Finita la ricreazione Nonostante le belle parole di Renzi, ricomincia l’anno con i professori tappa buchi aumentati di tre volte e le proteste da Nord a Sud
Se Matteo Renzi non ci mettesse sempre quella dose di
propaganda non staremmo qui a parlarne. Ma la lettera inviata via Facebook nel
primo giorno di scuola non sfugge alla retorica. Sicurezza: “Alla fine abbiamo
stanziato 3,7 miliardi per le scuole, per realizzare un totale di 6 mila
interventi nel prossimo triennio. Di questi, seicento sono stati realizzati in
questi mesi. Migliaia di ragazzi entreranno in scuole più sicure”. Passano
pochi minuti e Save the Children presenta il suo rapporto Illuminiamo il
futuro: “In Italia - si legge - il 45% delle scuole è priva di un certificato
di agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola con la
normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche,
configurando una condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova
in zone a rischio sismico”. Palazzo Chigi precisa che il rapporto non tiene
conto delle “novità” ma nella sostanza non smentisce i dati della Ong.
NELLA SUA LETTERA Renzi assicura che da quest’anno i fondi
di finanziamento alle scuole sono raddoppiati: da 110 a 223 milioni. Quindi,
“niente carta igienica da casa”. Su questo si vedrà nel corso dell’anno ma va
registrata la previsione del sindacato Gildache ricorda che, avendo la legge di
Stabilità bloccato le supplenze brevi, l’avvio dell’anno avverrà con classi
sovraffollate per fare fronte alla mancanza di docenti. Sugli insegnanti,
invece, scrive ancora Renzi, “il tempo è galantuomo e i prossimi mesi
dimostreranno che la Buona Scuola non era il mostro paventato”. La prova? “Il
97% dei docenti ha accettato il ruolo che gli è stato proposto. Migliaia di
precari hanno adesso un lavoro stabile. Alla fine della fase di assunzioni ogni
scuola avrà in media sette insegnanti in più, meno classi numerose, più
attività per integrazione, approfondimenti, sostegno”. Una pacchia. Qui,
invece, i dati sono volontariamente gonfiati. Il 97% di cui parla Renzi,
infatti, si riferisce agli 8.500 insegnanti cui è stato proposto una cattedra
fuori dalla propria Regione. Ma il grosso degli insegnanti, per ora, circa 30
mila, insegnerà con le vecchie regole. Avendo diviso il piano assunzioni in
quattro fasi - fase Zero, A, B e C - il governo tende sempre a mescolare i
numeri non offrendo il quadro di insieme. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio,
ha fatto due conti e ha scoperto, agilmente, che al momento le assunzioni di
Renzi sono appena un migliaio in più di quelle previste a normativa vigente. La
differenza la faranno le assunzioni che scatteranno a novembre. Quello che è
più complicato è che il meccanismo del governo ha gonfiato incredibilmente le
supplenze alla faccia della fine della “supplentite”. Gli insegnanti che,
infatti, hanno una proposta di assunzione lontano da casa per quest’anno
potranno ancora scegliere la supplenza nella propria provincia. E, come
confermano i sindacati, si sono gettati in massa su questa opportunità. Quindi,
per quest’anno faranno ancora i supplenti e la loro cattedra sarà coperta da
altri supplenti. Lo stesso per le assunzioni che scatteranno da novembre: fino
a quella data i posti saranno coperti da supplenti che dovranno però lasciare
il posto ai nuovi arrivati a meno che, questi, avendo già accettato un’altra
supplenza non rinviino l’assunzione dell’ in - carico. Come si vede, molta
confusione. “Siamo in una fase di transizione” ripete la ministra Stefania
Giannini, la riforma ha bisogno di tre anni per andare a regime”. Forse era
meglio dirlo subito.
IL PREMIER non ha ovviamente dimenticato di citare il
“piccolo bonus di 500 euro netti” a disposizione da quest’anno per gli
insegnanti “per acquistare libri, biglietti per teatri e concerti, corsi di
approfondimento, formazione personale permanente”. “È la prima volta che
accade”, sottolinea ma sono ormai anche sei anni che gli insegnanti sono privi
del rinnovo del contratto e ancora ieri Giannini ha dovuto ammettere che i
docenti “guadagnano troppo poco”. L’anno nuovo, quindi, vedrà ancora proteste e
manifestazioni. I sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno annunciato una
manifestazione unitaria ad ottobre mentre, tra gli studenti, Rete studenti e Uds
hanno promesso di mobilitarsi già dal primo giorno di scuola. Così come faranno
anche i sindacati in un luogo simbolico, vista la provenienza del premier. A
Firenze, Lucca, Massa e Livorno i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals
Confsal, Gilda Unams e Cobas Scuola hanno indetto assemblee di tutto il
personale con assemblea alle 8 al Teatro Obihall. Lo stesso istituto in cui
prenderà servizio la moglie di Renzi, Agnese Landini, l’Istituto Balducci di
Pontassieve, ha annunciato sul suo sito che “a causa dell’assemblea sindacale
indetta per martedì 15 settembre 2015 le lezioni saranno garantite dalle ore
8:15 alle ore 10:15 e solo per le classi sotto indicate”, e via l’elenco delle
poche classi garantite.
IL SINDACO DI FIRENZE Dario Nar della ha commentato: “Penso
che perdiamo tutti da questa decisione che di fatto blocca il primo giorno di
scuola". Ma i sindacati hanno risposto: "Nel 2010 abbiamo fatto
un’identica iniziativa, sempre il primo giorno di scuola, a cui portò il suo
sostegno l’allora assessore del Comune Rosa Maria Di Giorgi, oggi senatrice del
Pd, perché condivideva le nostre posizioni sulla riforma Gelmini". I tempi
cambiano.
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