Il Governo favorisce i venditori di elettricità e impedisce
risparmi in
bolletta di oltre 200 euro annui per ogni utente.
La riduzione della bolletta elettrica e del gas è l'ennesima
sparata a vuoto del governo Renzi: 57 euro in meno all'anno per famiglia,
ovvero meno di 5 euro al mese, pari all' 1,2% quando poteva essere del 5% pari almeno di 20
al mese se si fosse evitato di favorire i venditori di energia e gas, cioè
le solite A2A,
Iren, Hera, Acea, Enel, Eni..."
Una piccola mancia di Capodanno con la quale il premier del
"Salva Banche" spera di riguadagnare le simpatie degli italiani.
Si sarebbe potuto sfruttare meglio il calo dei prezzi delle
materie prime di energia per alleggerire di un bel po' le pesanti spese degli
italiani. Ma Renzi ha preferito aiutare i grandi venditori di luce e gas.
La discesa del costo dell'energia e di alcune componenti degli oneri contenuti
nella bolletta, vengono infatti vanificati dall'incremento della voce
commercializzazione dovuta per far fronte alla riforma del mercato elettrico
attualmente non ancora entrata in vigore ma in discussione nell'esame del DDL
concorrenza in commissione industria del Senato.
Ecco svelato il trucco. Il quadro emerge dalla lettura
dell'ultimo comunicato
sulla bolletta inviato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas:
si riscontra che nonostante una riduzione del costo dell'approvvigionamento
energetico del 3,4% e un calo di circa il 2% degli oneri, in particolare di
quelli che gli utenti pagavano per lo sconto concesso ai grandi consumatori di
energia (cementifici, fonderie etc) oggi interrotto da una procedura di
infrazione della Commissione europea, il costo della bolletta non cala come
dovrebbe perché aumenta la voce commercializzazione per far fronte ad effetti
di una riforma che il Parlamento non ha ancora approvato. Riforma cucita
addosso guarda caso ai venditori di energia che non è ancora legge ma già erode
risparmi ai consumatori.
Per completare il quadretto, l'Autorità per l'Energia
annuncia la fine delle tutele di mercato ancora prima che il Parlamento ne
discuta. Qui si sta facendo una forzatura per camuffare la realtà e indorare la
pillola ai cittadini. Interverremo nella commissione industria del Senato per
ostacolare questo modo di operare e ridare al Parlamento il ruolo che gli
compete, di decidere le regole in tutela dei consumatori.
Lo dimostrano chiaramente i conti diffusi dall'Autorità. Quei
numeri, caro presidente del Consiglio, suonano come una presa in giro per
milioni di cittadini che contavano su un vero risparmio e che invece hanno
avuto in cambio solo vuote promesse.
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