L'Unione europea ha abolito le dogane, perchè tiene ancora
in vita il roaming? Se lo chiede il portavoce M5S Europa Dario Tamburrano in
questa intervista.
La proposta legislativa sulle comunicazioni elettroniche
votate dal Parlamento europeo è una vergogna perchè spalma su tutti i cittadini
i costi di roaming che oggi pagano solo i viaggiatori.
Addio
roaming? Macché... esce dalla porta e rientra dalla finestra, forse
addirittura più forte di prima. Il Parlamento europeo ha votato la proposta
legislativa del Consiglio europeo sulle comunicazioni elettroniche nel mercato
unico digitale, un provvedimento truffa per tutti i consumatori. Il roaming non
sparisce dal 2017 così come solennemente promesso, ma cambia semplicemente nome
e destinatari. Adesso lo paga solo chi usa il proprio telefono all'estero, nel
2017 lo
pagheranno tutti, anche la casalinga di Voghera che non ha mai preso l'aereo.
Com'è possibile? Ecco i 3 trucchi ideati dalle grandi compagnie telefoniche e
supinamente recepiti in questo nuovo regolamento dalle Istituzioni europee.
TRUFFA
1. Roaming indiretto per tutti.
A partire dal 2017 il mercato europeo delle comunicazioni
digitali cambierà volto. Ogni compagnia telefonica nazionale pagherà agli altri
operatori (B2B) per il roaming dei propri clienti in altri Paesi dell'Unione.
Facciamo un esempio: la signora Maria va a Londra per il fine settimana e il
suo cellulare una volta atterrata si collega alla rete telefonica della
compagnia inglese X. Finito il fine settimana X chiede alla sua compagnia
telefonica italiana Y il "conto" del traffico dati utilizzato da Maria durante il suo
viaggio. Questo canone B2B che X deve a Y verrà spalmato da X su tutti i propri
clienti includendolo nei diversi piani tariffari di tutti i suoi clienti. Il
roaming cambia nome e natura ma non sparisce: le grandi compagnie di
telecomunicazioni scaricano i mancati profitti del vecchio roaming su tutti i
cittadini, anche su quelli che non viaggiano mai. Questa è una socializzazione opaca di tutti i
costi di roaming, altro che mercato libero!
TRUFFA
2. Ecco quando il roaming ritorna
Per evitare la fuga verso gli operatori dell'Europa dell'est
che hanno piani tariffari molto convenienti, le compagnie potranno fissare un
tetto massimo di giorni di utilizzo del cellulare all'estero, oltre al quale il
roaming tornerà magicamente a pagamento. Si chiama "profilo di utente medio" e
stabilisce la media, secondi gli studi delle stesse compagnie, dei giorni
trascorsi all'estero dagli italiani che hanno un cellulare. Sopra questa media
l'addebito specifico di roaming al cliente ritornerà, con un supplemento al
minuto approvato dalle Authority delle telecomunicazioni. Facciamo un esempio: se
gli operatori italiani decideranno che il "profilo di utente medio" è di 20 giorni
all'anno trascorsi all'estero, a chi ne trascorre 25 l'addebito per roaming
riapparirà a partire dal ventunesimo giorno. E' una fregatura per tutti gli studenti
Erasmus o quelli che si recano spesso all'estero per lavoro.
TRUFFA
3. Le deroghe per le compagnie che sbagliano i conti
Poiché il nuovo mercato delle telecomunicazioni presenterà
delle incognite (vedi Truffa 1 - l'operatore farà una stima di quanto roaming
B2B dovrà pagare per spalmarlo nei suoi piani tariffari), gli operatori sono
riusciti a fare inserire nella legislazione una deroga: se le loro perdite
diventano insostenibili (cioè se alla fine dell'anno i suoi clienti hanno
viaggiato più del previsto e i costi di roaming per gli altri operatori
crescono più del previsto) d'accordo con le Authority nazionali, potranno
essere ritoccati i piani tariffari dei clienti retroattivamente, chiedendo un
secondo sovraccarico specifico di roaming al proprio cliente. Facciamo un
esempio: Maria vive a Sanremo ma ogni tanto si sposta a Cannes. Sottoscrive un
piano tariffario con X e si adatta al "profilo di utente medio", cioè non
viaggia più del tetto stabilito. Maria pensa di non pagare il roaming in
Francia ma la compagnia telefonica X ha fatto male i conti. X potrà chiedere a
Maria un canone
aggiuntivo rispetto a quanto pattuito nel suo piano tariffario. Con
questa norma si perde definitivamente la trasparenza del mercato delle
telecomunicazioni a tutto vantaggio della discrezionalità dell'operatore e dei
suoi profitti.
LA
RETE NON SARA' PIU' NEUTRALE
Il voto del Parlamento europeo sancisce inoltre la fine
della cosiddetta net-neutrality. Una rete neutrale dovrebbe essere a
disposizione di tutti, senza imporre restrizioni arbitrarie su alcuni traffici
né dare dei privilegi ad altri. Finisce il sogno di un Internet concepito come
straordinario spazio pubblico globale, bene comune immateriale, motore
straordinario di innovazione, conoscenza, uguaglianza e opportunità. Nasce
l'era dell'open access, il modello voluto da questa Europa, che trasforma la
rete in una autostrada con più corsie a pagamento differenziato.
Solo i grandi Big della rete (es. Facebook, Google, Amazon)
potranno accedere alla corsia veloce per garantire prestazioni ottimali ai
servizi che offrono, lasciando pagine lente, documenti da scaricare che non si
scaricano, pessima qualità di rete ai concorrenti minori. La scuola che vuole
inserire alcuni testi scolastici per gli studenti nel suo sito internet o la
fattoria che vuole vendere i propri prodotti all'estero avranno una larghezza
di banda inferiore e dunque perderanno clienti e opportunità. Si aprono, inoltre, delle
vere possibilità di censura: il Parlamento ha rifiutato di trattare in
modo uguale i servizi funzionali equivalenti. Facciamo un esempio: il gestore
della rete potrà decidere, senza dare spiegazioni, se un giornale/sito/blog gli
sta simpatico e metterlo così nella corsia veloce; se gli sta antipatico può
invece essere degradato nella corsia più lenta. Questa è la negazione della libertà di
espressione.
Questa Europa sta producendo nuove iniquità, nuove
diseguaglianze, nuove corsie privilegiate anche nel mondo virtuale."
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