Pina Picerno |
«Se c' è un ricatto allora c'è anche una ricattata».
La logica stringente è quella di un membro del direttorio di deputati che guida
il M5S. Nella serata di mercoledì i cinque, quattro dei quali di origine
campana, hanno capito che la vicenda di Quarto stava andando fuori controllo.
I Cinquestelle hanno grosse difficoltà a livello
locale, ma l' ombra dell' infiltrazione della camorra nella giunta del comune
alle porte di Napoli rischia di minare le fondamenta teoriche della differenza
ontologica dalle altre forze politiche sulla quale Grillo e Casaleggio hanno
costruito la loro creatura politica.
Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Roberto Fico |
E allora a Rosa Capuozzo, che solo sei mesi fa aveva
insediato a Quarto la sua giunta Cinquestelle, è stato chiesto di fare un passo
indietro.
Non c' è solo l' inchiesta, spiegavano ieri dal
direttorio dopo un primo giro di telefonate. Il timore è che sia la stessa
maggioranza M5S in consiglio comunale a provocarne la caduta o lo stallo
politico. Oggi i vertici Cinquestelle torneranno a confrontarsi per studiare il
modo di minimizzare l' impatto della vicenda sull' elettorato, soprattutto
quello storico, e per velocizzarne il più possibile la risoluzione.
Lei, Rosa Capuozzo, non ci sta. Minaccia trincee,
presenterà a breve il rimpasto di giunta, giura che tutta la vicenda si
chiarirà e che l' indagine dimostrerà la sua estraneità. Da Milano attendono di
capire. Il blog di Grillo ieri l'ha difesa, provando a
smontare punto per punto le accuse del Pd che da due giorni cannoneggia contro
il Movimento. Ma nel post difensivo c' è una clausola decisiva. «Perché il
Sindaco non ha denunciato l' ex consigliere?
Perché non si è mai manifestata
una minaccia tale da evidenziare un reato penale nei suoi confronti ma solo
pressioni e richieste di tipo politico».
Beppe Grillo e Luigi Di Maio |
Il punto è tutto lì. I vertici del Movimento sono
disposti a difendere a oltranza la sindaca solo se non dovesse essere provato
che si sia piegata a subire un ricatto senza denunciarlo o se per quei fatti
dovesse risultare indagata.
I dubbi del direttorio sul secondo punto permangono,
nonostante Roberto Fico anche ieri l' abbia difesa ancora, pur accennando all'
ipotesi dello scioglimento del Comune per mafia.
Quello sarebbe il vero incubo per il Movimento:
finire per farsi sciogliere il Comune dal Viminale perdendo il più forte tra
gli argomenti: quello dell' onestà.
Le perplessità dei vertici sono legittimate dal
fatto che il 22 dicembre, di fronte al pubblico ministero napoletano Henry John
Woodcock, il sindaco Capuozzo aveva negato di essere stata ricattata.
Beppe Grillo, e Roberto Fico a Napoli |
Poi ha ammorbidito la prima versione che, pian
piano, è scivolata verso uno scontro meramente politico, una divergenza di
opinioni tra compagni di Movimento.
Ieri il direttorio ha rifiutato di rispondere alle
domande. Tutti, compreso Luigi Di Maio che oltre ad essere il volto fresco del
M5S che vuole proporsi di Governo è anche responsabile degli enti locali. E
allora a cogliere il dato politico è stato Nicola Morra, senatore, una sorta di
«sesto aggiunto» in un board direttivo nel quale militano solo deputati.
«A Quarto come altrove non abbiamo poltrone da
difendere, aziende partecipate o appalti ai quali rimanere aggrappati. Questa è
la differenza fra noi e i partiti. E quando necessario, siamo disposti ben
volentieri a ridare la parola ai cittadini». Un messaggio chiaro e
inequivocabile: i vertici Cinquestelle non hanno intenzione di affondare a
Quarto.
Nessun commento:
Posta un commento