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venerdì 8 gennaio 2016

IL #M5S VUOLE LE DIMISSIONI DEL SUO SINDACO A #QUARTO

Francesco Maesano per “la Stampa

Pina Picerno
«Se c' è un ricatto allora c'è anche una ricattata». La logica stringente è quella di un membro del direttorio di deputati che guida il M5S. Nella serata di mercoledì i cinque, quattro dei quali di origine campana, hanno capito che la vicenda di Quarto stava andando fuori controllo.
I Cinquestelle hanno grosse difficoltà a livello locale, ma l' ombra dell' infiltrazione della camorra nella giunta del comune alle porte di Napoli rischia di minare le fondamenta teoriche della differenza ontologica dalle altre forze politiche sulla quale Grillo e Casaleggio hanno costruito la loro creatura politica.

Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Roberto Fico
E allora a Rosa Capuozzo, che solo sei mesi fa aveva insediato a Quarto la sua giunta Cinquestelle, è stato chiesto di fare un passo indietro.
Non c' è solo l' inchiesta, spiegavano ieri dal direttorio dopo un primo giro di telefonate. Il timore è che sia la stessa maggioranza M5S in consiglio comunale a provocarne la caduta o lo stallo politico. Oggi i vertici Cinquestelle torneranno a confrontarsi per studiare il modo di minimizzare l' impatto della vicenda sull' elettorato, soprattutto quello storico, e per velocizzarne il più possibile la risoluzione.
Lei, Rosa Capuozzo, non ci sta. Minaccia trincee, presenterà a breve il rimpasto di giunta, giura che tutta la vicenda si chiarirà e che l' indagine dimostrerà la sua estraneità. Da Milano attendono di capire. Il blog di Grillo ieri l'ha difesa, provando a smontare punto per punto le accuse del Pd che da due giorni cannoneggia contro il Movimento. Ma nel post difensivo c' è una clausola decisiva. «Perché il Sindaco non ha denunciato l' ex consigliere?
Beppe Grillo e Luigi Di Maio
Perché non si è mai manifestata una minaccia tale da evidenziare un reato penale nei suoi confronti ma solo pressioni e richieste di tipo politico».
Il punto è tutto lì. I vertici del Movimento sono disposti a difendere a oltranza la sindaca solo se non dovesse essere provato che si sia piegata a subire un ricatto senza denunciarlo o se per quei fatti dovesse risultare indagata.
I dubbi del direttorio sul secondo punto permangono, nonostante Roberto Fico anche ieri l' abbia difesa ancora, pur accennando all' ipotesi dello scioglimento del Comune per mafia.
Quello sarebbe il vero incubo per il Movimento: finire per farsi sciogliere il Comune dal Viminale perdendo il più forte tra gli argomenti: quello dell' onestà.
Le perplessità dei vertici sono legittimate dal fatto che il 22 dicembre, di fronte al pubblico ministero napoletano Henry John Woodcock, il sindaco Capuozzo aveva negato di essere stata ricattata.
Beppe Grillo, e Roberto Fico a Napoli
Poi ha ammorbidito la prima versione che, pian piano, è scivolata verso uno scontro meramente politico, una divergenza di opinioni tra compagni di Movimento.
Ieri il direttorio ha rifiutato di rispondere alle domande. Tutti, compreso Luigi Di Maio che oltre ad essere il volto fresco del M5S che vuole proporsi di Governo è anche responsabile degli enti locali. E allora a cogliere il dato politico è stato Nicola Morra, senatore, una sorta di «sesto aggiunto» in un board direttivo nel quale militano solo deputati.

«A Quarto come altrove non abbiamo poltrone da difendere, aziende partecipate o appalti ai quali rimanere aggrappati. Questa è la differenza fra noi e i partiti. E quando necessario, siamo disposti ben volentieri a ridare la parola ai cittadini». Un messaggio chiaro e inequivocabile: i vertici Cinquestelle non hanno intenzione di affondare a Quarto.

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