“Di Maio non è il leader
dei 5Stelle, ecco
i 15 del nuovo organigramma
Accogliere i migranti e basta
armi”
Nell’aprile 2015 Gianroberto
Casaleggio aveva annunciato, in un’intervista al Fatto Quotidiano, l’arrivo di
Rousseau, il sistema operativo del Movimento 5 Stelle che vuole inaugurare la
democrazia elettronica. Sono passati quattro mesi: a che punto è Rousseau? E a
che punto è il Movimento 5 Stelle? “La Rete ha reso obsoleti e diseconomici i
partiti”, risponde Casaleggio, fondatore con Beppe Grillo del Movimento. “Il
M5S, che è nato in Rete, vive soltanto di libere donazioni di cittadini.
Rousseau è un passo avanti in questa direzione, permettendo la gestione delle
diverse aree di un’organizzazione politica. Spesso ci chiedono: chi finanzia il
M5S? Ma non si pongono la domanda sull’utilizzo della Rete e delle sue
piattaforme per raggiungere il partito a costo zero. Nelle ultime elezioni
politiche, nel 2013, il costo di un voto per il M5S è stato di 0,04 euro,
mentre i partiti hanno speso in media di 4,8 euro a voto. Abbassare i costi
della politica è un risultato etico, ma anche un vantaggio competitivo”.
Allora, Rousseau funziona?
Rousseau permette la
gestione del M5S nelle sue varie componenti elettive (Parlamenti italiano e
europeo, Consigli regionali e comunali) e la partecipazione degli iscritti alla
vita del Movimento attraverso, per esempio, la scrittura di leggi e il voto per
la scelta delle liste elettorali, o per dirimere posizioni all’interno del M5S.
Solo gli iscritti possono accedere a Rousseau. All’ingresso, l’iscritto vedrà
accese delle stelle per le diverse funzioni associate alla sua
identità/profilo. Per esempio, se ci sono votazioni per le liste elettorali per
la Regione Lombardia, potrà votare solo chi fa parte dell’M5S e risiede in
Lombardia e, in quel caso, per lui la stella “Vota” sarà accesa; un iscritto
con lo stesso profilo potrà accedere alla fattura delle leggi regionali
lombarde e in questo caso sarà accesa la stella “Lex regionale”.
Quali sono le funzioni disponibili di Rousseau?
Quelle della prima release
sono: Lex nazionale (partecipazione alla scrittura delle leggi nazionali
proposte dai parlamentari); Lex regionale (partecipazione alla scrittura delle
leggi regionali proposte dai consiglieri regionali); Lex Europa (partecipazione
alla scrittura delle leggi europee proposte dagli europarlamentari); Vota (voto
per le liste elettorali o per pronunciarsi su un tema specifico); Fund raising
(raccolta fondi per elezioni o eventi del M5S); Scudo della Rete (raccolta
fondi a tutela legale del M5S o di suoi iscritti ed eletti). In futuro saranno
attivate: Attivismo (materiali di supporto alle iniziative del M5S); Sharing
(archivio per condividere le diverse proposte: interrogazioni, delibere, leggi
eccetera); E-learning (lezioni sulle strutture in cui sono inseriti gli eletti
e sul loro funzionamento); Lex iscritti (proposte di legge formulate dagli
iscritti che in seguito saranno presentate dagli eletti nelle diverse sedi);
Meet-up (informazioni sui e dai gruppi sul territorio).
Quanti sono gli utenti di Rousseau?
Sono circa 124 mila le persone iscritte al M5S che possono usare
Rousseau per partecipare al processo legislativo e scegliere i propri
rappresentanti nelle istituzioni.
Avete già risultati?
La
nuova versione mobile sarà disponibile a breve. Rimane confermata per ora la
messa on line di tutte le funzioni per fine anno. Finora la partecipazione
maggiore è stata quella al dibattito sul reddito di cittadinanza, che il Pd
tiene fermo da mesi alla commissione lavoro del Senato: oltre 8.100 interventi
e integrazioni da parte degli iscritti.
Come rispondete alle critiche di chi dice che sarebbe più
affidabile e sicura una piattaforma open source?
Che dovrebbe dimostrarlo dati alla mano. Noi crediamo che sia la piattaforma,
sia gli sviluppi per le diverse funzionalità siano affidabili e sicuri, anche
se nessun software, neppure quello della Nasa, può essere considerato immune da
attacchi che sono sempre più sofisticati.
Quali sono i principali temi su cui il Movimento ha deciso
d’impegnarsi nell’anno politico appena iniziato?
