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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

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mercoledì 9 settembre 2015

Buona scuola, M5S e Regioni preparano la spallata finale

Zaia fa ricorso alla Consulta, Puglia e Lombardia approvano le mozioni dei grillini



Contro la Buona Scuola il Movimento 5 Stelle spinge verso il ricorso alla Corte costituzionale. Lo fa dopo aver incassato l’a p p r ovazione delle sue mozioni in tre consigli regionali. L’ultimo ok è arrivato ieri dal Consiglio regionale della Lombardia, amministrazione guidata dal leghista Roberto Maroni, a cui bisogna aggiungere anche la decisione del governatore del Veneto Luca Zaia: dopo l’approvazione della mozione grillina il 1° settembre, ieri il presidente ha annunciato un ricorso alla Consulta contro la riforma che danneggerebbe l’autonomia della Regione nell’ambito scolastico, materia sulla quale le Reg
ioni intervengono al fianco dello Stato: “La cosiddetta riforma sulla ‘Buona scuola’ marginalizza, anzi cancella, il ruolo della Regione, vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato”, ha detto Zaia. Per Alessandro Di Battista “Zaia ha preso un impegno pubblico, speriamo che gli altri governatori facciano altrettanto”.

Il suo invito è rivolto in particolare a Roberto Maroni e Michele Emiliano, presidenti di Lombardia e Puglia, regioni dove la mozione è stata approvata. Tre sono i profili di incostituzionalità della legge 107/2013 su cui l’avvocatura della Regione Veneto punta nel suo ricorso: la definizione dell’offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione professionale erano di competenza esclusiva delle Regioni e ora, in barba all’articolo 116 della Costituzione, passano al ministero dell’Istruzione; passano inoltre agli Uffici scolastici regionali, emanazione diretta del ministero, le decisioni sulle dimensioni della rete scolastica; infine - stando al documento preparato dall’avvocatura - molte indicazioni contenute nel testo della riforma “determinano una fitta rete di interferenze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione e formazione professionale e potenzialmente attribuiscono allo Stato competenza ad adottare non solo norme di principio, ma anche disposizioni di dettaglio in materia di istruzione”. Per questi motivi la riforma sarebbe incostituzionale, ma la parola spetterà ai giudici della Consulta. Intanto c’è un’altra avvocatura regionale al lavoro. È quella della Regione Puglia, dove la mozione del Movimento 5 Stelle è stata approvata il primo agosto scorso, prima della pausa estiva, grazie anche ai voti del Partito democratico. Qui il presidente Michele Emiliano, molto critico nei confronti della riforma prima della sua approvazione in parlamento, aspetta con cautela il parere dei tecnici per decidere se fare il ricorso o no. I tempi, però, sono stretti: il termine per presentare alla Suprema Corte la pregiudiziale di incostituzionalità è fissato per il 13 settembre prossimo, motivo per il quale alcuni consigli regionali che devono tornare in piena attività - come il Piemonte e la Sicilia - forse non riusciranno nemmeno a discutere la mozione: “Se si va oltre ci sarebbe una possibilità - spiega la consigliera regionale M5S del Piemonte Francesca Frediani -, cioè quella di un intervento ad adiuvandum, a sostegno del ricorso presentato da un’al - tra regione”. Oggi, invece, il documento (che è stato bocciato in Liguria e in Friuli Venezia Giulia) dovrà essere valutato dal Consiglio regionale della Toscana, mentre a Napoli gli eletti a cinque stelle manifesteranno davanti al Centro direzionale per chiedere un ricorso diretto alla Consulta.

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