VIDEO 5 GIORNI A 5 STELLE

DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

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mercoledì 11 maggio 2016

IL SINDACO DI LIVORNO Nogarin, la Procura chiarisce: nessuna nuova accusa

Filippo Nogarin è indagato solo per concorso in bancarotta fraudolenta. È quanto risulta da una comunicazione emessa dalla procura della Repubblica di Livorno, su richiesta dell’avvocato del sindaco, Sabrina Franzone. Si può essere indagati senza ricevere un avviso di garanzia, e il fatto che Nogarin avesse ricevuto l’avviso solo per bancarotta aveva lasciato aperta la strada all’ipotesi che gli venissero contestati anche altri reati. Era quanto scritto dal Tirreno, secondo cui il sindaco grillino sarebbe indagato anche per abuso di ufficio e falso in bilancio, nell’ambito dell’inchiesta “Città pulita” su Aamps, la municipalizzata dei rifiuti per cui la giunta M5s ha chiesto il concordato preventivo. In particolare, scrive il quotidiano livornese, a Nogarin verrebbe contestata la revoca del Cda dell’azienda, il 7 gennaio scorso, e l’approvazione del bilancio 2014, nonostante il parere contrario dei revisori dei conti. Ma la Procura ha confermato che il sindaco è iscritto nel registro degli indagati solo per concorso in bancarotta fraudolenta, per il quale ha ricevuto sabato un avviso di garanzia. Per lo stesso reato sono indagati anche l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, e l’ex sindaco Alessandro Cosimi, del Pd.
Il F.Q. del 11 maggio 2016 – pag. 5

lunedì 2 maggio 2016

#5giornia5stelle del 29 Aprile 2016 - #spystory

A Genova, pochi giorni fa, un nuovo disastro “fossile”. Il petrolio sfuggito da un oleodotto inquina il fiume e arriva al mare, creando una chiazza di dieci chilometri. Alice Salvatore, portavoce in Regione Liguria, ci mostra le zone colpite mentre i parlamentari Alberto Zolezzi e Carlo Martelli raccontano cosa c’è dietro al business locale degli impianti petroliferi.
Matteo Mantero ricorda le proposte del M5S per superare la dipendenza dal fossile, e infine Alessandro Di Battista e Davide Crippa parlano in piazza ai cittadini: dobbiamo riuscire a superare il modello di sviluppo basato sul fossile, ma possiamo farlo solo tutti insieme.
Intanto il DEF arriva nelle aule parlamentari. Laura Castelli e Barbara Lezzi denunciano come il contenuto reale sia molto diverso dalla propaganda televisiva, dove il governo non fa che dipingere come rosea una situazione economica che è invece drammatica per il Paese. Per questo il M5S vota No al documento.
Da Bruxelles, Laura Ferrara ci porta una buona notizia: è stata una settimana importante, in cui il Parlamento Europeo ha approvato unarelazione M5S sulla trasparenza costruita passo passo dai portavoce insieme a tantissimi cittadini, sulla piattaforma Rousseau. Finalmente in Europa avremo più trasparenza durante i negoziati e nei trattati, un registro per tenere traccia dei lobbisti, la tutela dei whistleblowers. Insomma: basta porte chiuse!
Continuano gli scandali che vedono il PD indiscusso protagonista. In aula al senato Nunzia Catalfo denuncia i fatti di Caserta: corruzione, scambio voti, concorso esterno, turbativa d’asta, appalti illeciti, la fedina penale del Partito Democratico si allunga sempre più. E tra gli esponenti indagati, addirittura il Presidente del PD in Campania. I cittadini devono sapere, e soprattutto il parlamento non faccia ancora orecchie da mercante sull’ennesimo scandalo del partito di maggioranza.
Spy story a Roma. Il nostro Angelo Tofalo, membro Copasir, ci racconta gli intrighi renziani di cui sono oggetto i servizi segreti: scelte delicatissime e poltrone importantissime che diventano oggetto di giochi di Palazzo. Renzi infatti si ostina a voler nominare a tali decisive posizioni il suo vecchio amico Carrai, quello diventato famoso perché gli prestava casa a Firenze. Anche se Carrai non ha un curriculum adatto, Renzi vuole conferirgli una poltrona di consulenza strapagata sulla cybersecurity. Siamo alla privatizzazione dei servizi segreti, e ai segreti del Paese consegnati a chissachi?
Continua la campagna per le amministrative, e i nostri candidati sindaco presentano i loro programmi ai cittadini. Questa settimana è toccato a Matteo Brambilla a Napoli e a Gianluca Corrado a Milano.
Infine, il M5S non dimentica lo scandalo dei derivati. Alessio Villarosa denuncia come tali azzardi finanziari abbiano fatto perdere all’Italia ben 22 miliardi solo negli ultimi 4 anni, mentre la procura nega ai parlamentari l’accesso alle informazioni relative a tali strumenti. Daniele Pesco chiede: i cittadini italiani hanno o no il diritto di sapere come sono stati usati i loro soldi, sperperati al tavolo della finanza speculativa dai partiti insieme alle banche d’affari? 


domenica 24 aprile 2016

#5giornia5stelle del 22 Aprile 2016 - #acquanonsivende

Questa settimana abbiamo detto addio alla "Legge popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua". La prima firma era del MoVimento 5 Stelle, Federica Daga, ed era una legge per rispettare una volta per tutte la volontà referendaria di 27 milioni di cittadini.
Di quella volontà non è rimasto nulla: la maggioranza ha tolto l'articolo 6, cuore della legge, lasciando via libera ai privatizzatori. Come denunciano in aula i nostri portavoce D’Incà, Fico, Di Battista, De Rosa, l'acqua sarà ri-privatizzata a forza e per esclusiva volontà di governo e maggioranza.
Siamo stati anche dal Presidente della Repubblica Mattarella, con i nostri portavoce Michele Dell’Orco e Nunzia Catalfo. Gli abbiamo portato le preoccupazioni dei cittadini per lo scandalo "Trivellopoli" che si allarga ogni giorno di più, e un Governo che risulta sempre più compromesso con le lobby e con i condannati in maggioranza. Gli abbiamo anche parlato della legge sul Reddito di Cittadinanza, ancora ferma al Senato.
Alla Camera, i portavoce Fico, Crippa, Cioffi, Martelli e Girotto hanno presentato il Programma Energetico Nazionale elaborato dal M5S. E’ un programma che punta sulle rinnovabili e sull’uscita dal petrolio entro il 205, perché noi crediamo che “modernizzare” non significhi, come sostiene il governo, aiutare ancora le trivelle, ma aiutare l’Italia ad uscire da un paradigma vecchio di cento anni e orientarla ad una transizione energetica oramai inevitabile.
E’ stata finalmente discussa in aula la sfiducia che il M5S ha chiesto per il governo Renzi. Nunzia Catalfo, in un discorso appassionato, spiega che sarà bocciata a causa di Verdini, rinviato a giudizio x la sesta volta, che salverà un governo corrotto. Il Paese è costretto ad assistere ad uno spettacolo indegno, tra delinquenti politici e penali, conclude Nunzia. 
Da Bruxelles Tiziana Beghin racconta come i nostri portavoce si siano concentrati sulla strategia commerciale europea, in 5 punti principali: la difesa del manifatturiero, delle PMI, i diritti umani per lavoro e ambiente, la trasparenza e la lotta alla contraffazione. Ora è il turno dei cittadini, che potranno dare il loro contributo sulla piattaforma Rousseau/Lex Europa.
Alla Camera, poi, è stato presentato l’emendamento M5S a prima firma Sergio Battelli per togliere il monopolio alla SIAE: un carrozzone all’italiana ed una “Società Impegnata Ad Estorcere” come la definiscono molti cittadini.
Infine, un messaggio dal sindaco di Livorno, che racconta come stanno davvero le cose riguardo le indagini della magistratura: “Siamo stati noi a portare i libri in tribunale. Ci siamo rifiutati di far pagare ai livornesi i debiti lasciati dal PD. Abbiamo assunto i 33 precari che vivevano sotto ricatto occupazionale. In questo momento abbiamo bisogno del sostegno di tutta la comunità 5 stelle.”


