattare tutto il traffico dati in modo
equivalente", infatti, ci sono una serie di scappatoie come i
"servizi specializzati" che permetterebbero agli operatori di
agevolare alcuni servizi rispetto al traffico ordinario, favorendo accordi con
i fornitori disposti a pagare di più per aggiudicarsi un privilegio. Inoltre,
per gli Isp, cioè i fornitori della Rete, sarà possibile definire classi di
clienti differenziate, in cui inserire i siti web a propria discrezione, e a
cui fornire un percorso più veloce o più lento, anche in assenza di co nge stio
ne del web, in base alle proprie esigenze. Ma non è tutto. La libertà di
rallentare o accelerare la navigazione agli ISP sarà concessa in qualunque
momento anche in base a una semplice previsione di "congestione
imminente". Risultato: quali servizi ci converrà consumare lo decideranno
arbitrariamente gli operatori più forti. Forse era meglio tenersi il roaming.
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