Il reddito di cittadinanza e l’abolizione di Equitalia, oltre alle numerose
battaglie per la preservazione dell’ambiente, come la opposizione agli
inceneritori e alle trivellazioni lungo le coste italiane. Per quanto riguarda
Equitalia, il M5S sta creando una rete di supporto ai cittadini che sono
vessati dalle cartelle in tutta Italia con la presenza di attivisti e di
consulenti fiscali. Il M5S con i suoi attivisti è già riuscito a ottenere
sgravi fiscali per 411 mila euro, a trovare pagamenti non dovuti per 25 mila
euro e sanzioni decadute per 26 mila euro.
C’è un nuovo leader pronto a prendere la guida del
Movimento, accanto ai due fondatori? È stato Beppe Grillo a dire a Luigi Di
Maio: “Maledetto, sei tu il leader”.
La domanda dovrebbe essere
riformulata, in quanto nel Movimento 5 Stelle non ci sono leader, è un
movimento leaderless, come a suo tempo si dichiarò Occupy Wall Street. So che
per chi è abituato alle formazioni partitiche è un concetto difficile da
accettare e forse anche da capire, ma Grillo e io siamo solo garanti che le
regole e i principi siano rispettati. Il leader del Movimento è il M5S stesso.
Ma ci sarà, d’ora in poi, almeno un allentamento della
presenza sua e di Grillo?
Dalla frequenza con cui
questa domanda viene riproposta sui media direi che molti ci sperano. La
risposta comunque è no.
Funziona il “direttorio”?
Sì. È nato dalla necessità
di governare la crescente complessità del Movimento ed è formato da persone
operative su diverse aree. Il nome “direttorio” è fuorviante, sarebbe più
appropriato definirlo comitato operativo. Il M5S sta diventando sempre più
grande e complesso. A oggi ci sono circa 1.600 eletti nelle istituzioni, 124
mila iscritti e 166 mila aderenti ai Meet-up sul territorio, i gruppi spontanei
che aderiscono alle idee del Movimento. Quindi c’è bisogno di una
organizzazione più strutturata. Questo compito è svolto da circa un anno molto
bene da Fico, Di Maio, Ruocco, Di Battista e Sibilia. In futuro, con la
gestione delle funzioni di Rousseau affidate a diverse persone del M5S, si
potrà parlare di comitato operativo allargato. In ogni caso senza la rete non
sarebbe possibile gestire un’organizzazione così complessa, in mancanza di
finanziamenti.
Cambieranno le regole per scegliere le candidature?
No, c’è stato un
fraintendimento su alcune parole di Grillo a Brescia, estrapolate da un discorso
riferito ai Meet-up durante un incontro conviviale del M5S. Le candidature
saranno scelte come in passato attraverso la rete, rimarranno il vincolo dei
due mandati, il taglio degli stipendi degli eletti e il rifiuto del
finanziamento pubblico.
In Sicilia sperate davvero di vincere le elezioni?
Il M5S non partecipa mai
per perdere. In Sicilia ci sono ottimi segnali per una eventuale vittoria, poi
si vedrà.
E a Roma chi candiderete sindaco?
Lo decideranno in Rete gli
iscritti al M5S di Roma in base alle liste presentate.
A Milano è possibile che sosteniate la candidatura a sindaco
di Antonio Di Pietro?
Non è prevista. Il nostro
metodo sarà quello di sempre, con liste presentate dalla base degli iscritti.
Che posizione avete nei confronti dei profughi che arrivano
in Europa?
Che devono essere accolti.
Bisogna però intervenire sulle cause (come per esempio la vendita di armi) e
non solo sugli effetti. L’Italia è da anni nella top ten dei Paesi produttori
di armi del mondo. In particolare l’Italia è il primo Paese in Europa a vendere
armi alla Siria: dal 2001 al 2013 la Siria ha acquistato armi nel vecchio
continente per 27,7 milioni di euro. Di questi, quasi 17 arrivano dal nostro
Paese. Si vuole combattere la guerra con la guerra.
Che rapporti avete con chi è uscito o uscirà dal Pd? Nessuno. I nostri rapporti non sono mai
interpersonali, ma sul programma. Chiunque presenti una proposta di legge che
rispecchi il nostro programma sarà votato, anche se è un ex Pd.
Ci sono margini di collaborazione in Parlamento con i Pd o
ex Pd che si oppongono alle “riforme” renziane?
Io questa resistenza non
l’ho ancora vista se non a parole, in ogni caso vale la risposta data alla
domanda precedente.
Sosterrete il no al referendum sulle riforme costituzionali?
Certo. Ma c’è ancora qualcuno che insiste nel
chiamarle riforme? Sono un attentato alla democrazia.
Si è arricchito con la politica?
No, semmai il contrario. Da
quando è nato il M5S, nel 2009, i profitti della Casaleggio Associati sono
stati inferiori agli anni precedenti, fino ad arrivare alle perdite del 2014.
Il supporto al M5S della mia società negli anni è cresciuto con la crescita del
Movimento che, ricordo, non prende finanziamenti elettorali e rifiuta il 2 per
mille.
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