venerdì 15 aprile 2016

#5giornia5stelle del 15 Aprile 2016 - #grazieGianroberto

La settimana del 12 aprile è stata la più triste per il M5S, quella in cui il nostro fondatore Gianroberto Casaleggio ci ha lasciato all'improvviso. Ma non ci ha lasciato smarriti e senza bussola, il suo sogno, il suo messaggio sono scolpiti profondamente nella nostra memoria e nei nostri intenti: "E' difficile vincere contro chi non si arrende mai". Il MoVimento non si arrenderà mai, i portavoce non si arrenderanno mai, e per questo anche in una difficile settimana non hanno smesso di lavorare per il futuro e per quel sogno.
Alla Camera sono arrivate infatti al capolinea le riforme costituzionali tanto volute da Renzi e da Maria Etruria Boschi, riforme decise da una maggioranza illegittima e formata da inquisiti, lobbisti e amici degli amici al centro dello scandalo Trivellopoli. I portavoce M5S sono usciti dall'aula per non avallare neppure con la loro presenza un tale scempio, e Luigi Di Maio, Michele Dall'Orco e Nunzia Catalfo hanno spiegato la nostra mozione di sfiducia ad un governo che deve solo andare a casa il prima possibile, altro che toccare la Costituzione.
Ma questa è anche la settimana del referendum contro le trivelle, e il MoVimento non dimentica la sua stella dell'Energia. Al Senato si è approvata a larga maggioranza la nostra mozione sulla detrazione fiscale del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici, come spiega Gianni Girotto, mentre alla Camera Michele Dell'Orco interviene con un'interrogazione sul caso del Sottosegretario De Vincenti, ennesimo personaggio legato al governo e coinvolto nello scandalo Trivellopoli. 
Anche i nostri portavoce a Bruxelles stanno combattendo insieme a noi la battaglia per il Sì al referendum, una "battaglia di civiltà" come la definisce Piernicola Pedicini, che invita tutti ad andare a votare. Basta una matita, basta votare per il Sì e si può cambiare la politica energetica del Paese, ci ricorda Dario Tamburrano. E se qualche amico non ha ancora capito perché si deve votare Sì? Gli spiega tutto il portavoce in Sicilia Giampiero Trizzino, con una bella infografica che non lascerà più spazio a dubbi. Fatela girare!

Al Senato, poi, è stata approvata la nostra mozione contro la piaga della sottrazione dei bambini da parte di genitori originari di un altro Paese. La nostra proposta prevede l'istituzione di un coordinamento tra i ministeri per contrastare tale fenomeno, come spiega Enza Blundo.

Infine, buone notizie da Livorno: ce le racconta Gianni Lemmetti, Assessore al Bilancio. E' stato infatti approvato il Bilancio di Previsione fino al 2018, che è risultato solido e che grazie alla soppressione del Patto di Stabilità consentirà di investire ben 20 milioni di euro in opere pubbliche, di non aumentare tasse e imposte ma anzi abbassare in futuro la TARI. Ottimo lavoro!




giovedì 14 aprile 2016

Rousseau

A giorni sarà disponibile, anche in versione mobile, la prima release beta del sistema operativo Rousseau del M5S. Di seguito una sua descrizione generale. Le funzioni ancora mancanti saranno completate entro l'anno, mentre verranno regolarmente recepiti i miglioramenti richiesti dagli utenti iscritti al M5S che saranno gestiti per ogni funzione da responsabili eletti nel M5S. La complessità del M5S, che dopo le ultime elezioni ha raggiunto i 1.796 eletti, rende necessario l'utilizzo di questo strumento per un movimento on line. Si richiede agli iscritti di partecipare e di contribuire con suggerimenti, critiche, proposte, evidenziazione di eventuali errori.
Rousseau è il sistema operativo del MoVimento 5 Stelle.
I suoi obiettivi sono la gestione del M5S nelle sue varie componenti elettive (Parlamenti italiano e europeo, consigli regionali e comunali) e la partecipazione degli iscritti alla vita del M5S attraverso, ad esempio, la scrittura di leggi e il voto per la scelta delle liste elettorali e per dirimere posizioni all’interno del M5S.
Solo gli iscritti al M5S possono accedere a Rousseau.
Le funzioni sono disponibili dopo l’identificazione che, oltre all’identità, prevede anche il profilo, ad esempio se eletto o meno e città di residenza.

Funzioni disponibili nella prima release:
  • Lex nazionale, partecipazione alla scrittura delle leggi nazionali proposte dai parlamentari
  • Lex regionale, partecipazione alla scrittura delle leggi regionali proposte dai consiglieri regionali
  • Lex Europa, partecipazione alla scrittura delle leggi regionali proposte dagli europarlamentari
  • Vota, voto per le liste elettorali o per pronunciarsi su un tema specifico
  • Fund Raising, raccolta fondi per elezioni o eventi del M5S
  • Scudo della Rete, raccolta fondi a tutela legale del M5S o di suoi iscritti ed eletti

In futuro saranno attivate:
  • Attivismo, (materiali di supporto alle iniziative del M5S, sia digitali (es. la marcia virtuale o Attivista a 5 Stelle), sia volantini esplicativi ( es. per il Reddito di Cittadinanza e per l’Euro), sia video e/o foto
  • Sharing, archivio con le diverse proposte (interrogazioni, delibere, leggi, ecc. a livello comunale e regionale con una tassonomia comune
  • E-learning, lezioni sulle strutture in cui sono inseriti gli eletti e sul loro funzionamento
  • Lex iscritti, proposte di legge formulate dagli iscritti che in seguito vanno presentate dagli eletti nelle diverse sedi
  • Gruppi di lavoro (meet up), informazioni sui e dai gruppi sul territorio su iniziative in corso

Stelle accese
All’ingresso in Rousseau le stelle che si vedranno “accese” saranno in funzione della propria identità/profilo. Ad esempio se ci sono votazioni per le liste elettorali per la Regione Lombardia potrà votare solo chi è iscritto al M5S e risiede in Lombardia e, in quel caso la stella “Vota” sarà accesa, lo stesso profilo potrà accedere alla scrittura delle leggi regionali lombarde e in questo caso sarà accesa anche la stella “Lex regionale”.

Responsabili delle funzioni
Voto: staff
Lex Nazionale, CameraManlio Di Stefano
Lex Nazionale, SenatoNunzia Catalfo
Lex RegionaleDavide Bono
Lex EuropaDavid Borrelli
Scudo della ReteAlfonso Bonafede
AttivismoPaola Taverna
Fund Raising: staff
SharingMax Bugani e Marco Piazza
E-learningNicola Morra
Lex iscrittiDanilo Toninelli
Gruppi di lavoro (meet up)Roberto Fico e Alessandro Di Battista



mercoledì 6 aprile 2016

Grillo passa le consegne: “Cederò gestione e logo”

Il comico accelera: “Ci affideremo a persone nate con il M5s, processo già in corso”
Il passo di lato l’ha già fatto e lo rivendica, quasi euforico: “Voglio tornare a fare il comico, fare liberamente battute anche sui vegetariani, è la mia natura che scalcia”. Ma Beppe Grillo, il fondatore che è ancora il garante dei Cinque Stelle, guarda già alla successione definitiva: “Io voglio che il Movimento diventi una sorta di gestione fatta da persone che vi sono dentro, che sono nate con me e con Gianroberto Casaleggio. Succederà, è un processo di cambiamento che è già in corso”. Al Corriere.it, Grillo conferma il cambio di pelle dei suoi 5Stelle. È già il presente, il passaggio di consegne al Direttorio. E forse non è lontana neppure la cessione del marchio del Movimento, di proprietà esclusiva del comico, ai parlamentari di prima fila. La dote formale al Luigi Di Maio che incontra ambasciatori e spunta da ogni tv, da candidato premier non ufficiale ma evidente. Ad Alessandro Di Battista, l’unico che può (e vuole) competere con Di Maio per popolarità e peso interno. E a una struttura di coordinamento (leggi, di comando) che dovrà per forza allargarsi, perché il M5s ha 1700 eletti sparsi per l’Italia, e cinque persone ai vertici non possono bastare.
Ma i parlamentari dovranno presto trovare nuovi equilibri. Perché si sta gradualmente ritraendo anche il co-fondatore Casaleggio, la guida politica. Il “guru” ancora ascolta, consulta, talvolta ordina (come sulle unioni civili). Nel prossimo futuro però sarà meno coinvolto, deciso anche a lui a lasciare sempre più spazio a Di Maio e ai parlamentari. Il baricentro si sposterà da Milano a Roma. I vertici ne hanno già parlato nella riunione dell’11 marzo scorso, negli uffici milanesi della Casaleggio associati. C’erano Casaleggio senior, suo figlio Davide, Grillo, e i cinque del Direttorio. Ore di riunione, per pianificare rotta e iniziative per le Comunali. Soprattutto a Roma e Torino, le piazze da vincere, dove Grillo potrebbe comparire nei comizi (sarà anche a Bologna, dicono). Ma anche piani per i prossimi mesi del M5s. E discussioni sul suo assetto.
Si lavora a una “segreteria”, a un Direttorio con nuove deleghe. Potrebbe entrarvi Paola Carinelli, deputata milanese fedelissima di Casaleggio, data in ascesa. Ma il Grillo che parla di “persone” nate col Movimento schiva il termine parlamentari. Ergo, nel coordinamento potrebbero entrare anche eletti locali. E chissà quanto peso avrà il figlio di Casaleggio, tema tutt’altro che secondario. Probabilmente nella riunione-fiume si è parlato anche della cessione del marchio, registrato da Grillo nel 2012 all’ufficio marchi e brevetti del ministero dello Sviluppo economico. Il giornalista del Corsera gli chiede per due volte del tema, (“Cederà il marchio?”) e l’artista alla fine risponde: “Succederà, io ho già tolto il mio nome dal simbolo”. Ora per il fondatore è di nuovo tempo di palco, con la seconda tornata di date per lo spettacolo Grillo vs Grillo. Si riparte venerdì, a Livorno. Ma il comico che vuole tornare a esserlo è ancora dentro la politica. “Se Virginia Raggi non vince a Roma, divento un serial killer di acari o mi do fuoco in piazza” scriveva ieri nel suo lungo intervento sul Fatto. Scherzando, ribadiva che il M5s nella Capitale vuole vincere a tutti i costi, come trampolino verso le Politiche. Inevitabili da qui a un anno, a detta del Direttorio e di Casaleggio. “Renzi e i suoi non ce la fanno più a reggere” ripete da giorni Di Maio nelle chat interne. Presto però anche il M5s dovrà dimostrare di sapersi reggere. In piedi, e da solo: o quasi.
Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano – 6 marzo 2016 – pag. 14




