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giovedì 24 settembre 2015

Politici e poliziotti, ecco i clienti di un baby escort

Prostituzione minorile - Computer e soldi in cambio di sesso:in 4 ai domiciliari. Tra questi, un ex collaboratore di Bertolaso


C’era un “politico”, un “poliziotto” e un “ministeriale”, tra i clienti registrati nella lista di 753 contatti di Marco (nome di fantasia), un ragazzo che a poco più di 16 anni ha iniziato a prostituirsi. Sono persone che lui definisce come “appartenenti alle istituzioni e quindi affidabili”. Così ieri quattro di questi clienti – ma altrettanti sono in corso di identificazione – sono finiti ai domiciliari con l’accusa di prostituzione minorile per fatti del 2013. Si tratta di un assessore di un paesino dell’hinterland napoletano “già collaboratore di Guido Bertolaso alla Protezione civile, responsabile della sicurezza in Campania dell’associazione Madonna di Fatima e membro benemerito della Città del Vaticano”. Ai domiciliari anche un poliziotto della Scientifica di Bologna, un dipendente dell’Eni e uno dell’Istituto Superiore di Sanità. Marco, che ha perso la mamma nel 2012 a 15 anni (ora ne ha 18), aveva conosciuto questi uomini sui siti di incontri come Grindr o su quelli dove ci si prostituisce. È qui che si mescolano mondi apparentemente lontani nei quali Marco ha trovato “amici dai quali prendeva dei soldi in cambio di prestazioni sessuali”.
Cioè, calcola faccio 800 euro al giorno”.
In quelle chat, la vita del ragazzo cambia: riceve regali come pc o cellulari “di ultima generazione e costosi”. Ma anche denaro, ricariche telefoniche o sulla postepay. Quei portafogli “pieni di soldi” vengono notati dalle assistenti sociali che già nell’estate del 2013 si allarmano. A loro Marco confessa di prostituirsi. Poi lo ammette anche agli investigatori che lo sentono il 5 novembre 2014: “Cioè, calcola con un giorno riuscivo a fare 7,800 euro”. Il “ministeriale” che “era uno con la sedia a rotelle” – dice sempre Marco – gli dava “50 euro a botta” “con lui una sega... diciamo non è che potevamo fare granché”. Lo stesso pagava “Faberix”, soprannome di un altro cliente con il quale si incontrava “in un appartamento. Ci andavamo in Suv”. Dagli alberghi (dove ad esempio, come racconta il “poliziotto” lo avrebbe presentato come “il nipote”), i clienti portavano il ragazzo anche tra gli amici: sempre Marco dice esser andato “ai congressi che faceva lui ” (il politico, ndr), e presentato a colleghi come “figlio di un suo amico”. La polizia giudiziaria però ha convocato anche gli assistenti sociali.
Le pressioni sul Tribunale
Una di queste agli investigatori dice di aver saputo da Marco che aveva anche “partecipato a incontri, con adulti e altri minorenni, in un appartamento a Termini”. Inoltre Marco le aveva raccontato che il “politico” era “in grado, secondo quanto gli avrebbe fatto capire, di farsi mandare il suo fascicolo presso il Tribunale per i minorenni”. Il sospetto è quindi che la segnalazione sulla situazione di Marco sia arrivata all’orecchio degli interessati e che questi siano riusciti a saperne di più. Su questo aspetto sono in corso le indagini del pm Maria Monteleone. Sempre l’educatrice racconta che “in un’occasione Marco si era vantato di avere ‘tra i suoi contatti anche un cardinale di circa 70 anni e che un giorno aveva risposto in sua presenza a una chiamata dell’uomo consentendole con il viva voce di capire che questi era ‘straniero forse tedesco’ e che chiedeva di conoscerlo ‘rassicurandolo di avere altri della sua età con cui si frequentava’”. Proprio sugli altri clienti gli accertamenti sono ancora in corso.

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