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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

venerdì 12 febbraio 2016

Di Battista candidato a Roma, l’ultima tentazione a 5Stelle

Alessandro Di Battista riceve gli abbracci dai suoi sostenitori
in occasione di "Italia5stelle" di Imola
Comunali Il M5S senza un nome forte per il Campidoglio E risale il pressing sul deputato, che però continua a dire no 
Hanno cercato il jolly, il carneade con cui sparigliare le carte. Ma non l’hanno trovato tra gli oltre 200 candidati, che già si sfidano in cordate (proibite). E allora, ecco la squadra di parlamentari per blindare il futuro candidato per il Campidoglio. Ma sullo sfondo c’è una tentazione che ritorna per i Cinque Stelle, fortissima: convincere Alessandro Di Battista a scendere in campo a Roma. È il desiderio silenzioso che circola nel M5s: difficile da realizzare. Per le regole del Movimento, che vietano il cambio di incarico a mandato in corso. E per il no del deputato, che ha sempre respinto l’ipotesi del grande salto. Un no ribadito anche nelle ultime ore, in colloqui riservati. Eppure è risalita, la pressione su Di Battista. Lo confermano i discorsi di tanti parlamentari, che da giorni ripetono: “Certo, se si candidasse Alessandro...”. E le voci che arrivano da Milano, dalla casa madre del guru Gianroberto Casaleggio. La guida politica del M5s considera la vittoria a Roma la porta verso l’impresa alle Politiche. Ed è tornato a valutare l’opzione del big gettato nella mischia, magari dopo apposito via libera sul web degli iscritti. L’opzione Di Battista.
Già a natale, il M5s ha contattato esperti che hanno lavorato in una grande agenzia di comunicazione, noti anche per il loro lavoro con il Pd, da anni in rapporti con Casaleggio. E ha chiesto loro di pianificare una campagna per il deputato. Ma con un’avvertenza: “È solo una valutazione preliminare”. Nessun impegno a medio termine. I contatti sono andati avanti. Ma rimane il no di Di Battista, che teme le conseguenze di una sconfitta, e soprattutto possibili incomprensioni con gli altri eletti romani. Eppure è sempre lui, il cavaliere bianco che non c’è per il M5s che ieri ha lanciato la prima fase della votazione on line per Roma, sul blog di Beppe Grillo. Gli oltre 9mila iscritti romani hanno votato i tre punti prioritari per il programma del M5s per la capitale, scegliendo “la mobilità e la manutenzione delle strade”, “la trasparenza e lo stop agli sprechi, e “l’emergenza rifiuti”. Nelle prossime ore, si passerà alla cernita: i 209 candidati diventeranno 48. E alla fine gli iscritti ne voteranno dieci, che si giocheranno il posto di candidato sindaco. La corsa pare a due, tra l’ex candidato al Campidoglio Marcello De Vito, vicino alla deputata Roberta Lombardi, e l’ex consigliera Virginia Raggi, gradita proprio a Di Battista. Favorita, perché più apprezzata dallo staff di Milano. Oltretutto appoggiata anche dagli altri due ex consiglieri, Enrico Stefàno e Daniele Frongia. Ma il candidato dei sogni, quello Casaleggio e i suoi non l’hanno trovato. Speravano di scovarlo tra gli outsider, che hanno inviato al blog 209 video di presentazione, girati tutti con lo stesso operatore. “Ma il nome nuovo proprio non c’è” ammette un parlamentare. C’è invece una pletora di consiglieri municipali, da Tiziano Azzara del I Municipio (in centro), a Paolo Ferrara del X (Ostia). Ci sono collaboratori parlamentari, come vecchia (e contestata) abitudine del M5s. Soprattutto ci sono le cordate, un’eresia per i codici interni. Facebook trabocca di inviti a votare per questo o quel candidato. E tra i più pubblicizzati, Antonio Aquilino, architetto, attivista in II Municipio. A sostenerlo l’ala cattolica integralista del M5s, contraria alla stepchild adoption.
Il mondo di riferimento anche del fratello Andrea, espulso nel 2014 a causa della “attività di propaganda politica e sociale in qualità di “sedicente rappresentante degli attivisti cattolici dei 5Stelle”, svolta “attraverso l’uso e la spendita di nomi e segni distintivi di proprietà esclusiva” del garante Grillo. Ma a pesare fu anche il suo attacco ai deputati 5Stelle che si erano baciati simbolicamente in Parlamento proprio per le unioni civili. Numerosi gli appelli anche in favore di Fulvio Sarzana, avvocato, professore a contratto, blogger del Fatto. Ma nell’elenco figurano pure militanti storici come Carlo Chiossi e Massimiliano Morosini, attivista lgbt, e il giornalista de La 7 Ivo Mej. Il nome del candidato sindaco arriverà a giorni. Ma non è detto che sarà quello definitivo. Perché il nodo rimane l’assenza di un candidato di peso. Lo conferma la squadra di parlamentari romani, che accompagnerà il prescelto dal web in campagna elettorale. E che vaglierà le decisioni di peso dell’eventuale sindaco, assieme ai garanti Grillo e Casaleggio. Così prevede il codice di comportamento per i candidati romani, che contiene anche la multa di 150mila euro per gli eletti che vadano fuori rotta. “Quella penale è un orgoglio” ha rivendicato martedì in conferenza stampa Di Battista, ricordando più volte di non essere il candidato sindaco. Forse era soprattutto un messaggio ai suoi: “Non cambio idea”. Ma più di qualcuno ci spera ancora. Per vincere.

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