martedì 5 aprile 2016

Grillo: il delirio di essere reali e il metodo del tenente Colombo

Stavo guardando un pezzo sul pesce e il pomodoro. Tu dicevi: “Questi mettono nei pomodori il gene di un pesce e poi dicono che hanno dato una acceleratina alla natura… belìn ma quando, in natura, un branzino avrebbe pensato di farsi un pomodoro!?! Alla faccia dell’accorciatina, questi mettono i geni di pesce nel pomodoro perché non marcisca, magari è una cosa fantastica, però ditecelo!”. Sai forse qual è l'elemento distintivo di questo periodo storico e culturale? Il fatto che non è più possibile dare per scontato nulla. Ci sono molti pregiudizi sull'atteggiamento mentale che ha una persona quando dà qualcosa per scontato. Eppure si tratta di uno dei meccanismi mentali più intriganti, dal momento che poggia sia sull'interiorità sia sul senso sociale. Se io do qualcosa per scontato significa che immagino in modo automatico che l'esperienza sia condivisa in modo talmente “scontato” che non sia necessario dirlo. Mentre ridevo per il pomodoro e il merluzzo, ho fatto una cosa che mi capita di rado, stavo riflettendo: il tuo comportamento, in quanto tuo, tendi a darlo per scontato, ma non lo è affatto per gli altri. Figurati quando rinunci a 42 milioni di euro! Dal momento che tu abbandoni il Movimento (col cazzo!), secondo me sarebbe utilissimo vederti prendere delle posizioni, attraverso dei messaggi chiari, brevi, senza possibilità di replica alcuna, finalizzati proprio a evitare che le persone diano qualcosa per scontato riguardo al Movimento 5Stelle. Quando sento ripetere che il Movimento ha rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali e non vedo la televisione gonfiarsi e diventare rossa, resto sconvolto. Ma chi cazzo rinuncia a 42 milioni? Detto questo, pensavo (ahahahah): com'è possibile che qualcuno possa permettersi di dire che il Movimento rappresenta la lobby di Casaleggio e Grillo, se 'sti due pazzi sono partiti rinunciando all'equivalente di svariati miliardi di lire? Sai quel tipo, quella specie di Sgarbi dell’economia alla Gabbia? Ha detto così…non si ricorda che rinunciate ai soldi, ma dice che lo fate per i soldi: sei tu che dovresti denunciare lui per calunnia, non è il Pd che dovrebbe denunciare te! Prova a rifletterci: perché la gente sembra sorda a quei 42 milioni lasciati allo Stato? Pochissime persone fanno caso a quella realtà, che sarebbe sufficiente (con poche altre considerazioni) a vedere nel Movimento l'unica alternativa sensata allo sfacelo in corso. Te lo spiego io il perché: la gente dà per scontato che non è vero, nessuno rinuncia a 42 milioni di euro: pertanto, anche senza dirlo, il cervello delle persone non lo rappresenta come reale. Il fatto che Di Maio, Di Battista e gli altri continuino a ripeterlo non fa che rinforzare il rifiuto mentale dei telespettatori, utenti, carne da macello che un tempo si chiamavano cittadini. “Se continuano a ripeterlo significa che non è vero”. Ricordati, Beppe, che per il cervello “vero” e “falso” non hanno nulla a che fare con quello che pensiamo: sono gestiti dalle strutture più arcaiche del cervello, che soltanto in rarissimi casi la volontà riesce a influenzare, figurati tu. Il cervello pensa a “re al e” o “non reale”… Il mio cane è qui con un impianto a tutto volume che trasmette funky, e non balla. Sai perché non balla e non caga la tv, beato lui? Perché per lui la tv non esiste, come la morte, ed è per quello che il cane certe volte se ne sta davanti alla tomba dell'ex padrone e pensa: “Questo qui è andato a nascondersi lì sotto, cambia un mucchio di odori, ma quando cazzo esce?”. Non sa che esiste la morte. Quindi non piange l'amato padrone: lo aspetta. Ok, quindi c’è un problema di “troppo per essere credibile”. E allora: se la consapevolezza dell'atteggiamento morale della gran parte dei componenti del Movimento non basta a farli stravincere alle elezioni, bisogna assolutamente fare qualcosa. Che cosa? Secondo me, l'unica via percorribile è proprio parlarne così, liberamente, chiedendosi davanti a tutti come sia possibile che le persone siano raggiunte in maniera non efficacissima, ma solo abbastanza efficace, da queste differenze madornali fra il Movimento e il resto del mondo politico. Se non ne parliamo così, qualunque altra cosa sarebbe manipolazione; ma, conoscendoti, so che hai così pochi scheletri nell’arma dio che te lo puoi permettere. Sai come fa alle volte il tenente Colombo? Ci sono delle scene in cui “si riduce” a chiedere direttamente al colpevole come deve fare per incastrarlo! Il suo metodo consiste proprio nel condividere, addirittura con il bersaglio di un'indagine, i dubbi e le incertezze dell'investigatore. Per me resta il personaggio più geniale mai inventato! Se tu concedessi un'intervista, o pubblicassi degli articoli, in cui ti domandi come sia possibile che la gente non sia sconvolta dalla novità del Movimento –attraverso la logica che ti ho esposto sopra – raggiungeresti le persone con un messaggio che verrebbe pure creduto. Senza ricorrere alle manipolazioni alla renzi (scusa il minuscolo, ma non ce la faccio a usare la maiuscola con il Bomba). Io sto facendo degli esperimenti. Chiedo alle persone: “Cosa ne pensi del fatto che il M5S ha rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali?”. Le risposte mi confermano la necessità di saltare l'ostacolo che nasce dal meccanismo di dare per scontato che non è vero. La più carina è stata: “E grazie... Grillo è un miliardario!!!”. Come se una persona molto benestante potesse avere tutti soldi del mondo semplicemente volendolo. Credimi: il cervello umano ha molta più facilità a credere questo, piuttosto che riflettere sulla dimensione morale del Movimento. Non è possibile sottoporre il pubblico a un simile stravolgimento delle cose senza spiegarglielo! Le alternative sono due: a) diventare gradualmente come gli altri; b) cominciare a darsi fuoco in piazza. Tu hai l'ironia necessaria per capire che la seconda è la migliore rappresentazione mentale possibile di ciò che state davvero facendo. Non voglio vederti un giorno davanti al Grande Orologiaio che ti dice: “Signor Grillo, lei ha voluto ostacolare le leggi fondamentali della natura! Ha voluto essere sincero con il popolo!”. La logica di un comico consiste nel raggiungere quella parte di noi che apprezza la verità, la percepisce come un fatto artistico. E, grazie al comico, finalmente vede qualcosa che prima non vedeva. Ma il comico soffre tutta la vita perché non si capacita del fatto che questa operazione di smascheramento della vera verità non abbia effetti pratici nel mondo. Non credo che molta gente viva meglio il proprio sconcerto perché il comico le ha spiegato la realtà sotto un’a ltra prospettiva. Il paradosso della comicità sta in una piccola palude mentale che abbiamo tutti nella scatola cranica: la verità per noi non è una guida, la guida la teniamo in considerazione quando è reale e non quando è vera. Perché siamo dei coglioni, perché la mente ancora non comanda nulla ed è ospitata da un cervello piuttosto infastidito. Questo è triste quanto il fatto che esiste una persona bella su mille e solo una su un milione ragiona in modo creativo! Marcellus Wallace direbbe: “Questa è una merdosissima realtà della vita di fronte alla quale il tuo culo deve essere preparato”. Io non sopporterei l'idea che il Movimento non vincesse queste elezioni! Se succede divento un serial killer di acari con la lente e un minuscolo spray! Qualunque cosa va fatta per evitare questo rischio. Se Virginia Raggi perdesse, tanto varrebbe ritirarsi! Che bisogna fare ancora? Candidare a sindaco la Madonna? Se il M5S perdesse, mi sentirei come mi sento quando sto aspettando che le funzioni vitali riprendano grazie a quello che ho fatto ma, invece, il paziente diventa grigio… le labbra blu… la pupilla si fissa proprio come se la natura mi stesse mandando affanculo e se tutte le macchine e farmaci e procedure che ho messo in atto fossero ridicole. Una forma di sconfitta insopportabile ai non addetti ai lavori potrebbe demoralizzare il Movimento a livelli irreparabili. Quando si verificano simili fallimenti, magari lavorando insieme a un collega trentenne, la mia preoccupazione principale è di tenere insieme lui, come la tua ad esempio è di tenere insieme Di Maio. Non tenere più presente me stesso è ormai la mia dote professionale più importante. Ma tu sei un comico, Beppe, sei un fottutissimo artista, grazie al cielo non sei costretto a imparare questo genere di cose. Però, per pochi quarti d'ora ogni tanto, per te come per gli altri leader sarebbe indispensabile conoscere bene questi meccanismi. Renzi li vive direttamente senza saperlo, mentre noi li conosciamo: grande differenza. Quindi: se nessuno vive meglio il suo problema con le azioni Parmalat per quello che ha detto Grillo, è anche vero che molti hanno venduto le azioni ascoltandoti. Ecco dove “v ero” diventa “reale”. Io lo chiamo “realismo demenziale”. Non so se lo sai, il termine medico “pensiero concreto” indica una delle forme più estreme di imbecillità. Ma siamo tutti un po’ imbecilli: sul 90% del mondo conosciuto non capiamo nulla. E poi tutto è relativo, caro Beppe, se si tratta di trasformare il Paese seguendo un movimento fondato da un comico, allora è peggio che parlare di termodinamica! Altro che aspettare che il merluzzo si scopi il pomodoro! Di fronte a certe problematiche anche Einstein può passare per imbecille. È accaduto davvero: la gente non ama ricordare che Einstein scrisse ai capi di Stato maggiore e al presidente degli Stati Uniti tentando di dissuaderli dall'usare la bomba atomica! Tornando a bomba: se non facciamo qualcosa subito, quello che continuate a ripetere come verità non verrà mai letto come realtà. La scarpa sinistra prima di votare e la destra dopo: quella rischia di restare l’unica realtà. L’unica cosa da fare per essere certi di vincere è semplicemente ammetterlo pubblicamente: capisco che sembrerete incredibili, anche perché non siete neppure re magi che portano doni. Ma semplicemente avete il delirio di portare un minimo di correttezza fra chi deve amministrare la cosa pubblica. Quel minimo di correttezza che una persona pretende dal suo televisore, dal suo forno a microonde. Correttezza intesa almeno come funzionamento appropriato. Non come corsa alla verità assoluta. Italiani! Nessuno pretende i vostri voti. Però, prima delle elezioni, pretendiamo che, se poi andate a votare, ci pensiate almeno per un istante.
Beppe Grillo e il suo neurologo – Il Fatto Quotidiano – 5 aprile 2016 – pag. 9

