Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, ex sindaci di Milano |
La campagna elettorale a 5Stelle si combatte (anche) casa
per casa. Nel dettaglio case popolari, occupate da inquilini morosi. Dopo aver
accesso i riflettori con un dossier sull’affittopoli di Roma (ma i titoli dei
giornali se li è presi il commissario Francesco Paolo Tronca, rapido nel
lavorare su quelle carte), il M5s rilancia su Milano. “Dal 2006 ad oggi, il
Comune non ha riscosso affitti per i suoi immobili per 204 milioni di euro, ma
nessuno ha mai detto nulla” accusa il consigliere comunale Mattia Calise, in
una conferenza stampa alla Camera. Un attacco dritto, alla giunta Pisapia, ma
anche all’amministrazione precedente, quella guidata dalla forzista Letizia
Moratti, che aveva come city manager Giuseppe Sala, l’attuale candidato del Pd
a Milano.
Si spiega così la conferenza che come ospite d’onore ha la
candidata sindaco del Movimento Patrizia Bedori. Ma l’anfitrione è Alessandro
Di Battista, ormai perenne volto trainante. A seminare numeri e dati però è
Calise: “Tra i morosi c’è tanta gente che non ha diritto alla casa popolare,
1886 hanno debiti verso il Comune tra i 25mila e i 50mila euro, 687 sopra i
50mila euro”. Il debitore record ha un rosso di 409mila euro, “ma c’è anche un
ristoratore del centro che ha accumulato 528mila euro in una sede, e 200mila in
un’altra”. E c’è anche l’assegnatario di una casa popolare, a fronte di un
patrimonio personale da 2 milioni di euro. Ma la ciliegina elettorale è
un’altra: “C’è anche la sede di un partito di maggioranza, morosa per 20mila
euro. Ma qual è non ve lo dico”. Dovrebbe essere un ex circolo del Pd in via
Evangelista Torricelli, chiuso da alcuni anni. Tanto basta per il M5s, che
racconta di due anni di lavoro dietro al dossier. “Tutto è partito dalle
proteste di dipendenti comunali, poi ho chiesto l’accesso agli atti” racconta
ancora Calise, che denuncia: “Ho ricevuto minacce, se ne occupano le forze
dell’ordine”. Le carte dell’affittopoli invece sono in procura. “Hanno
sfrattato poveri e lasciato le case ai ricchi che non le pagano. Come è
possibile che nessun amministratore, sia di destra che di sinistra, abbia visto
nulla?” rilanciano i 5Stelle. Con la Bedori che parla di “23mila famiglie che
aspettano un alloggio” e invoca “una commissione d’inchiesta”. Chiaro il
messaggio, Pd e destra pari sono sotto il Duomo. Dal Comune risponde
l’assessore alla Casa Daniela Benelli: “Nessuna affittopoli, quella dei5Stelle
è un polverone da campagna elettorale”. Ovvero, “i 204 milioni di buco sono
l’arbitraria sommatoria di 5 anni di morosità delle case popolari. Il dato
annuale è sempre stato reso pubblico correttamente”. E poi “abbiamo già
iniziato a verificare le morosità a partire dai redditi più alti. Per molte di
queste sono in corso i provvedimenti di decadenza, per le fasce di reddito più
basse stiamo concordando piani di rientro”. E il partito? “Ha già rilasciato il
locale e sottoscritto un piano di rientro”. Ma i 5stelle insistono. Con la Bedori,
che liquida come “gossip” le pressioni dai vertici perché si facesse da parte
(ma ci sono state, eccome). E con Di Battista che rimette in fila slogan e
linea. Poche ore prima a Radio Cusano Campus Paola Taverna l’aveva buttata lì:
“Potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il M5s a Roma, la scelta
di Bertolaso mi ha lasciato perplessa come quella di Giachetti: mettono in
campo certi nomi perché non vogliono vincere Roma”. In serata correggerà
(“Voglio governare, parole strumentalizzate”). Nell’attesa, Di Battista
tampona: “Credo volesse dire che avremmo tutti contro in caso di vittoria”.
Concetto su cui il deputato calca: “Pensate che la Cgil non ci farà scioperi
contro? E il governo ci chiuderà subito i rubinetti”. Morde: “Sala deve ancora
darci i dati su Expo, Bertolaso è il candidato della Curia contro papa
Francesco”. Poi va contro la Lega: “Matteo Salvini chieda le dimissioni del
governatore lombardo Maroni e cacci Fabio Rizzi (il suo braccio destro,
arrestato ieri, ndr)”. Saluti. Domani è un altro giorno, da campagna.
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