Ma sceglie i ‘trombati’ (come il senatore che salvò Berlusconi)
Il presidente di Regione in campagna elettorale aveva promesso: "Non ci sarà distribuzione di incarichi". Ma ora a beneficiare delle sue designazioni sono Giulia Abbate, non eletta del Pd, Giovanni Porcelli (ex sindaco di Mugnano e ex gestore di una partecipata poi fallita) e Bruno Cesario, uno dei Responsabili che nel 2010 passò dal centrosinistra al centrodestra insieme a Scilipoti. E ora diventato amico di De Mita
In materia di nomine e rottamazione della malapolitica, c’è
qualcosa che non combacia tra i buoni propositi del presidente della
Regione Campania Vincenzo De Luca e i fatti concreti. Ecco i dati. E
le date. Il 2 marzo De Luca, fresco vincitore delle primarie Pd in Campania,
si presenta come il “nuovo”: “La Regione non sarà un mercato, non ci sarà
distribuzione di incarichi; nessun mercato politico”. La musica cambia
qualche mese dopo quando De Luca il 31 maggio vince pure le elezioni “vere” e
diventa governatore. La promessa di non promuovere trombati viene infatti
mantenuta durante la formazione della giunta. Ma viene violata invece
quando si passa alle nomine del sottobosco.
C’è da rifare il vertice di Soresa, la partecipata
della sanità campana. De Luca propone come presidente Giovanni
Porcelli e come consigliera Giulia Abbate. Il primo – Porcelli –
è un candidato non eletto di Campania Libera per De Luca, la lista messa
su dall’ex senatore dell’Udeur Tommaso Barbato, ex braccio destro di Clemente
Mastella e decisivo per la caduta del governo Prodi nel 2008, nel voto
decisivo per la fiducia a Palazzo Madama: in quell’occasione, racconta la sua
storia personale, sputò al collega di partito Nuccio Cusumano, colpevole
di non aver seguito le indicazioni di Mastella. Porcelli in questa lista è
risultato secondo dei non eletti, raccogliendo 5300 preferenze. Ex sindaco di
Mugnano, 43 anni, ha anche ricoperto diversi incarichi politici, tra cui quello
di presidente della Munianum spa, la società che gestiva il mercato ittico
di Mugnano. La società è poi fallita sotto il peso di un paio di milioni di
debiti.
La
seconda – Abbate – è una consigliera regionale uscente e non rieletta del Pd.
Nel 2013 era entrata in consiglio come prima dei non eletti, dopo che Umberto Del Basso De Caro fu
nominato sottosegretario nel governo Letta. Nonostante fosse capolista in un
collegio di Benevento e nonostante abbia raccolto oltre 6mila preferenze, la
Abbate (che di lavoro fa l’avvocato) non è stata eletta. Polemiche ad alzo zero
in Forza Italia e
nel centrodestra: da quale pulpito, loro nel 2010 fecero esattamente lo stesso
quando Caldoro nominò a capo di Soresa il consigliere non rieletto Francesco D’Ercole.
Ma
il vero capolavoro di De Luca arriva con la nomina per Bruno Cesario, l’ex
Responsabile che, insieme a Domenico
Scilipoti e Massimo
Calearo nel dicembre 2010, uscì dal centrosinistra per regalare un
altro anno di vita al crepuscolare governo
Berlusconi(e ne ottenne in extremis uno strapuntino da sottosegretario). Ex
Ppi, Margherita, Pd, primo dei non eletti in Forza Italia in un collegio
lontano dalla Campania, il trasformista Cesario è tornato al suo primo amore
per Ciriaco De Mita e
poche ore prima della chiusura delle liste ha accettato l’invito del leader di
Nusco a candidarsi nell’Udc alleata in extremis con il Pd e De Luca. Non ce
l’ha fatta, ma De Luca lo ha recuperato con un incarico di dirigente regionale
di staff.
Cesario
avrà il compito di guidare la sede della Regione Campania a Roma, dove curerà i rapporti con il Parlamento,
il Cipe e
il sistema delle
conferenze. Più o meno negli stessi giorni, De Luca ha nominato una
consigliera regionale uscente e non rieletta del Pd, Angela
Cortese, consulente politico per il settore scuola. La delega che
Cortese assunse in due vecchie giunte provinciali napoletane. A Palazzo Santa
Lucia il De Luca-dottor Jekyll, rottamatore renziano, ha lasciato il posto al
De Luca-mister Hyde, cinico riciclatore. Persino degli amici dell’ex nemico De
Mita
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