domenica 27 marzo 2016

Rai, cinque ore in un mese Il bavaglio tv alle trivelle


Le rilevazioni dell’Authority sullo stato dell’informazione sul referendum: praticamente il vuoto totale
È “l’oscurantismo” dei media, come detto da Piero Lacorazza, presidente Pd del Consiglio regionale della Basilicata, capofila delle Regioni che hanno chiesto il referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile. Il commento era riservato al silenzio dei talk show e dei programmi generici sulla consultazione, prima che fossero pubblicati i dati ufficiali dell’Agcom che mostrano in modo inequivocabile come, dal servizio pubblico alle reti privati, di referendum si parli ben poco. Telegiornali compresi.
L’analisi parte dalla Rai, con monitoraggi sulle trasmissioni di Rai1, Rai2, Rai3 e RaiNews. Il periodo di riferimento va dal 16 febbraio al 20 marzo: 34 giorni durante i quali nei tg Rai si è parlato del referendum per sole 3 ore e 51 minuti in totale. È come se, in media, su ogni canale fosse andato in onda un solo servizio di un minuto e mezzo, una volta al giorno, a orario variabile. E basta. Rai1, ad esempio, dal 16 al 4 marzo non ha speso neanche un secondo per informare sul voto. “In Rai, all’inizio, non si parlava per niente di referendum - spiega Mirella Liuzzi, in commissione Vigilanza per il M5s - Prima ci sono stati i comunicati e le delibere dirette al direttore editoriale Verdelli.
Poi, quando informalmente ci sono arrivati dati sulle tribune elettorali, ci siamo accorti che erano solo 9, disposte in orari assurdi come le 9.30 mattina o la sera tardi”. A lamentarsi, non è stato solo il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai Roberto Fico, ma anche le associazioni. Su loro pressione, almeno le tribune sono aumentate, sono diventate 13 e disposte sull’arco della giornata. Problematica anche l’informazione ‘extra tg’: nei programmi non strettamente giornalistici, l’informazione sul referendum ha raggiunto il traguardo di un’ora e 35 minuti. Il totale fa 5 ore e 26 minuti. Monitorati anche Mediaset, La7, Sky e Nove Dj. I tg dell’azienda del Biscione hanno riservato alle trivelle 2 ore e 14 minuti in totale e neanche un secondo nel periodo tra il 16 febbraio e il 6 marzo. Fuori dall’informazione giornalistica, praticamente il nulla: solo 15 minuti. Tra La7 e La7D, i minuti nei telegiornali sono stati 15, fuori non più di un paio. Un po’meglio Sky che arriva a 1 ora e 18 minuti nei telegiornali (Tv8, Cielo, Skytg24 sul digitale e sul satellite) mentre, a parte 42 minuti sul canale all news non c’è traccia di approfondimenti extra-giornalistici. Ancora assenti dalla rete pubblica, poi, gli spot autogestiti. Sarebbero dovuti partire il 19 marzo, ma così non è stato. Ora, la data della messa in onda ufficiale in Rai è stata prevista per il 29 marzo, 18 giorni prima del voto. “Nei giorni scorsi abbiamo voluto evitare polemiche per rispettare le tragedie delle ragazze in Spagna e dell’attentato di Bruxelles - spiega Lacorazza - però ormai siamo di fronte alla necessità di verificare e tenere alta l’attenzione per capire se tutti i Tg del servizio pubblico parlano del referendum e in che modo. È propaganda quando diciamo che c’è paura del quorum? I dati Agcom dimostrano obblighi di legge rispettati con molta flessibilità da parte del sistema informativo”. Quello del 17 aprile, poi, è un referendum che sta generando un grande movimento di opinione, soprattutto sui social network. “Non si spiega perché il servizio pubblico ne parli così poco: a ben vedere è controproducente per qualsiasi azienda”. 
Virginia Della Sala – Il Fatto Quotidiano – 27 marzo 2016 – pag. 9

venerdì 25 marzo 2016

#5giornia5stelle del 25 Marzo 2016 - #attaccoaBruxelles

Attacco a Bruxelles. Dalla voce di Fabio Massimo Castaldo, portavoce M5S all’Europarlamento, arriva il messaggio di cordoglio di tutta la delegazione italiana del MoVimento, direttamente dal palazzo parlamentare. Ma oltre al dolore, occorre immediatamente intervenire: e la prima cosa da fare è assumere un atteggiamento finalmente intransigente con quei Paesi, come Arabia Saudita e Turchia, che praticano traffico di petrolio, di armi e anche di combattenti jihadisti. Continuare a considerarli alleati rende i nostri governi indirettamente complici del terrorismo.
In Italia, intanto, il governo continua a pensare alle banche, con il DDL che rende le Banche Cooperative una grande SpA. Vi sembra giusto che i soldi dei soci di cooperativa finiscano per comprare, magari, gli F35? Dopo le banche popolari si massacrano le banche cooperative, c’è qualcuno che vuole ridurre gli italiani in povertà, denuncia Alessio Villarosa. Come ci spiegano poi Carlo Sibilia e Michele Dall’Orco, il M5S è l’unica forza politica che combatte contro tutto questo ed è sceso in piazza anche per chiedere le dimissioni della Boschi. Su questo decreto il governo ha posto inoltre la fiducia. Il M5S, con la voce di Daniele Pesco, ha detto no, e con lui tutti i portavoce hanno protestato in aula.
Al Senato è stata presentata, come ci raccontano Paola Taverna e Nunzia Catalfo, una proposta di legge del M5S sull’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. Un inserimento che però rispetti le possibilità, le qualità e la dignità delle persone disabili. Alla proposta di legge si è arrivati grazie al continuo confronto con cittadini e associazioni.
Importante denuncia arriva da Luigi Di Maio: il governo ha lasciato a secco il fondo per le vittime della mafia e del racket, che ora sono costrette persino a pagarsi di tasca propria gli avvocati. Ora Alfano deve il prima possibile sbloccare il fondo ed evadere le richieste di queste quasi 500 famiglie.
Marialucia Orefice, in aula alla Camera, dimostra che la Commissione di Inchiesta sui CIE-CARA si è rivelata proprio per quel che si sospettava: solo un modo per ripulire l’immagine dei partiti compromessa da Mafia Capitale. Per il resto, nulla si è fatto ancora contro chi specula sull’immigrazione: gli equilibri precari del governo contano più della soluzione dei problemi.
Infine Giampiero Trizzino del M5S in Regione Sicilia, ci ricorda che il 17 aprile è importantissimo andare a votare SI al referendum. Ed è importante anche informare e convincere parenti e amici!





