Luigi Di Maio |
Ruolo centrale per il Direttorio, mentre il figlio Davide
gestirà la società
Il guru ha lasciato una richiesta da visionario pragmatico,
un’eredità pratica e simbolica: “Il giorno della mia morte mettete sul web la
nostra piattaforma, Rousseau”. E ha lasciato le consegne: al figlio Davide, al
Direttorio. E soprattutto a Luigi Di Maio: un 29enne, che da oggi dovrà
dimenticarsi della carta d’identità e badare a una comunità, a un’eresia che è
diventata un gigante con 1700 eletti e milioni di voti.
Il peso del movimento che ha perso Gianroberto Casaleggio
ora lo dovrà sostenere innanzitutto lui: il candidato premier naturale, il
volto che nei sondaggi di gradimento supera pure Beppe Grillo. Una sfida.
Perché Grillo ha già scelto il passo di lato: anche se ora in tanti ne invocano
il ritorno in prima fila, come un papà di cui non si può fare a meno. Ma
soprattutto da oggi non c’è più Casaleggio: l’altro garante, la guida politica
il giudice ultimo. “Lo ha deciso Gianroberto” era la sentenza inappellabile.
Ora servono nuovi equilibri al M5s che ripudia segretari e mozioni, che si
fonda su un “Non-Statuto”. “Ce la faremo” sussurrano dalla pancia del Movimento
nel giorno del dolore. “Sapremo camminare sulle nostre gambe” ripetono nel
Parlamento che scruta il dolore degli altri. Il dolore dei 5Stelle, i
“diversi”. Le lacrime di Alessandro Di Battista e Carla Ruocco, lo sguardo
smarrito dei deputati che camminano in coppia per farsi coraggio. Casaleggio
non aveva detto a nessuno del suo ricovero. Non lo sapevano neppure i cinque
del Direttorio. Non lo sapeva neppure Di Maio, che arriva in ufficio scosso e
poi parte subito per Milano, per primo. Però è lui ad avvertire i presidenti
delle due Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, che il M5s non vuole la
sospensione dei lavori, o il minuto di silenzio per Casaleggio: “Gianroberto
rifuggiva ogni ipocrisia”. Su un divanetto di Montecitorio Matteo Mantero e
Silvia Giordano, marito e moglie: “Siamo quasi orfani”. Matteo Dall’Os - so ha
il coraggio infinito di chi combatte da anni con la sclerosi multipla:
“Gianroberto era un uomo matematico, razionale, ma con un grande cuore. Da
domani ripartiremo, spero”. Come? Dalla rotta tracciata proprio da Casaleggio.
Sapeva che la fine era vicina. Per questo l’11 marzo aveva riunito a Milano,
nella sua Casaleggio associati, il Direttorio, Grillo e il figlio Davide,
silenziosa spalla alla guida dell’azienda. Un incontro così non avveniva da
tempo. E Casaleggio ne aveva subito chiarito il senso: “Non so quanto potrò
restare ancora con voi”. Poi aveva dettato il piano per i prossimi mesi, fino
alla primavera del 2017, “perché il prossimo anno ci saranno le Politiche”. E
allora, consigli sulle campagne su cui battere. “Dobbiamo fare una campagna
contro la riforma del Senato, è una battaglia giusta”. Ma si era parlato anche
di altro. Di un possibile allargamento del Direttorio, come a creare una
segreteria. E di nuove norme: sui processi interni, sulle decisioni, forse
sulle espulsioni. Un tema su cui incidono anche i timori per la legge sui
partiti in discussione alla Camera, che obbligherebbe il M5s a dotarsi di un
segretario, a tenere congressi, a normalizzarsi. Secondo alcuni la discussione
si sarebbe tradotta in un documento scritto. Ma forse non è vero.
Davide Casaleggio |
Una direzione invece c’è. Si riparte dal Direttorio. Ragiona
un parlamentare: “Casaleggio delegava sempre di più, da mesi. Lasciava le
decisioni al Direttorio, interveniva di rado. Voleva che crescessero”. Ora il
futuro è qui. E pesa sui tre big del Direttorio: Roberto Fico, il custode
dell’ortodossia del M5s; Alessandro Di Battista, il trascinatore; e Di Maio. Ci
sono parlamentari che non accetteranno facilmente di essere guidati dai big
della Camera. E c’è già chi invoca l’erede dinastico, Davide Casaleggio, come
alternativa a Di Maio. Mal di pancia di vecchia data, di cui il Direttorio è
consapevole. Anche per questo, c’è necessità di fare asse con Casaleggio
junior. Che a fare l’erede del padre, la nuova guida, “non ci pensa proprio”
per riassumere quanto ripetono in tanti. È un manager, ha sempre lavorato dietro
le quinte. Però rimarrà a gestire il blog con l’azienda ereditata dal padre.
Potrebbe sovrintendere alla certificazione delle liste. Era una precisa volontà
del padre. E il Direttorio non la ostacolerà. Ben sapendo che ha la necessità
di mantenere ai vertici un referente anche simbolico, che sappia governare il
blog, motore del M5s. E Grillo? Giorni fa era stato chiaro: “Voglio che il
Movimento diventi una gestione fatta da persone che vi sono dentro, che sono
nate con me e con Casaleggio. È un processo già in corso”. Aggiungendo che in
futuro cederà il marchio del M5s ai parlamentari. In queste ore diversi lo
invocano di nuovo alla guida. E lui nelle prossime settimane sarà più presente,
consapevole che il Movimento ha bisogno di superare la nottata. E che può
essere il moderatore che scongiura scontri interni, e le correnti. Ma il futuro
a medio termine non sarà suo. Rimarrà il garante. Come lo era Casaleggio, che
ieri ha avuto un ultimo sogno avverato. Rousseau, la piattaforma web interna
per lo scambio di informazioni tra gli iscritti del M5s, è andata in Rete.
Il FQ – 13 aprile 2016 – pag. 2
LO STORICO Giannuli: “La mente del M5s era lui,
adesso il
leader sarà Di Maio”
Aldo Giannulli |
Anche il professore Aldo Giannuli, a lungo considerato tra
gli ideologi del M5S, ha ricordato Gianroberto Casaleggio con parole
affettuose: “Spesso scherzavo con lui e gli dicevo che era un cavallo pazzo. Un
cavallo pazzo ma assolutamente geniale”. Giannuli ha raccontato a Formiche.net
qualche aneddoto su Casaleggio: “Aveva sempre un’aria molto accigliata e
severa, non rideva spesso. In realtà questo atteggiamento era una specie di
autodifesa, era una persona profondamente timida, dotata, però, di notevole
generosità. La testa politica del movimento è stata sempre Casaleggio. Però
attenzione: non era certamente un uomo carismatico da comizio, com’è invece
Grillo. Insieme facevano una coppia perfettamente compensata. Il loro era un
rapporto molto stretto, direi solidissimo”. Le conseguenze sui 5 Stelle – per
Giannuli – saranno profonde: “Il movimento Perde la sua testa politica, senza
la quale sarà molto più difficile andare avanti. Cambieranno molte cose, come
il rapporto tra il blog e il gruppo parlamentare”. Il figlio Davide, per
Giannuli, “è uomo d’azienda, non so nemmeno se abbia voglia di fare politica”.
L’investitura è per Luigi Di Maio, “sempre più punto di riferimento”.
Il FQ – 13 aprile 2016 – pag. 4
Il FQ – 13 aprile 2016 – pag. 4
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