Rosa Capuozzo e Francesco Barbato |
La sindaca (ex) 5Stelle resta in sella con l’appoggio dei
“civici” di centrodestra
Spenti i riflettori, allentata la morsa soffocante dei
media, messi da parte le scomuniche di Beppe Grillo e il M5s ormai ostile, la
sindaca di Quarto Rosa Capuozzo ha ritirato le dimissioni presentate il 21
gennaio. Tirerà avanti contro i partiti, tutti. Per evitare l’ennesimo
commissariamento, che dal ’92 a Quarto non c’è amministrazione che non venga
sciolta per crisi politica o infiltrazioni malavitose. “Ho ricevuto diverse
richieste di ritirare le dimissioni, resto per difendere la mia città e portare
avanti il programma”, il concentrato di un discorso privo di accenni alla
camorra o all’inchiesta della Dda di Napoli sui foto-ricatti di Giovanni De
Robbio che lei non ha denunciato e relativi a un presunto abuso edilizio di
famiglia, e sul sostegno elettorale al suo ex consigliere di un ras delle pompe
funebri vicino al clan Polverino.
Pazienza se la Capuozzo non ha più una maggioranza,
distrutta dalle defezioni grilline. Pazienza se per navigare a vista dovrà
contare sull’appoggio esterno delle liste civiche di centrodestra del rivale al
ballottaggio Gabriele Di Criscio, azzurro spogliato della casacca di Forza
Italia. Quel Di Criscio che, applaudendo la scelta della Capuozzo e
promettendole il numero legale che la sindaca, col suo gruppo ridotto a otto
consiglieri su 24 (ribattezzato “Coraggio Quarto”), non è in grado di
assicurare, ha aggiunto che “Quarto è una città sana e senza camorra, sempre
criminalizzata”. L’inchiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e del
pm Henry John Woodcock racconta però una realtà diversa: appetiti poco limpidi
sullo stadio comunale (che la Capuozzo, a dire il vero, ha respinto), un imprenditore
capace di fare il bello e cattivo tempo nel settore del caro estinto a suon di
minacce e schiaffi, un presunto accordo di ambienti vicini al clan per
sostenere De Robbio in cambio di nomine e favori. “Fummo sciolti nel ’92 per
camorra e poi dopo molti anni sono stati tutti prosciolti – dice Di Criscio – e
il processo per i fatti del commissariamento del 2012 non so come andrà a
finire. Noi non vogliamo il commissario e collaboreremo col sindaco nel modo
che lei riterrà opportuno”. Gongolava anche un altro leader della minoranza,
Giovanni Santoro: “Complimenti sindaco, si è realizzato il fallimento dei 5
Stelle e dei grandi partiti come teorizzo da tempo”. La Capuozzo ha cambiato
idea poche ore prima della scadenza dei 20 giorni che avrebbero reso
irrevocabili le dimissioni. Si è presentata alla stampa (ma non ha voluto
domande) per spiegare questo passo affiancata dal sindaco di Bacoli Josi
Gerardo Della Ragione e dall’ex deputato (ex) Idv Francesco Barbato, uno che
nella penultima legislatura ha conquistato notorietà incatenandosi davanti a
Montecitorio per sostenere battaglie a difesa dei consumatori.
Un primo cittadino giovanissimo e di simpatie grilline, ma
eletto da liste civiche movimentiste, e un politico in rotta coi partiti. Il
filo conduttore della nuova avventura della Capuozzo: il civismo spinto
all’estremo, i partiti visti come nemici del territorio, e così acquista un
senso anche il recente incontro con Luigi de Magistris, altro sindaco ‘senza
simbolo’ e in guerra con M5s e Pd. “Ora in consiglio a Quarto non esistono
partiti – ha detto lei, ma solo consiglieri eletti dal popolo”. “Non ci sono
nemmeno macchie politiche – ha aggiunto Barbato – l’ultima macchia politica era
il partito di Grillo composto da tanti capitani Schettino che scappano davanti
alle difficoltà”. “Su Quarto – ha tirato la sintesi Della Ragione – i partiti
nazionali hanno condotto una loro battaglia fregandosene altamente del futuro
di questa città e dei Campi Flegrei. I partiti scappano dai sindaci, volevano far
dimettere Rosa che è parte lesa. Ma è il popolo che legittima i primi cittadini
e non Roma”. Nei prossimi giorni la Capuozzo lavorerà alla sostituzione dei tre
assessori dimissionari e dalla qualità delle nomine si capirà se saremo di
fronte a un esperimento politico nuovo o a una pura scelta di sopravvivenza.
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