Milano, i 5Stelle ripartono da Corrado - Voto blindato sul blog per l’avvocato

Dopo il ritiro della Bedori, un nome voluto dai vertici
E alla fine venne il terzo. Gianluca Corrado, 39 anni, avvocato, nato a Messina, è il nuovo candidato sindaco dei Cinque Stelle a Milano. Prende il posto di Patrizia Bedori, scelta dagli iscritti milanesi nel novembre scorso con una votazione nelle urne, ma mai accettata a pieno da vertici e base. Tanto da ritirarsi il 14 marzo scorso con un significativo sfogo su Facebook (“Mi avete chiamato casalinga, brutta, grassa e disoccupata”). Il secondo più votato, Livio Lo Verso, si era già fatto da parte da tempo. E allora Gianroberto Casaleggio e il Direttorio hanno puntato su Corrado, terzo a novembre, e ieri incoronato con una votazione web confermativa sul blog di Grillo. Di fatto, scelta per blindare una candidatura percepita come un po’debole dopo i recenti problemi. Gli attivisti milanesi dovevano solo dire sì o no. E il 72 per cento (634 voti) ha dato il via libera. Diversi tra eletti e iscritti avrebbero preferito una nuova votazione con doppio turno, con una rosa di candidati. Ma il tempo era ormai poco, e bisognava ripartire in fretta, superando anche le tensioni della scorsa votazione. Forti soprattutto tra Corrado e Lo Verso, sussurrano. Screzi che a novembre sarebbero costati l’investitura all’allora favoritissimo Corrado, noto per il suo sostegno legale agli attivisti milanesi, in ottimi rapporti anche con molti parlamentari. “Siamo pronti a lavorare per far diventare Milano una città a misura di famiglia, in cui le periferie tornino a vivere” le prime parole del neo candidato-sindaco. E dalla Bedori arriva appoggio: “Ognuno in una squadra ha un ruolo, Corrado è tagliato per fare l’attaccante, io no, preferisco la vita da mediano”. 
Il Fatto Quotidiano – 25 magio 2016 – pag. 10

venerdì 18 marzo 2016

#5giornia5stelle del 18 Marzo 2016 - #fiatosulcollo

Questo Paese ha toccato il fondo: non si ha più rispetto neppure per le vittime della mafia, di racket ed usura. Dallo scorso ottobre il governo, denuncia in aula Luigi Di Maio, ha stabilito che non vengano più pagate le spese legali agli avvocati che difendono gratuitamente questi cittadini. Chi oserà più denunciare racket ed estorsioni, ora che sa di dover pagare anche di tasca propria? Chissà, forse è proprio questo il risultato che si vuole ottenere.
Renzi questa settimana si è presentato al Parlamento per raccontare cosa fa in Europa. La versione edulcorata, ovviamente. Brescia, Catalfo e Lezzi gli ricordano che in realtà il governo è un fallimento e la stessa Unione Europea è un fallimento, di cui l’Italia è ridotta a fanalino di coda grazie alle politiche del premier. Si pensa solo a banche, finanza, austerity e intanto il Paese cola a picco.
I media, poi, reggono il gioco: la menzogna regna sovrana, come racconta Marco Affronte da Bruxelles. Il TG2 nel menzionare il referendum contro le trivelle sostiene che non ci sono stati mai incidenti. Tutt’altro! Gli incidenti, documenti alla mano, in 20 anni sono stati ben 9600, di cui 1300 nella sola Italia. Allora, andiamo tutti a votare SI il 17 aprile.
Ancora sulla mafia, nel dibattito al Senato. Si vara la Giornata Nazionale della Memoria per le vittime, e Vima Moronese avverte che la legalità va di pari passo con la crescita della conoscenza specialmente nei giovani. Occorrono iniziative concrete che promuovano sensibilizzazione.
E’ stata anche la settimana dell’acqua: il governo non nasconde il suo tentativo di cancellare la volontà che cittadini hanno espresso al referendum, ovvero che la gestione idrica resti pubblica. Ma i cittadini saranno custodi di questa volontà, dichiara Federica Daga, e il M5S non si arrenderà su una delle sue stelle.
Al Senato si vara un’altra “Giornata Nazionale”, stavolta per le vittime dell’immigrazione. Vito Crimi si indigna: l’Italia è travolta da crisi e illegalità, le persone si suicidano, e il Parlamento spreca tempo e soldi pubblici per una cosa inutile. Questa è solo propaganda.
Si susseguono, poi, gli scandali delle banche che massacrano i risparmiatori. Riccardo Fraccaro ci racconta il caso di Sparkasse, la Cassa di Risparmio di Bolzano, che nelle mani di PD, Lega e loro accoliti ha aperto una voragine di decine di milioni di euro.
Infine, da Bruxelles Ignazio Corrao illustra la proposta M5S per l’Africa Trust Fund, approvata in UE. Si sente spesso dire “aiutiamoli a casa loro”, e questo progetto serve proprio ad aiutare i cittadini dei Paesi africani maggiormente colpiti da difficoltà economiche e dal fenomeno dell’emigrazione.
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venerdì 4 marzo 2016

#5giornia5stelle del 4 Marzo 2016 - #lacasanonsitocca

Il PD è il partito delle banche, e la sua missione è consegnare loro tutti gli averi degli italiani. Così, se siete creditori vi svuotano i conti, se siete debitori vi tolgono la casa. Ma il M5S sa che #lacasanonsitocca, per questo ha combattuto in aula e fuori: il governo deve rimangiarsi l’ennesimo regalo agli istituti finanziari, che ora possono ergersi a giudici e espropriare le case di chi è in difficoltà senza neppure passare per i tribunali. I nostri portavoce sono stati ancora una volta sanzionati dalla Camera, ma non temete: non si fermeranno. 
Al Senato si è approvata la legge sull’omicidio stradale, e il governo è ricorso ancora una volta alla fiducia. Buccarella ci spiega perché abbiamo votato no, e anche quali sono i difetti di un provvedimento che malgrado la propaganda può ridurre le pene della metà. 
Di un altro scandaloso provvedimento si discute a Montecitorio: il sussidio di invalidità inserito nel calcolo dell’Isee. Tutti i portavoce invocano la sentenza del Consiglio di Stato che respinge tale decisione, ricordando che a questo punto lo Stato è fuorilegge. Il M5S presenta anche un emendamento perché la sentenza sia rispettata... ma neanche a dirlo, la maggioranza respinge. Forse ad essere fuorilegge sono abituati.
Da Bruxelles la nostra Isabella Adinolfi, insieme al senatore Sergio Puglia, ricordano il nostro emendamento approvato su RC Auto, per cancellare una buona volta le discriminazione nelle tariffe tra nord e sud Italia. Ora il governo vuole modificarlo per fare come sempre gli interessi delle lobby assicurative. Ci muoveremo in Europa.
Nessuno ne parla ma in Piemonte, come ci ricorda il portavoce in regione Giorgio Bertola, è stato verificato che il PD ha presentato firme false alle scorse elezioni. Questo significa che la giunta Chiamparino è a rischio, e che potrebbero invece avere diritto ad entrare in regione altri 4 consiglieri del MoVimento.
Al Senato, Nicola Morra e Ornella Bertorotta ci presentano un importante incontro avvenuto in settimana. Si è parlato della questione Tibet, con lo scopo di promuovere la conoscenza di ciò che accade in quel Paese.
Passaggio di testimone da Bruxelles a Roma sul caso dell’olio tunisino che la Mogherini propone di importare a migliaia di tonnellate, mettendo in ginocchio l’agricoltura italiana. Ignazio Corrao passa la bottiglia di olio italiano, che ha mostrato a tutto il Parlamento europeo, a Mattia Fantinati che la porta in aula alla Camera. Non smetteremo di combattere per difendere la qualità del Made in Italy e il lavoro dei nostri agricoltori.
Si avvicina il momento del canone Rai in bolletta. In aula a Montecitorio i portavoce M5S denunciano l’operazione con cui il governo dirotterà i proventi del canone per finanziare i giornali, e tenere sempre più sotto controllo l’informazione.
Infine, spettacolo indecoroso alla Regione Puglia. Ascoltate come gli emendamenti del M5S vengano giudicati inammissibili... ma senza neppure sapere perché!








