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mercoledì 14 ottobre 2015

BUON APPETITO - Pasti saldati con bonifici dal Comune

Ecco le fatture di Lino che Renzi non ha mostrato
Così Palazzo Vecchio ha pagato pranzi e cene
dell’allora sindaco (sotto indagine)


Le fatture della trattoria “Da Lino” sono state registrate da Palazzo Vecchio e pagate direttamente con bonifico. La prima conferma all’intervista rilasciata domenica al Fatto dal ristoratore Lino Amantini – “mandavo le fatture direttamente in Comune”– la fornisce proprio la contabilità dell’ente fino al 2014 guidato da Matteo Renzi: i fiorentini nel corso del 2013 hanno onorato undici fatture inviate direttamente al municipio dal ristoratore di fiducia del loro sindaco. La seconda conferma con ogni probabilità arriverà dall’inchiesta avviata lunedì dalla Corte dei conti per verificare a tappeto le spese del Comune, così come aveva fatto su quelle della Provincia relative al mandato da presidente dell’oggi premier – negli anni tra il 2005 e il 2009 – scoprendo che le voci di rappresentanze si sono perse in mille rivoli tra cui il cerimoniale. NEL 2011 è però cambiata la normativa ed è stato introdotto l’obbligo di rendicontare le spese ma lasciando totale autonomia alla scelta dei singoli amministratori sul livello di trasparenza. Renzi si adegua. E rende noti nel 2011 e nel 2012 due documenti generici al massimo: non ci sono nomi di ristoranti, accompagnatori e spesso mancano pure le date. Un esempio: 1.375 euro per “servizio catering” realizzato per “visita ufficiale delegazione estera”. I pasti? Sono tutti “colazioni istituzionali”. Dove non si sa. I viaggi? “Servizi transfer”, motivati con “missioni istituzionali all’estero”, importi vari fino a 2.500 euro. Così scorre il 2011 e dalle casse escono per queste generiche “spese di rappresentanza” 46.488 euro. L’anno successivo nulla cambia in trasparenza ma aumenta l’esborso complessivo che sale di dieci mila euro. Spende circa 9.000 euro per ospitare “artisti senegalesi”. Quali? Non si sa. Compare una nuova voce: “ servizi di transfert con car sharing” per “incontri di rappresentanza istituzionale a Roma”: marzo 500 euro, febbraio 748, aprile 462 e via di seguito. Ma sono indicate per mese e non si sa dove andasse nella Capitale e a vedere chi soprattutto. O per partecipare a qualche trasmissione televisiva? Del resto alle interpellanze presentate dall’opposizione – ricorda Tommaso Grassi di Sel – proprio tra il 2012 e il 2013 sulle sue apparizioni nel piccolo schermo, Renzi rispose che si trattava di “interventi per il bene della città”. Nel 2012 il Mef invita Corte dei Conti e Procura ad aprire un fascicolo sulle spese sostenute da Renzi quando era in Provincia. E lui, ormai sindaco, adegua la rendicontazione: nel 2013 registra qualche dettaglio in più. Così si scopre che la trattoria da Lino invia undici fatture che vengono saldate per bonifico bancario. Ma non è l’unico. Stesso iter lo segue anche la Buca dell’Orafo, il Palagio (ristorante del Four Season, 830 euro), L’Ora d’aria, ristorante di Marco Stabile che, secondo il Corriere della Sera, Renzi ha portato a Palazzo Chigi per qualche pranzo speciale. L’elenco prosegue. Con altri ristoranti, bar, (Perseo, 452 euro), pasticcerie (Rivoire, 97 euro) e caffetterie. Non in una voce è però specificato il motivo della spesa: generici rapporti istituzionali. A contestazioni simili l’ex sindaco Ignazio Marino ha fornito informazioni dettagliate su commensali e motivo degli incontri. Renzi, nonostante da giorni invochiamo trasparenza, insiste nel ripetere che lui ha messo on line tutto: ma dove? STESSO discorso vale per la Provincia. Anche nel 2012 disse che lui aveva pubblicato già tutto “per primo in Italia”. In realtà fu il sito Qelsi.it il primo a pubblicare gli atti dell’inchiesta della Corte dei conti: un fiorire di dettagli fino ad allora sconosciuti. Basti la delibera del luglio 2006: 12 fatture di Lino e sette di Garibaldi. “Le date possono non corrispondere a quelle effettive dei pasti perché le fatture venivano raccolte e deliberate tutte insieme”, spiega Guido Sensi, ex capogruppo di opposizione a Renzi in Provincia. Quindi solo Renzi può fornire dettagli specifici. Marino l’ha fatto. Il premier che aspetta?

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