Cartoline da Copenaghen:“Se non sapete il danese restate a casa vostra”
Quando
ieri mattina i lettori dei principali quotidiani libanesi hanno iniziato a
sfogliarli, devono aver pensato di essere vittime di allucinazioni a causa del
continuo flusso di informazioni sull'esodo biblico di profughi, che peraltro
loro conoscono bene, avendone accolti a centinaia di migliaia in questi 4 anni
di conflitto nella confinante Siria. Un'intera pagina riproduceva, con tanto di
timbro e firma del ministero dell'Immigrazione e integrazione danese, Inger
Støjberg, una lista di restrizioni per tutti coloro che d'ora in poi intendono
chiedere asilo in Danimarca. Il neo governo di minoranza di destra danese,
spinto dagli xenofobi anti immigrati del Dpp, il Partito danese del popolo -
risultato secondo alle consultazioni del giugno scorso - ha comprato un maxi
spazio pubblicitario per scoraggiare i quasi due milioni di siriani rifugiati
in Libano dall'avventurarsi verso l'evoluta terra del nord Europa, dove lo
stato sociale, il welfare e l'accoglienza dei più deboli, ha finora guidato la
società come una stella polare. Ora però non è più così, non sarà più così, per
chi non vi è nato. Da quanto si legge, il nuovo governo non fa differenza tra
immigrati economici e profughi che fuggono dalle guerre . Il primo avvertimento
della lista basata sulle recenti leggi approvate dal Parlamento segnala la
riduzione del 50 per cento delle agevolazioni sociali finora garantite ai
rifugiati. A scanso di equivoci, il titolare del ministero ha fatto pubblicare
la lista in due lingue: inglese e arabo. E a proposito di lingue si legge: “Per
ottenere un permesso di residenza permanente è richiesta la conoscenza e la
comprensione della lingua danese”. Inoltre per coloro che “hanno un permesso di
soggiorno temporaneo non è possibile chiedere il ricongiungimento familiare durante
il primo anno”. Il partito xenofobo ritiene queste norme largamente
insufficienti e cercherà di spingere, grazie ai suoi 37 parlamentari, su 179,
per un ulteriore inasprimento. La restrizione su cui punta maggiormente è la
sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa. Pur
non facendo parte della coalizione di governo, ma grazie all'exploit
elettorale, il Dpp giocherà un ruolo chiave nell'orientare l'agenda politica
del governo di minoranza che sarà spesso obbligato a chiedere l'appoggio
esterno ai suoi deputati. Il mese scorso, questi ultimi avevano avvertito
l'esecutivo di regolare quanto prima la questione della lingua, ammonendo che
gli immigrati impiegati nei fast food (la maggior parte) devono smetterla di
parlare in pizza danese, il modo con cui viene definito sprezzantemente il
danese parlato dagli stranieri. La pagina pubblicitaria ha sconcertato i
lettori libanesi che sanno bene due cose: i profughi siriani che si sono
riversati in massa oltre confine difficilmente hanno tempo di leggere i
quotidiani, impegnati a cercare il modo di sbarcare il lunario e, se anche ce
l'avessero, non si possono permettere di acquistare giornali perchè ogni
centesimo per loro è prezioso. Chi invece, tra loro, ha tempo e soldi,
significa che ha trovato una sistemazione in Libano e non ha intenzione di
lasciarlo, nell'attesa di tornare , prima o poi, a casa, appena al di là della
frontiera.
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