NOTRIV - IL RAPPORTO DI GREENPEACE I dati forniti dal ministero dell’Ambiente confermano le emissioni - Attorno alle piattaforme, i livelli di mercurio superano il limite di legge nell’86 per cento dei casi “Le trivelle avvelenano il mare”

Cozze rivelatrici “L’Ispra effettua analisi su acqua e molluschi, ma è anche il vigilante pubblico su temi ambientali”
Il 17 aprile si avvicina e così anche il referendum sulle trivelle con il quale gli italiani saranno chiamati a esprimersi sulla durata dei giacimenti petroliferi già in sfruttamento. Intanto, ognuno gioca le sue carte: il comitato ‘pro trivelle’ si è delineato da pochi giorni, sotto la spinta dell’azienda di lobbying Reti di Claudio Velardi e guidato da Gianfranco Borghini, nuclearista, politico di lunga data, ex presidente della Gepi. Se il loro obiettivo è “sfatare, dati alla mano, tutte le bugie di chi nella Penisola si oppone strumentalmente alle trivellazioni”, la risposta “dati alla mano” del fronte NO TRIV è già arrivata.
È luglio quando Greenpeace, con un’istanza pubblica di accesso agli atti, chiede al ministero dell’Ambiente di ricevere i dati sui monitoraggi delle piattaforme offshore per l’estrazione di gas e petrolio. Secondo quanto scritto sul sito del ministero dello Sviluppo economico, le strutture attive sono circa 130, ma all’associazione vengono consegnati i numeri di sole trenta piattaforme. Anzi, 34: tutte di proprietà dell’Eni e relative all’estrazione del gas nel triennio 2012-2014. Il motivo è ipotizzabile: “Assenza di ogni tipo di controllo per le altre o il fatto che il ministero abbia deciso di non consegnare tutto il materiale”, scrivono gli ambientalisti. A voler essere ottimisti, che siano le uniche a scaricare le acque di produzione (quelle estratte dai pozzi e quelle usate per aumentare la pressione) in mare e quindi costrette a fare i monitoraggi. I rilievi sono stati realizzati dall’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale che è pubblico ed è sotto la vigilanza del ministero di Galletti. La committenza, invece, è dell’Eni, l’affidamento avvenuto tramite un’apposita convenzione. L’Ispra, però, è anche l’istituto incaricato di valutare le relazioni ambientali presentate al ministero: un controllore che controlla se stesso? A quanto pare sì: da statuto, infatti, può eseguire analisi per conto di privati. Collaboratrici fondamentali, ai fini dell’analisi, sono state le cozze, bio-accumulatori per eccellenza. Il prelievo dei campioni d’acqua, infatti, per l’eccessiva diluizione possono raramente fornire dati precisi mentre i sedimenti e questi molluschi, tecnicamente definiti “mitili”, riescono a dare un quadro chiaro della contaminazione attorno alle piattaforme e in relazione agli organismi viventi. Nel 2012, ad esempio, il 76 per cento dei campioni analizzati ha presentato livelli di contaminazione superiori ai limiti previsti dalle norme comunitarie per almeno una sostanza pericolosa. Nel 2013 era il 73,5 per cento, nel 2014 il 79. E anche se non sempre le stesse piattaforme sono fuori ripetutamente fuori norma, la percentuale di contaminazione ambientale è “costantemente elevata”.
Il dato di riferimento ha una sigla, SQA, che sta per Standard di Qualità Ambientale. Dalle misurazioni è emerso che nell’86 per cento dei campioni analizzati tra il 2012 e il 2014, il limite di concentrazione del mercurio era superiore a quanto previsto dagli standard di qualità. Per gli altri metalli, invece, non esiste un limite normativo. Così, per misurare, il confronto è stato fatto con la media stagionale delle acque lontane dalle piattaforme e con i dati presenti nella letteratura scientifica specializzata, quella utilizzata anche dall’Ispra per le sue relazioni annuali. Il risultato? L’82 per cento dei mitili presentava livelli di cadmio superiori a quelli del campione di riferimento. Stessa cosa per il selenio (77 per cento) e zinco (63 per cento). “Si tratta di metalli abitualmente associati alle principali attività di estrazione offshore - spiega Greenpeace - derivanti dalla corrosione degli anodi sacrificali in prossimità delle piattaforme per proteggerle dalla corrosione”. Il rischio è che risalgano la catena alimentare e arrivino all’uomo, spiegano gli ambientalisti. Anche perché è impensabile che una piattaforma di centinaia di metri quadrati in mezzo al mare non abbia alcun impatto sull’ambiente contiguo. Se poi estrae idrocarburi, le probabilità sono ancora più ridotte.
Virginia Della Sala – Il Fatto Quotidiano – 4 Marzo 2016 – pag. 9

Parla la candidata M5S per ll Campidoglio: "Sì agli stadi di Roma e Lazio senza speculazioni"

Candidata Sindaco di Roma
Virginia Raggi (M5S)
Parla Virginia Raggi: "Se vinco niente Olimpiadi Prima va risistemata Roma"
Non perde tempo a disegnare scenari politici, chiede ai romani di avere il coraggio di cambiare una volta per tutte, di lasciarsi alle spalle Mafia Capitale e una gestione dell'amministrazione che ha portato la città eterna ad accumulare un debito spaventoso e a pagare le tasse più alte d'Italia. Virginia Raggi, la candidata sindaco di Roma del MoVimento 5 Stelle, è determinata. Critica gli altri partiti, si sofferma su trasporti, rifiuti, società comunali, boccia le Olimpiadi e assicura: «Faremo tutto quello che diciamo». E se qualcuno (ultimo Marco Lillo del «Fatto quotidiano») l’attacca per aver svolto, tredici anni fa, la pratica forense nello studio Previti senza averlo dichiarato nel suo curriculum, lei ribatte: «Accuse strumentali». E guarda avanti.
Onorevole Raggi, pochi giorni fa gli iscritti romani al MoVimento 5 Stelle l'hanno scelta come candidata sindaco. Se l'aspettava?
«No. Non nego che ci speravo ma ho sempre saputo di competere con colleghi molto preparati».
Perché gli attivisti hanno scelto lei?
«Credo per le mie competenze. Forse hanno anche voluto fare una scelta coraggiosa e votare una donna».
A proposito, ma è vero, come ha sostenuto Rondolino dell’Unità, che prima delle «comunarie» lei e alcuni suoi colleghi avete fatto un provino alla Casaleggio e Associati?
«Un provino? Ma quale provino! Non è vero. Abbiamo fatto soltanto i video che sono stati pubblicati su internet».
I primi sondaggi le danno percentuali molto alte. Crede davvero che la maggioranza dei romani voterà per il MoVimento 5 Stelle?
«Spero che, come dice spesso il deputato Di Battista, i romani abbiano voglia di cambiare. Noi siamo trasparenti e abbiamo un programma di rottura rispetto agli altri. Se poi i cittadini preferissero continuare sulla strada degli ultimi anni, allora votino pure i soliti ma non si lamentino più».
Non la spaventa dover fronteggiare un debito di 13 miliardi?
«No, sono determinata. Peraltro a quanto ci risulta il debito del Campidoglio potrebbe anche arrivare a 16 miliardi. Un buco di bilancio spaventoso che pagheremo noi romani caricandoci una spesa di 200 milioni all'anno fino al 2040. Io e gli altri ex consiglieri comunali del M5S abbiamo chiesto di poter accedere a tutte le carte per verificare i contratti sottoscritti con le banche e la presenza di derivati ma non ce l'hanno mai permesso. Presto faremo chiarezza».
Le prime tre cose di cui si occuperebbe se diventasse sindaco?
«Quelle che ci hanno indicato i romani stessi: la trasparenza, che dopo Mafia Capitale è una priorità, i trasporti, visto che Roma è la tredicesima città del mondo, la quinta in Europa e la prima in Italia per traffico, e la gestione dei rifiuti, che da scarti possono diventare una risorsa».
È appassionata di bicicletta, se fosse sindaco andrebbe in giro anche lei con una mountain bike come Ignazio Marino?
«Sì, se ci saranno delle piste ciclabili sicure. Non si può andare in bici nel traffico, come accade ora».
Vorrebbe le Olimpiadi a Roma?
«Le Olimpiadi sono un regalo economico a una città che spesso viene usato per costruire grandi opere che restano incompiute o, più in generale, come una grande mangiatoia. Io sono contraria, penso che prima vada risistemata la città. Bisogna concentrarsi sull'ordinario. In ogni caso informeremo i cittadini dei costi e dei rischi delle Olimpiadi».
E lo stadio della Roma lo costruirebbe?
«Non sono contraria, a patto che non diventi una speculazione edilizia».
Pensa a uno stadio anche per la Lazio?
«Perché no?».
È vero che lei è tifosissima della Lazio?
«Mio marito lo è, io simpatizzo, non mi intendo di calcio».
Teme gli altri candidati a sindaco di Roma?
«No, sono i terminali dei soliti partiti, quelli che hanno portato questa città al disastro. E se c'è qualche faccia nuova, negli ultimi anni non l'abbiamo mai vista in Consiglio comunale. Mi riferisco a Marchini».
Eppure sia Bertolaso sia Giachetti hanno avuto parole di stima nei suoi confronti. A lei non piace nessuno?
«No. Come cittadina sono stanca di essere presa in giro da persone che continuerebbero ad amministrare come è stato fatto finora. Fanno parte di quella vecchia politica che non ha risolto un problema, anzi ne ha creati di nuovi».
Pensa di poter approfittare delle divisioni del centrodestra?
«Il M5S non deve catturare voti, noi siamo cittadini che vogliono cambiare la città coinvolgendo tutti i romani».
Ma i cittadini faranno questo "salto nel buio", come direbbe Grillo, o sceglieranno, come direbbe sempre lui, "un suicidio assistito" votando i partiti tradizionali?
«Votarci non è un salto nel buio. Ora è evidente che quello che diciamo lo facciamo: ci siamo tagliati gli stipendi, non abbiamo accettato i rimborsi elettorali, abbiamo creato un fondo per il credito alle imprese. Mi auguro che i cittadini apprezzino la nostra coerenza».
Teme che la penalizzerà, magari nel suo stesso elettorato, l'aver svolto la pratica forense nello studio Previti e non averlo inserito nel suo curriculum?
«Sono accuse strumentali. Noi siamo per il culto della legalità. Ho già detto che nello studio Previti, dove mi portò il docente con cui mi sono laureata, ho fatto soltanto la pratica, i giri di cancelleria, poi sono andata via. E gli avvocati di solito non inseriscono nel curriculum il luogo dove hanno svolto la pratica. Peraltro mi attacca il Pd che ha riesumato Berlusconi e con lui ha voluto riscrivere la Costituzione! C'è una bella canzone di De André che dice "loro possono anche sentirsi assolti ma sono sempre coinvolti". Credo che i cittadini abbiano capito chi sta lavorando con quelli che rappresentano la parte peggiore della società, e non sono io».
Torniamo al Campidoglio. Il sindaco Raggi che farebbe delle società comunali?
«Sono state il bancomat della politica, noi le metteremmo in ordine».
Tempo fa Grillo disse delle frasi che fecero temere ad alcuni dipendenti comunali di poter perdere il posto. È così?
«Vogliamo far ripartire la macchina amministrativa, puntando sui dipendenti validi, alcuni dei quali sono stati messi ai margini negli ultimi anni perché non avrebbero mai accettato di coprire il malaffare».

