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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

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martedì 15 settembre 2015

Parte la Buona Scuola: supplenti moltiplicati e aule che cadono a pezzi

Finita la ricreazione Nonostante le belle parole di Renzi, ricomincia l’anno con i professori tappa buchi aumentati di tre volte e le proteste da Nord a Sud


Se Matteo Renzi non ci mettesse sempre quella dose di propaganda non staremmo qui a parlarne. Ma la lettera inviata via Facebook nel primo giorno di scuola non sfugge alla retorica. Sicurezza: “Alla fine abbiamo stanziato 3,7 miliardi per le scuole, per realizzare un totale di 6 mila interventi nel prossimo triennio. Di questi, seicento sono stati realizzati in questi mesi. Migliaia di ragazzi entreranno in scuole più sicure”. Passano pochi minuti e Save the Children presenta il suo rapporto Illuminiamo il futuro: “In Italia - si legge - il 45% delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche, configurando una condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico”. Palazzo Chigi precisa che il rapporto non tiene conto delle “novità” ma nella sostanza non smentisce i dati della Ong.
NELLA SUA LETTERA Renzi assicura che da quest’anno i fondi di finanziamento alle scuole sono raddoppiati: da 110 a 223 milioni. Quindi, “niente carta igienica da casa”. Su questo si vedrà nel corso dell’anno ma va registrata la previsione del sindacato Gildache ricorda che, avendo la legge di Stabilità bloccato le supplenze brevi, l’avvio dell’anno avverrà con classi sovraffollate per fare fronte alla mancanza di docenti. Sugli insegnanti, invece, scrive ancora Renzi, “il tempo è galantuomo e i prossimi mesi dimostreranno che la Buona Scuola non era il mostro paventato”. La prova? “Il 97% dei docenti ha accettato il ruolo che gli è stato proposto. Migliaia di precari hanno adesso un lavoro stabile. Alla fine della fase di assunzioni ogni scuola avrà in media sette insegnanti in più, meno classi numerose, più attività per integrazione, approfondimenti, sostegno”. Una pacchia. Qui, invece, i dati sono volontariamente gonfiati. Il 97% di cui parla Renzi, infatti, si riferisce agli 8.500 insegnanti cui è stato proposto una cattedra fuori dalla propria Regione. Ma il grosso degli insegnanti, per ora, circa 30 mila, insegnerà con le vecchie regole. Avendo diviso il piano assunzioni in quattro fasi - fase Zero, A, B e C - il governo tende sempre a mescolare i numeri non offrendo il quadro di insieme. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, ha fatto due conti e ha scoperto, agilmente, che al momento le assunzioni di Renzi sono appena un migliaio in più di quelle previste a normativa vigente. La differenza la faranno le assunzioni che scatteranno a novembre. Quello che è più complicato è che il meccanismo del governo ha gonfiato incredibilmente le supplenze alla faccia della fine della “supplentite”. Gli insegnanti che, infatti, hanno una proposta di assunzione lontano da casa per quest’anno potranno ancora scegliere la supplenza nella propria provincia. E, come confermano i sindacati, si sono gettati in massa su questa opportunità. Quindi, per quest’anno faranno ancora i supplenti e la loro cattedra sarà coperta da altri supplenti. Lo stesso per le assunzioni che scatteranno da novembre: fino a quella data i posti saranno coperti da supplenti che dovranno però lasciare il posto ai nuovi arrivati a meno che, questi, avendo già accettato un’altra supplenza non rinviino l’assunzione dell’ in - carico. Come si vede, molta confusione. “Siamo in una fase di transizione” ripete la ministra Stefania Giannini, la riforma ha bisogno di tre anni per andare a regime”. Forse era meglio dirlo subito.
IL PREMIER non ha ovviamente dimenticato di citare il “piccolo bonus di 500 euro netti” a disposizione da quest’anno per gli insegnanti “per acquistare libri, biglietti per teatri e concerti, corsi di approfondimento, formazione personale permanente”. “È la prima volta che accade”, sottolinea ma sono ormai anche sei anni che gli insegnanti sono privi del rinnovo del contratto e ancora ieri Giannini ha dovuto ammettere che i docenti “guadagnano troppo poco”. L’anno nuovo, quindi, vedrà ancora proteste e manifestazioni. I sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno annunciato una manifestazione unitaria ad ottobre mentre, tra gli studenti, Rete studenti e Uds hanno promesso di mobilitarsi già dal primo giorno di scuola. Così come faranno anche i sindacati in un luogo simbolico, vista la provenienza del premier. A Firenze, Lucca, Massa e Livorno i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams e Cobas Scuola hanno indetto assemblee di tutto il personale con assemblea alle 8 al Teatro Obihall. Lo stesso istituto in cui prenderà servizio la moglie di Renzi, Agnese Landini, l’Istituto Balducci di Pontassieve, ha annunciato sul suo sito che “a causa dell’assemblea sindacale indetta per martedì 15 settembre 2015 le lezioni saranno garantite dalle ore 8:15 alle ore 10:15 e solo per le classi sotto indicate”, e via l’elenco delle poche classi garantite.
IL SINDACO DI FIRENZE Dario Nar della ha commentato: “Penso che perdiamo tutti da questa decisione che di fatto blocca il primo giorno di scuola". Ma i sindacati hanno risposto: "Nel 2010 abbiamo fatto un’identica iniziativa, sempre il primo giorno di scuola, a cui portò il suo sostegno l’allora assessore del Comune Rosa Maria Di Giorgi, oggi senatrice del Pd, perché condivideva le nostre posizioni sulla riforma Gelmini". I tempi cambiano.

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