Zaia fa ricorso alla Consulta, Puglia e Lombardia approvano le mozioni dei grillini
Contro la Buona Scuola il Movimento 5 Stelle spinge verso il
ricorso alla Corte costituzionale. Lo fa dopo aver incassato l’a p p r ovazione
delle sue mozioni in tre consigli regionali. L’ultimo ok è arrivato ieri dal
Consiglio regionale della Lombardia, amministrazione guidata dal leghista
Roberto Maroni, a cui bisogna aggiungere anche la decisione del governatore del
Veneto Luca Zaia: dopo l’approvazione della mozione grillina il 1° settembre,
ieri il presidente ha annunciato un ricorso alla Consulta contro la riforma che
danneggerebbe l’autonomia della Regione nell’ambito scolastico, materia sulla
quale le Reg
ioni intervengono al fianco dello Stato: “La cosiddetta riforma
sulla ‘Buona scuola’ marginalizza, anzi cancella, il ruolo della Regione,
vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le
ha affidato”, ha detto Zaia. Per Alessandro Di Battista “Zaia ha preso un
impegno pubblico, speriamo che gli altri governatori facciano altrettanto”.
Il
suo invito è rivolto in particolare a Roberto Maroni e Michele Emiliano,
presidenti di Lombardia e Puglia, regioni dove la mozione è stata approvata. Tre
sono i profili di incostituzionalità della legge 107/2013 su cui l’avvocatura
della Regione Veneto punta nel suo ricorso: la definizione dell’offerta
formativa dei percorsi di istruzione e di formazione professionale erano di
competenza esclusiva delle Regioni e ora, in barba all’articolo 116 della Costituzione,
passano al ministero dell’Istruzione; passano inoltre agli Uffici scolastici
regionali, emanazione diretta del ministero, le decisioni sulle dimensioni
della rete scolastica; infine - stando al documento preparato dall’avvocatura -
molte indicazioni contenute nel testo della riforma “determinano una fitta rete
di interferenze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione
e formazione professionale e potenzialmente attribuiscono allo Stato competenza
ad adottare non solo norme di principio, ma anche disposizioni di dettaglio in
materia di istruzione”. Per questi motivi la riforma sarebbe incostituzionale,
ma la parola spetterà ai giudici della Consulta. Intanto c’è un’altra
avvocatura regionale al lavoro. È quella della Regione Puglia, dove la mozione
del Movimento 5 Stelle è stata approvata il primo agosto scorso, prima della
pausa estiva, grazie anche ai voti del Partito democratico. Qui il presidente
Michele Emiliano, molto critico nei confronti della riforma prima della sua
approvazione in parlamento, aspetta con cautela il parere dei tecnici per
decidere se fare il ricorso o no. I tempi, però, sono stretti: il termine per
presentare alla Suprema Corte la pregiudiziale di incostituzionalità è fissato
per il 13 settembre prossimo, motivo per il quale alcuni consigli regionali che
devono tornare in piena attività - come il Piemonte e la Sicilia - forse non riusciranno
nemmeno a discutere la mozione: “Se si va oltre ci sarebbe una possibilità -
spiega la consigliera regionale M5S del Piemonte Francesca Frediani -, cioè
quella di un intervento ad adiuvandum, a sostegno del ricorso presentato da
un’al - tra regione”. Oggi, invece, il documento (che è stato bocciato in
Liguria e in Friuli Venezia Giulia) dovrà essere valutato dal Consiglio
regionale della Toscana, mentre a Napoli gli eletti a cinque stelle
manifesteranno davanti al Centro direzionale per chiedere un ricorso diretto
alla Consulta.
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