M5S - La Raggi a rapporto da Casaleggio. Ipotesi di nuove espulsioni

La candidata Sindaco M5S a Roma
Virginia Raggi
Un Summit di ore, per conoscere meglio la candidata per il Campidoglio. E per ribadire che a guidare le operazioni anche nella Capitale è sempre lui, il “guru”. Ieri Virginia Raggi, candidata sindaco del M5s a Roma, è stata ricevuta a Milano da Gianroberto Casaleggio, assieme alla deputata romana Roberta Lombardi e ai responsabili della comunicazione Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi. “È la prima volta che ho visto Casaleggio, abbiamo parlato del programma, molto di Roma”, ha detto al Corriere della Sera la Raggi. Nel corso dell’incontro il co-fondatore dei 5Stelle le ha dato anche consigli sulla comunicazione, invitandola a insistere sul suo profilo di candidata moderata. Ma l’ha vista anche per farle sentire che la casa madre di Milano osserva da vicino la partita romana. Un messaggio anche per i parlamentari capitolini, con cui sta avendo incontri riservati per capire l’andamento della campagna e gli umori interni. Intanto sembrano imminenti due nuove espulsioni a Roma, per due candidati nella lista dei 48 passati dalle Comunarie. Uno degli aspiranti consiglieri, in particolare, pagherebbe una candidatura in passato con un altro partito. Mentre un altro non avrebbe rispettato la linea del M5s.
Il Fatto Quotidiano – 4 Marzo 2016 – pag. 6

mercoledì 2 marzo 2016

OGGI IL VOTO SULLA TASSA RAI - Di Battista (M5S): “Insegnerò a non pagare il canone”

Alessandro Di Battista
Attesa per oggi in prima lettura alla Camera del deputati l’approvazione in prima lettura del ddl sul nuovo fondo per l’editoria. Il provvedimento prevede anche che tra le fonti di finanziamento ci siano anche un contributo di solidarietà da parte delle concessionarie pubblicitarie e anche 100 milioni di euro provenienti da eventuali maggiori entrate del canone Rai in bolletta. Escluse da un emendamento della commissione i proventi delle multe Agcom. Ieri il dibattito in aula ha registrato la dura opposizione del Movimento Cinque Stelle. Alessandro Di Battista ha posto ancora una volta il problema dell’assenza di pluralismo nella tv di Stato: “Perché noi dobbiamo pagare voi per mentirci? - ha detto - Io non ho il televisore e non pagherò il canone, dirò anche ai cittadini come fare per non pagarlo”. La protesta di Di Battista è, secondo Sergio Boccadutri (Pd), “doppiamente ridicola”: “Perché viene dalle aule parlamentari - spiega - e perché a sollevarla è uno che stasera (ieri per chi legge, ndr) sarà ospite a Ballarò senza contraddittorio”. I Cinque Stelle insistono anche sulla delega data al governo affinché individui la platea di beneficiari dei contributi.
Il Fatto Quotidiano – 2/3/2016 – pag. 11

