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martedì 8 settembre 2015

Denuncia i veleni, la Regione lo caccia

Vercelli - Sostituito il dirigente Arpa che ha reso noto
l’aumento dei tumori vicino all’inceneritore


Per l’Arpa Piemonte è una riorganizzazione. Una riorganizzazione che, finora, ha coinvolto soltanto un dirigente “scomodo”. Lui è Giancarlo Cuttica, 62 anni dei quali gli ultimi cinque passati al dipartimento dell’Arpa a Vercelli, terra di risaie avvelenata da pesticidi, inceneritori, scarti industriali e scorie nucleari (qui si trova il 93 per cento dei rifiuti atomici nazionali).
Un mese fa è stato allontanamento dall’incarico e da allora associazioni ambientaliste e politici locali si sono mossi in sua difesa perché, sostengono molti, Cuttica ha un pregio: “È uno dei pochi dirigenti che ha puntato il dito contro alcune aziende e ha fatto il suo lavoro - riassume Dario Roasio di Società Futura -. I poteri industriali di questa zona devono aver tirato un sospiro di sollievo dopo la fine del suo incarico”. Le sezioni vercellesi di Legambiente e Pro Natura hanno espresso apprezzamento per il suo lavoro: “Non è stato solo un direttore corretto, trasparente e oggettivo, ma ci è sembrato uno che non esita ad affrontare argomenti scomodi”. Il sindaco Pd Maura Forte ha espresso rammarico, mentre per il M5S la sua rimozione è una “preoccupante coincidenza”, sottolineata anche da altre persone: la decisione è arrivata dopo la pubblicazione - avvenuta il 30 giugno scorso - di uno studio sui rischi provocati dall’inceneritore del la Veolia a Vercelli, un impianto che ha terminato il suo funzionamento un anno fa. Dall’analisi dei dati sulla mortalità e sulle malattie dal 1997 al 2012, è emerso che a Vercelli e nella vicina Asigliano i rischi di ammalarsi di tumore aumentano del 60 per cento rispetto alle zone “non esposte” ai fumi del termovalorizzatore, una percentuale che sale al 180 per cento se si parla di tumore al polmone e al 400 per cento se si parla di tumore del colon-retto. La diffusione dei dati non è piaciuta a tutti, ad esempio all’assessore piemontese alla Sanità, Antonio Saitta, che il 9 luglio ha convocato il direttore regionale dell’Arpa Angelo Robotto per avere spiegazioni. Dopo quasi un mese Cuttica ha perso l’incarico. L’incerenitore non è stato l’unico tema affrontato di petto dal direttore del dipartimento vercellese. C’è l’inquinamento da diossina provocato dalla Sacal a Carisio, azienda che lavora alluminio; c’era la Teksid a Crescentino, acciaieria legata al gruppo Fiat in cui si erano verificati problemi ambientali e di lavoro, dove ora c’è l’impianto di bioetanolo della Ibp, “non così sicuro dal punto di vista ambientale”, sostiene Godio di Legambiente. Tutti impianti fatti monitorare attentamente da Cuttica. Dall'Arpa Piemonte smentiscono che si tratti di una manovra contro Cuttica. Il direttore regionale dell'Arpa Angelo Robotto spiega che non c’è nessun legame tra il rapporto sull'inceneritore e la fine dell'incarico: “Una cosa non c'entra nulla con l'altra”, dice. Piuttosto, precisa, “si tratta di una legge del 2015 secondo la quale il direttore generale dell’Arpa deve riorganizzare i dipartimenti territoriali passando da otto a quattro. Abbiamo accorpato quelli delle province del Piemonte orientale". Inoltre, afferma, “il mandato di Cuttica era scaduto alla fine del 2014 e prorogato fino al 5 agosto. Ora lui potrà chiedere di passare a un altro incarico”.

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