Il candidato Sindaco di Torino del M5S, Chiara Appendino |
Trentunenne, bocconiana, futura mamma, grillina dura e pura. Sarà Chiara Appendino la candidata del Movimento 5 Stelle che sfiderà Piero Fassino, il 66enne sindaco
uscente di Torino spinto alla ricandidatura dal Partito
democratico. L’ufficializzazione è arrivata oggi: da tempo circolava il
suo nome, ma si aspettava un ultimo incontro mercoledì prossimo prima di
rendere pubblica la decisione. Tuttavia sabato, dopo la giornata di studio dei
gruppi di lavoro che supportano gli eletti e che preparano il programma
elettorale, i sostenitori hanno votato all’unanimità per la trentenne. “Chiara
è stata in grado di unire il gruppo dando forza e compattezza”, spiega il
consigliere regionale Davide Bono,
uno degli esponenti storici del movimento a Torino. Inoltre nessun attivista si
è fatto avanti per sfidare la consigliera nel voto on-line.
Solo una voce è emersa dal
coro, quella di Vittorio Bertola,
altro storico grillino torinese e compagno di banco della candidata in
consiglio comunale: si è proposto per un tandem come candidato vicesindaco, ma
la sua proposta è stata fermata: “Riconoscendo di non avere più la fiducia del
candidato sindaco e del Movimento 5 Stelle, – ha scritto su Facebook – ho
dunque deciso di lasciare la
politica alla fine del mio mandato da consigliere comunale”. Dal
M5S però smentiscono veti contro di lui: “Ieri abbiamo solo votato per
scegliere il candidato sindaco. Abbiamo rimandato la decisione sulla squadra e
sui candidati consiglieri a un secondo momento, forse alla fine del mese. Non
c’è nessuna preclusione”, spiega Bono. Quindi per ora si lavora al programma,
con 17 gruppi di lavoro tra le cui proposte al momento ne spiccherebbe una:
“Vorremmo tagliare i costi della macchina amministrativa e dello staff del
sindaco per dare fondi a piccole e medie imprese e agli incubatori affinché
assumano giovani”, spiega la deputata M5S Laura Castelli.
31 anni compiuti a giugno, sposata e in attesa del suo primo figlio, laureata
alla Bocconi e dipendente dell’azienda del marito, dove si occupa di
amministrazione, finanza e controllo, arriva alla candidatura dopo l’esperienza
nell’assemblea cittadina cominciata nel 2011: in questi cinque anni l’attività
di Chiara Appendino nella Sala Rossa, l’aula del consiglio comunale, si è
distinta soprattutto per la sua attenzione agli sprechi della pubblica amministrazione e in particolare nel
settore della cultura, con la denuncia di affidamenti, consulenze, incarichi e
spese poco trasparenti.
Con il primo cittadino ha ingaggiato molte sfide facendo perdere le
staffe diverse volte al politico più navigato di lei. Nel 2012 lui l’ha
rinominata “Giovanna d’Arco della
pubblica morale”. Un anno fa, invece, lei scriveva una documentata
lettera per dirgli che il suo progetto elettorale era fallito con l’aumento
della povertà e del degrado in molti quartieri del capoluogo piemontese: “La Gran Torino che aveva
immaginato non si vede nemmeno all’orizzonte e la tempesta che stiamo
attraversando sembra non volersi placare, anzi, ha acquisito di intensità”. A
maggio lui, durante la discussione del bilancio consuntivo, le aveva fatto un
invito: “Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se sarà capace di
fare tutto quello che oggi ha auspicato di saper fare: e comunque lo decideranno gli elettori”. Sfida
accettata dalla Appendino non senza timori all’interno del Pd: loSpiffero.com rivelava pochi
giorni fa l’esistenza di un sondaggio realizzato da un sostenitore di Fassino,
sondaggio secondo il quale il sindaco uscente potrebbe perdere al ballottaggio.
Si realizzerebbe così “la seconda profezia di Fassino”, come la chiamano i
grillini locali.
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