Maria Elena Boschi |
La ministra riferisce alla Camera: “Sarà soltanto un
consulente” Il migliore amico del premier metterà le mani sui servizi segreti.
Per Sel “è incredibile”
Marco Carrai ha l’oro in bocca. Diventerà consulente di
Palazzo Chigi per la cyber sicurezza con un portafogli di 150 milioni di euro
da gestire, coordinare, indirizzare. Il Giglio, che già era magico, ora diventa
stellare, gestirà anche la vita di ogni clic. Occhio vigile per la sicurezza
nazionale, bastione contro le intromissioni, segugio dei cattivi naviganti di
internet. Tutto si tiene e a Montecitorio approda la madrina del Giglio a dare
il conto del nuovo ingresso. Maria Elena Boschi sceglie una mise di forte
contrasto, il rosso e il nero, per appagare la curiosità e garantire sulle
paure e le cattive intenzioni. Carrai sarà, se sarà, un consulente, forse
super. A Marco Minniti, l’u omo politico chiamato a gestire i Servizi segreti,
rinnovata fiducia.
L’ultimo trasbordo nel governo, e per di più in una funzione
delicatissima, assume l’aspetto del pagamento di un debito d’onore e copre una
guerra nelle cantine renziane, un ostruzionismo di sottofondo che ha in Luca
Lotti , rottweiler del premier, lo sconfitto di giornata. Era stato Verdini, in
linea retta collegato a Lotti, ad avanzare perplessità e dubbi. Maria Elena
garantisce che Marco, cioè Carrai, che è un amico e un fidato consiglieri del
premier al quale ha concesso ogni fiducia e anche le chiavi di casa, sarà
tenuto a distanza delle funzioni più delicate e dalle pratiche più
compromettenti. Infatti di lui si parla adesso come di un consulente, uno dei
tanti.
Invece, è un pesante e delicato incarico, coperto da un
titolo innocente che è l’espediente tecnico per zittire possibili azioni su
quella che appare la più clamorosa prova di interessi che si sovrappongono e si
confondono. Carrai compare socio in undici società. Tra queste, c’è la Cys4 spa
fondata il 3 dicembre del 2014, e ha per oggetto la “consulenza nel settore delle
tecnologie d el l’informatica. ”Affari, dunque. La Spa fa parte del “Gruppo
Tanzi”, ha tre soci, Aicom Spa, “Bellodi Leonardo” e Cambridge management
consulting Labs srl. Capitale sociale 70 mila euro, ha un fatturato di 5,7
milioni e un utile di 1,5 milioni. Tra i soci figurano, accanto allo stesso
Carrai (con il 14%), Giampaolo Moscati, Renato Sica e l’israeliana Jonathan
Pacifici & partners ltd. Non si sa dove, dunque, finisca lo Stato e dove
invece inizi la famiglia Renzi, gli amici di Renzi, le virtù di Renzi e anche i
suoi vizi. E ieri questo spettacolare conflitto si è riproposto. Il ministro
dell’Interno silente e a braccia conserte, la campionessa del renzismo oracolo
del nuovo ingresso. “Il pesce puzza dalla bocca”, confidò Carrai qualche tempo
fa. Un proverbio che gli fu detto, ad ascoltare le sue confidenze, da un
esponente della Cia. Rapporti altrettanto intensi, pare, con i servizi
israeliani. Carrai ha chiesto di essere messo alla prova, ha domandato per sé
questo ruolo ed ora sarà installato (nessuno lo dubita più) con i gagliardetti
di consulente. “È incredibile ciò che stanno facendo”, ha commentato Arturo
Scotto di Sel, il partito che ha presentato l’interrogazione parlamentare sulla
notizia della new entryanticipata da questo giornale.
La questione nasce e purtroppo non muore con lo sviluppo
familistico nelle postazioni di controllo governativo. Unità di missione,
direzioni, sottosezioni. La Presidenza del Consiglio ha accentrato nel suo
palazzo tutti i dossier sensibili. Le relazioni con la stampa le ha Luca Lotti,
attraverso il dipartimento dell’Editoria . Lui decide i contributi, aziona o
disinnesta norme che incidono nella vita dei mass media. È un bel fare e anche
una poco innocente responsabilità. Poi i controlli sul ministero dell’Economia
, quelli sulle Entrate, persino sui programmi di edilizia scolastica. Adesso la
cyber sicurezza. Tutto inizia a Firenze e tutto finisce a Firenze.
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