domenica 28 febbraio 2016

ComunaliRoma: VirginiaRaggi e l’omissione sullo studio Previti

Virginia Raggi non ha le carte in regola per essere il candidato del @M5SRoma. Il suo video appello al voto inizia così: “La legalità e la trasparenza dovranno essere il nostro faro”. Lei ha nascosto però una circostanza importante per giudicare la sua storia professionale agli elettori. Come è noto solo da pochi giorni, Virginia Raggi ha svolto la pratica legale presso lo studio Previti dal 2003 alla fine del 2006. E’ una circostanza utile a comprendere la storia della candidata grillina? Secondo me sì. E’ una circostanza importante.
Nel 2003 alcuni giovani della sua età facevano i girotondi per difendere la Costituzione, la legalità, la libertà di satira e d’informazione contro l’attacco di Berlusconi e dei suoi scherani come Previti.  Per restituire il clima dell’epoca è utile un articolo di Repubblica del 12 dicembre del 2003. Sotto il titolo Si risvegliano i girotondi. In settemila al Palalido, Laura Asnaghi e Alessia Gallione scrivevano: “La festa di protesta contro la censura fa il tutto esaurito al Palalido. Dentro, al caldo, ci sono più di 5 mila persone. Fuori davanti al maxi-schermo, agitato dal vento, c’ è un accampamento con 1500 manifestanti, attrezzati con sciarponi, birre e panini. Ma per vedere dal vivo lo show di Sabina Guzzanti fanno ressa davanti ai cancelli altri 500. Premono e urlano: «Fateci entrare». Ma il Palalido non ce la fa a contenere tutti. E chi resta fuori esprime la sua rabbia: «La prossima volta, affittate San Siro». Alla fine, dopo le nove si sera, scatta il via libera, tutti dentro. Lo show decolla e il popolo dei girotondini è di nuovo sotto le luci dei riflettori. Sabina Guzzanti ha un indice di gradimento altissimo. E c’è chi, per accaparrarsi un buon posto sugli spalti del Palalido s’è messo in coda alle 4 del pomeriggio. «Era prevedibile che Sabina facesse il pieno. La gente è arrabbiata, non ne può più di censure – spiega Paola, 27 anni, di professione pierre – io mi sono organizzata con il mio fidanzato. Un buon libro, due chiacchiere, un po’ di sole».
Paola aveva 27 anni. Virginia Raggi ne aveva 25. Dove stava allora la giovanissima candidata grillina al Comune di Roma? Nello studio Previti. A fare la pratica legale fianco a fianco con Pieremilio Sammarco, tuttora titolare dello studio dove Virginia Raggi lavora da 8 anni. Proprio Pieremilio Sammarco in quei giorni chiedeva 20 milioni di euro di danni a Sabina Guzzanti e Marco Travaglio per la trasmissione Raiot, nell’interesse di Mediaset e firmando l’atto di citazione con il figlio di Cesare Previti, Stefano.
Così la spiega la candidata in conferenza stampa: “Io non ho mai lavorato presso lo studio Previti, ma ho svolto la pratica forense presso lo studio Previti e la cosa mi fa sorridere perché risale a 13 anni fa, quasi metà della mia vita. Come andò? In realtà io sono uscita dall’università a 24-25 anni e ho fatto il mio primo colloquio con uno dei miei professori, di diritto dell’informatica, e lui mi disse che sarebbe stato onorato di lavorare con me e io con lui. Però c’era un piccolo problema: in quel periodo lui incidentalmente lavorava per lo studio Previti. Mi ha rassicurato dicendomi che lui comunque avrebbe lavorato con me. Io sono andata a fare la pratica lì e ho fatto per lo studio Previti come tutti i praticanti i giri di cancelleria. Perché non l’ho inserito nel curriculum? Perché in linea di massima gli avvocati non inseriscono nel loro curriculum gli studi nei quali fanno pratica a meno che non siano gli studi nei quali continuano a prestare lavoro. Non ho inserito neanche le famiglie presso le quali ho fatto attività di baby-sitteraggio”.
Il professore del quale parla senza nominarlo è Pieremilio Sammarco, 47 anni, l’avvocato titolare dello studio, fondato nel 2006, dove tuttora la candidata grillina lavora. Nel suo curriculum per le elezioni ‘comunarie’ del 2016 Virginia Raggi non scrive nulla sullo studio Sammarco né tanto meno cita lo studio Previti. Nel curriculum del 2013 per le elezioni comunali cita lo studio Sammarco e alcune pubblicazioni a quattro mani con il titolare risalenti al 2005-2006 e scrive che nel 2003-2007 “svolge la pratica forense presso un noto studio legale specializzandosi in diritto civile”.
Virginia Raggi omette di dire che quello fondato da Previti era “un noto studio legale” già nel 2003perché il suo fondatore comprava i giudici.
Il 30 aprile del 2003Previti è stato condannato a 11 anni per la corruzione giudiziaria relativa al processo Imi-Sir. Quel giorno del 2003 l’Ansa titolava: “Otto ore di attesa nello studio”. E nel testo si leggeva: “Cesare Previti ha aspettato la sentenza nel suo studio in via Cicerone…”.
Il 21 novembre del 2003 Previti viene condannato ancora per la corruzione del giudice Renato Squillante, sempre in primo grado, a cinque anni. La condanna sul caso Sme sarà annullata per incompetenza territoriale e dichiarata prescritta a Perugia. La condanna per Imi-Sir sarà poi ridotta a soli sei anni nel 2006 dalla Cassazione, mentre poi arriverà una terza condanna a un anno e sei mesi per la corruzione di Squillante. Siamo precisi per evitare una nuova querela dello studio Previti che già ne ha fatte tante al Fatto Quotidiano, anche nell’interesse delle società di Berlusconi.
Il punto è che Virginia Raggi, una 25enne che doveva farsi strada nell’Italia del berlusconismo imperante, una donna giovane ma non incapace di capire dove vive e come vanno le cose del mondo, in quel momento storico sceglie di accettare la proposta di fare pratica allo studio Previti. Erano gli anni in cui Berlusconi e i suoi attaccavano i giudici, inventavano il lodo Schifani, la legge Cirielli e altre schifezze simili. I giovani della sua età il giorno della condanna del 2003 contro Previti, come racconta l’Ansa, erano lì a suonare il clacson sotto le finestre dello studio del simbolo vivente dell’ingiustizia e dell’arroganza del potere. Lei invece in quello stesso studio andava a prendere gli ordini per fare i giri di cancelleria.
Tutti abbiamo avuto 25 anni. Quella è l’età delle passioni e degli ideali allo stato puro. Sapere che a quell’età la giovane Virginia Raggi ha scelto di stare non dalla parte di Raiot, che è un gioco di parole per dire rivolta, ma nello studio di chi usava la legge per aiutare Berlusconi a sedare la giusta ‘rivolta’, a me non pare una circostanza indifferente nella biografia di un candidato. Né si può liquidare tutto con la frase: “Uno dei miei professori mi disse che c’era un piccolo problema: lavorava incidentalmente allo studio Previti e mi rassicurò… “.
Il professore in questione, il titolare dello studio presso il quale Virginia Raggi lavora ancora oggi, è Pieremilio Sammarco. E non penso che sottoscriverebbe la frase di Virginia Raggi. Siamo sicuri che per Sammarco fosse ‘un piccolo problema’ e che lavorasse lì ‘incidentalmente’?
Pieremilio Sammarco è una brava persona. Chi scrive lo conosce di vista dai tempi in cui entrambi andavamo al liceo a Roma. Però non è uno che si trova ‘incidentalmente’ a studio Previti. E’ il figlio dell’ex presidente della Corte di Appello di Roma negli anni ‘80, poi nominato alla Consob, quel Carlo Sammarco, citato nella sentenza di primo grado del processo a Cesare Previti per Imi-Sir come parte della “cerchia di amicizie” di Cesare Previti. Pieremilio è inoltre il fratello di Alessandro, avvocato di Cesare Previti oltre che di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi. Alessandro Sammarco è stato difensore di Silvio Berlusconi nel caso Lavitola e per quella vicenda è stato indagato e prosciolto nel 2012 dalla Procura di Napoli. Tuttora è in rapporti professionali stretti con Pieremilio. In una sentenza del 2014 della Cassazione (su un ricorso presentato contro un’ordinanza del 2008) si legge che i due fratelli difendevano insieme il Mediocredito. Nel 2013 i fratelli hanno creato insieme Legalnet, un’associazione internazionale di studi professionali internazionali.
Nulla di male. I cittadini però avevano il diritto di conoscere bene la storia dei rapporti tra Virginia Raggi, lo studio Previti e Pieremilio Sammarco, la persona chiave nella vita professionale di Virginia Raggi. Incrociando il curriculum di Pieremilio e Virginia si scopre che il primo insegna nel 2003 all’Università Roma Tre quando Virginia Raggi si laurea e le propone di andare a lavorare con lui allo studio Previti per la pratica; è il professore di Roma Tre, laddove Virginia Raggi vince e svolge il dottorato di ricerca; è professore dell’Università “Foro Italico”, dove Virginia Raggi è diventata nel 2007 cultrice della materia. Tuttora l’avvocato Pieremilio Sammarco è il titolare dello studio dove Virginia Raggi lavora.
E’ importante sapere che la candidata M5S in questi anni ha potuto mantenere sé e la sua famiglia e lo potrà fare in futuro anche grazie a Pieremilio Sammarco, figlio di un amico di Cesare Previti, cresciuto professionalmente nello studio Previti, oggi retto dal figlio Stefano Previti, insieme al quale Sammarco Jr ha fatto causa nell’interesse di Mediaset a Sabina Guzzanti e Marco Travaglio? Secondo me è importante.
Nel curriculum pubblicato sul blog di Grillo nel 2016 per le comunarie Virginia Raggi scrive solo “Dopo la laurea ho iniziato la pratica forense specializzandomi nel diritto civile”. Nessun riferimento allo studio Previti né allo studio Sammarco.
Solo il 25 febbraio, incalzata dai giornalisti, Virginia Raggi ammette di avere svolto la pratica presso lo studio fondato e frequentato da Cesare Previti quando l’ex ministro era stato già condannato in primo grado per la corruzione Imi-Sir e Sme.
Virginia Raggi è venuta meno all’impegno di trasparenza con i suoi elettori non certo perché ha fatto pratica 13 anni fa allo studio Previti. Bensì perché non lo ha scritto nel suo curriculum né nel 2016 né nel 2013. Allora si è limitata a scrivere di avere svolto ‘la pratica in un noto studio’ senza dire che era noto anche perché il suo fondatore comprava i giudici.
Virginia Raggi si è presentata con un video nel quale dice: “Dobbiamo spezzare quei vincoli mortiferi che hanno legato i partiti alle principali forze economiche malate di questa città. Dovremmo sapere dire no ai privilegi, no ai favoritismi, no ai parenti e alle parentopoli e si alla legalità e all’onestà, dovremo combattere le mafie e la corruzione”.
Virginia Raggi resta il miglior candidato M5S per “spezzare i vincoli mortiferi”?  Certo, è stata scelta dal 45,5 per cento dei votanti delle comunarie online, pari a 1.764 voti mentre Marcello De Vito si è fermato al 35 per cento, con 1.347 voti.
Se i 1746 elettori M5s che l’hanno scelta avessero saputo i dettagli sulla storia della sua pratica nello studio Previti e dei rapporti storici tra il suo studio attuale e lo studio Previti, l’avrebbero votata? O forse qualcuno avrebbe scelto un altro candidato con un passato meno attaccabile e un profilo professionale più convincente?
I contratti possono essere annullati se il consenso è stato viziato da un errore. Se una parte ha detto sì non conoscendo una situazione determinante che lo avrebbe indotto a fare una scelta diversa, quel consenso non è valido. La mancata conoscenza del passato di Virginia Raggi nello studio Previti ha condizionato il giudizio dei M5s votanti alle comunarie? Secondo me sì.
Grillo ha fatto diventare il suo blog la vera piazza dove si compiono i dibattiti e le scelte del movimento. Per deliberare però bisogna conoscere, come diceva Luigi Einaudi. Ora conosciamo una circostanza importante in più che era stata nascosta dal candidato Virginia Raggi ai suoi elettori. La questione tocca anche i vertici del Movimento. Grillo e Casaleggio sono i garanti della correttezza del processo decisionale. Se Virginia Raggi non li ha informati sul suo passato professionale ha tradito la loro fiducia. Grillo e Casaleggio dovrebbero invalidare le comunarie e far subentrare il secondo eletto, cioè Marcello De Vito. Oppure rifare la votazione sulla base stavolta di una conoscenza piena del passato della candidata Virginia Raggi. Uno dei pochi vantaggi della democrazia elettronica è che bastano poche ore per rifare il voto. Basta volerlo.
In fondo il videomessaggio di Virginia Raggi per le comunarie si concludeva così: “Ci vuole molto coraggio. Noi siamo pronti a darti voce. Ma tu avrai coraggio?”. Dimostri lei per prima di avere il coraggio di ridare voce ai suoi 1746 votanti. In democrazia non bisogna mai avere paura di ridare la parola agli elettori.
Qui troverete il curriculum di Virginia Raggi