Vercelli - Sostituito il dirigente Arpa che ha reso noto
l’aumento dei tumori vicino all’inceneritore
Per l’Arpa Piemonte è una riorganizzazione. Una
riorganizzazione che, finora, ha coinvolto soltanto un dirigente “scomodo”. Lui
è Giancarlo Cuttica, 62 anni dei quali gli ultimi cinque passati al
dipartimento dell’Arpa a Vercelli, terra di risaie avvelenata da pesticidi,
inceneritori, scarti industriali e scorie nucleari (qui si trova il 93 per
cento dei rifiuti atomici nazionali).
Un mese fa è stato allontanamento dall’incarico e da allora
associazioni ambientaliste e politici locali si sono mossi in sua difesa
perché, sostengono molti, Cuttica ha un pregio: “È uno dei pochi dirigenti che
ha puntato il dito contro alcune aziende e ha fatto il suo lavoro - riassume
Dario Roasio di Società Futura -. I poteri industriali di questa zona devono
aver tirato un sospiro di sollievo dopo la fine del suo incarico”. Le sezioni
vercellesi di Legambiente e Pro Natura hanno espresso apprezzamento per il suo
lavoro: “Non è stato solo un direttore corretto, trasparente e oggettivo, ma ci
è sembrato uno che non esita ad affrontare argomenti scomodi”. Il sindaco Pd
Maura Forte ha espresso rammarico, mentre per il M5S la sua rimozione è una
“preoccupante coincidenza”, sottolineata anche da altre persone: la decisione è
arrivata dopo la pubblicazione - avvenuta il 30 giugno scorso - di uno studio
sui rischi provocati dall’inceneritore del la Veolia a Vercelli, un impianto
che ha terminato il suo funzionamento un anno fa. Dall’analisi dei dati sulla
mortalità e sulle malattie dal 1997 al 2012, è emerso che a Vercelli e nella
vicina Asigliano i rischi di ammalarsi di tumore aumentano del 60 per cento
rispetto alle zone “non esposte” ai fumi del termovalorizzatore, una
percentuale che sale al 180 per cento se si parla di tumore al polmone e al 400
per cento se si parla di tumore del colon-retto. La diffusione dei dati non è
piaciuta a tutti, ad esempio all’assessore piemontese alla Sanità, Antonio
Saitta, che il 9 luglio ha convocato il direttore regionale dell’Arpa Angelo
Robotto per avere spiegazioni. Dopo quasi un mese Cuttica ha perso l’incarico. L’incerenitore
non è stato l’unico tema affrontato di petto dal direttore del dipartimento
vercellese. C’è l’inquinamento da diossina provocato dalla Sacal a Carisio,
azienda che lavora alluminio; c’era la Teksid a Crescentino, acciaieria legata
al gruppo Fiat in cui si erano verificati problemi ambientali e di lavoro, dove
ora c’è l’impianto di bioetanolo della Ibp, “non così sicuro dal punto di vista
ambientale”, sostiene Godio di Legambiente. Tutti impianti fatti monitorare
attentamente da Cuttica. Dall'Arpa Piemonte smentiscono che si tratti di una manovra
contro Cuttica. Il direttore regionale dell'Arpa Angelo Robotto spiega che non
c’è nessun legame tra il rapporto sull'inceneritore e la fine dell'incarico:
“Una cosa non c'entra nulla con l'altra”, dice. Piuttosto, precisa, “si tratta
di una legge del 2015 secondo la quale il direttore generale dell’Arpa deve
riorganizzare i dipartimenti territoriali passando da otto a quattro. Abbiamo
accorpato quelli delle province del Piemonte orientale". Inoltre, afferma,
“il mandato di Cuttica era scaduto alla fine del 2014 e prorogato fino al 5
agosto. Ora lui potrà chiedere di passare a un altro incarico”.
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