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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

mercoledì 13 aprile 2016

C’è chi invoca Beppe, ma adesso Di Maio è sempre più leader

Luigi Di Maio
Ruolo centrale per il Direttorio, mentre il figlio Davide gestirà la società 
Il guru ha lasciato una richiesta da visionario pragmatico, un’eredità pratica e simbolica: “Il giorno della mia morte mettete sul web la nostra piattaforma, Rousseau”. E ha lasciato le consegne: al figlio Davide, al Direttorio. E soprattutto a Luigi Di Maio: un 29enne, che da oggi dovrà dimenticarsi della carta d’identità e badare a una comunità, a un’eresia che è diventata un gigante con 1700 eletti e milioni di voti.
Il peso del movimento che ha perso Gianroberto Casaleggio ora lo dovrà sostenere innanzitutto lui: il candidato premier naturale, il volto che nei sondaggi di gradimento supera pure Beppe Grillo. Una sfida. Perché Grillo ha già scelto il passo di lato: anche se ora in tanti ne invocano il ritorno in prima fila, come un papà di cui non si può fare a meno. Ma soprattutto da oggi non c’è più Casaleggio: l’altro garante, la guida politica il giudice ultimo. “Lo ha deciso Gianroberto” era la sentenza inappellabile. Ora servono nuovi equilibri al M5s che ripudia segretari e mozioni, che si fonda su un “Non-Statuto”. “Ce la faremo” sussurrano dalla pancia del Movimento nel giorno del dolore. “Sapremo camminare sulle nostre gambe” ripetono nel Parlamento che scruta il dolore degli altri. Il dolore dei 5Stelle, i “diversi”. Le lacrime di Alessandro Di Battista e Carla Ruocco, lo sguardo smarrito dei deputati che camminano in coppia per farsi coraggio. Casaleggio non aveva detto a nessuno del suo ricovero. Non lo sapevano neppure i cinque del Direttorio. Non lo sapeva neppure Di Maio, che arriva in ufficio scosso e poi parte subito per Milano, per primo. Però è lui ad avvertire i presidenti delle due Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, che il M5s non vuole la sospensione dei lavori, o il minuto di silenzio per Casaleggio: “Gianroberto rifuggiva ogni ipocrisia”. Su un divanetto di Montecitorio Matteo Mantero e Silvia Giordano, marito e moglie: “Siamo quasi orfani”. Matteo Dall’Os - so ha il coraggio infinito di chi combatte da anni con la sclerosi multipla: “Gianroberto era un uomo matematico, razionale, ma con un grande cuore. Da domani ripartiremo, spero”. Come? Dalla rotta tracciata proprio da Casaleggio. Sapeva che la fine era vicina. Per questo l’11 marzo aveva riunito a Milano, nella sua Casaleggio associati, il Direttorio, Grillo e il figlio Davide, silenziosa spalla alla guida dell’azienda. Un incontro così non avveniva da tempo. E Casaleggio ne aveva subito chiarito il senso: “Non so quanto potrò restare ancora con voi”. Poi aveva dettato il piano per i prossimi mesi, fino alla primavera del 2017, “perché il prossimo anno ci saranno le Politiche”. E allora, consigli sulle campagne su cui battere. “Dobbiamo fare una campagna contro la riforma del Senato, è una battaglia giusta”. Ma si era parlato anche di altro. Di un possibile allargamento del Direttorio, come a creare una segreteria. E di nuove norme: sui processi interni, sulle decisioni, forse sulle espulsioni. Un tema su cui incidono anche i timori per la legge sui partiti in discussione alla Camera, che obbligherebbe il M5s a dotarsi di un segretario, a tenere congressi, a normalizzarsi. Secondo alcuni la discussione si sarebbe tradotta in un documento scritto. Ma forse non è vero.
Davide Casaleggio
Una direzione invece c’è. Si riparte dal Direttorio. Ragiona un parlamentare: “Casaleggio delegava sempre di più, da mesi. Lasciava le decisioni al Direttorio, interveniva di rado. Voleva che crescessero”. Ora il futuro è qui. E pesa sui tre big del Direttorio: Roberto Fico, il custode dell’ortodossia del M5s; Alessandro Di Battista, il trascinatore; e Di Maio. Ci sono parlamentari che non accetteranno facilmente di essere guidati dai big della Camera. E c’è già chi invoca l’erede dinastico, Davide Casaleggio, come alternativa a Di Maio. Mal di pancia di vecchia data, di cui il Direttorio è consapevole. Anche per questo, c’è necessità di fare asse con Casaleggio junior. Che a fare l’erede del padre, la nuova guida, “non ci pensa proprio” per riassumere quanto ripetono in tanti. È un manager, ha sempre lavorato dietro le quinte. Però rimarrà a gestire il blog con l’azienda ereditata dal padre. Potrebbe sovrintendere alla certificazione delle liste. Era una precisa volontà del padre. E il Direttorio non la ostacolerà. Ben sapendo che ha la necessità di mantenere ai vertici un referente anche simbolico, che sappia governare il blog, motore del M5s. E Grillo? Giorni fa era stato chiaro: “Voglio che il Movimento diventi una gestione fatta da persone che vi sono dentro, che sono nate con me e con Casaleggio. È un processo già in corso”. Aggiungendo che in futuro cederà il marchio del M5s ai parlamentari. In queste ore diversi lo invocano di nuovo alla guida. E lui nelle prossime settimane sarà più presente, consapevole che il Movimento ha bisogno di superare la nottata. E che può essere il moderatore che scongiura scontri interni, e le correnti. Ma il futuro a medio termine non sarà suo. Rimarrà il garante. Come lo era Casaleggio, che ieri ha avuto un ultimo sogno avverato. Rousseau, la piattaforma web interna per lo scambio di informazioni tra gli iscritti del M5s, è andata in Rete.
Il FQ – 13 aprile 2016 – pag. 2


LO STORICO Giannuli: “La mente del M5s era lui,
adesso il leader sarà Di Maio”
Aldo Giannulli
Anche il professore Aldo Giannuli, a lungo considerato tra gli ideologi del M5S, ha ricordato Gianroberto Casaleggio con parole affettuose: “Spesso scherzavo con lui e gli dicevo che era un cavallo pazzo. Un cavallo pazzo ma assolutamente geniale”. Giannuli ha raccontato a Formiche.net qualche aneddoto su Casaleggio: “Aveva sempre un’aria molto accigliata e severa, non rideva spesso. In realtà questo atteggiamento era una specie di autodifesa, era una persona profondamente timida, dotata, però, di notevole generosità. La testa politica del movimento è stata sempre Casaleggio. Però attenzione: non era certamente un uomo carismatico da comizio, com’è invece Grillo. Insieme facevano una coppia perfettamente compensata. Il loro era un rapporto molto stretto, direi solidissimo”. Le conseguenze sui 5 Stelle – per Giannuli – saranno profonde: “Il movimento Perde la sua testa politica, senza la quale sarà molto più difficile andare avanti. Cambieranno molte cose, come il rapporto tra il blog e il gruppo parlamentare”. Il figlio Davide, per Giannuli, “è uomo d’azienda, non so nemmeno se abbia voglia di fare politica”. L’investitura è per Luigi Di Maio, “sempre più punto di riferimento”.
Il FQ – 13 aprile 2016 – pag. 4

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