VIDEO 5 GIORNI A 5 STELLE

DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

mercoledì 10 febbraio 2016

Quarto, l’ultimo fortino Capuozzo ritira l’addio

Rosa Capuozzo e Francesco Barbato
La sindaca (ex) 5Stelle resta in sella con l’appoggio dei “civici” di centrodestra
Spenti i riflettori, allentata la morsa soffocante dei media, messi da parte le scomuniche di Beppe Grillo e il M5s ormai ostile, la sindaca di Quarto Rosa Capuozzo ha ritirato le dimissioni presentate il 21 gennaio. Tirerà avanti contro i partiti, tutti. Per evitare l’ennesimo commissariamento, che dal ’92 a Quarto non c’è amministrazione che non venga sciolta per crisi politica o infiltrazioni malavitose. “Ho ricevuto diverse richieste di ritirare le dimissioni, resto per difendere la mia città e portare avanti il programma”, il concentrato di un discorso privo di accenni alla camorra o all’inchiesta della Dda di Napoli sui foto-ricatti di Giovanni De Robbio che lei non ha denunciato e relativi a un presunto abuso edilizio di famiglia, e sul sostegno elettorale al suo ex consigliere di un ras delle pompe funebri vicino al clan Polverino.
Pazienza se la Capuozzo non ha più una maggioranza, distrutta dalle defezioni grilline. Pazienza se per navigare a vista dovrà contare sull’appoggio esterno delle liste civiche di centrodestra del rivale al ballottaggio Gabriele Di Criscio, azzurro spogliato della casacca di Forza Italia. Quel Di Criscio che, applaudendo la scelta della Capuozzo e promettendole il numero legale che la sindaca, col suo gruppo ridotto a otto consiglieri su 24 (ribattezzato “Coraggio Quarto”), non è in grado di assicurare, ha aggiunto che “Quarto è una città sana e senza camorra, sempre criminalizzata”. L’inchiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e del pm Henry John Woodcock racconta però una realtà diversa: appetiti poco limpidi sullo stadio comunale (che la Capuozzo, a dire il vero, ha respinto), un imprenditore capace di fare il bello e cattivo tempo nel settore del caro estinto a suon di minacce e schiaffi, un presunto accordo di ambienti vicini al clan per sostenere De Robbio in cambio di nomine e favori. “Fummo sciolti nel ’92 per camorra e poi dopo molti anni sono stati tutti prosciolti – dice Di Criscio – e il processo per i fatti del commissariamento del 2012 non so come andrà a finire. Noi non vogliamo il commissario e collaboreremo col sindaco nel modo che lei riterrà opportuno”. Gongolava anche un altro leader della minoranza, Giovanni Santoro: “Complimenti sindaco, si è realizzato il fallimento dei 5 Stelle e dei grandi partiti come teorizzo da tempo”. La Capuozzo ha cambiato idea poche ore prima della scadenza dei 20 giorni che avrebbero reso irrevocabili le dimissioni. Si è presentata alla stampa (ma non ha voluto domande) per spiegare questo passo affiancata dal sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione e dall’ex deputato (ex) Idv Francesco Barbato, uno che nella penultima legislatura ha conquistato notorietà incatenandosi davanti a Montecitorio per sostenere battaglie a difesa dei consumatori.
Un primo cittadino giovanissimo e di simpatie grilline, ma eletto da liste civiche movimentiste, e un politico in rotta coi partiti. Il filo conduttore della nuova avventura della Capuozzo: il civismo spinto all’estremo, i partiti visti come nemici del territorio, e così acquista un senso anche il recente incontro con Luigi de Magistris, altro sindaco ‘senza simbolo’ e in guerra con M5s e Pd. “Ora in consiglio a Quarto non esistono partiti – ha detto lei, ma solo consiglieri eletti dal popolo”. “Non ci sono nemmeno macchie politiche – ha aggiunto Barbato – l’ultima macchia politica era il partito di Grillo composto da tanti capitani Schettino che scappano davanti alle difficoltà”. “Su Quarto – ha tirato la sintesi Della Ragione – i partiti nazionali hanno condotto una loro battaglia fregandosene altamente del futuro di questa città e dei Campi Flegrei. I partiti scappano dai sindaci, volevano far dimettere Rosa che è parte lesa. Ma è il popolo che legittima i primi cittadini e non Roma”. Nei prossimi giorni la Capuozzo lavorerà alla sostituzione dei tre assessori dimissionari e dalla qualità delle nomine si capirà se saremo di fronte a un esperimento politico nuovo o a una pura scelta di sopravvivenza.

Nessun commento:

Posta un commento