VIDEO 5 GIORNI A 5 STELLE

DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

Visualizzazione post con etichetta #5giornia5stelle. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #5giornia5stelle. Mostra tutti i post

lunedì 2 maggio 2016

#5giornia5stelle del 29 Aprile 2016 - #spystory

A Genova, pochi giorni fa, un nuovo disastro “fossile”. Il petrolio sfuggito da un oleodotto inquina il fiume e arriva al mare, creando una chiazza di dieci chilometri. Alice Salvatore, portavoce in Regione Liguria, ci mostra le zone colpite mentre i parlamentari Alberto Zolezzi e Carlo Martelli raccontano cosa c’è dietro al business locale degli impianti petroliferi.
Matteo Mantero ricorda le proposte del M5S per superare la dipendenza dal fossile, e infine Alessandro Di Battista e Davide Crippa parlano in piazza ai cittadini: dobbiamo riuscire a superare il modello di sviluppo basato sul fossile, ma possiamo farlo solo tutti insieme.
Intanto il DEF arriva nelle aule parlamentari. Laura Castelli e Barbara Lezzi denunciano come il contenuto reale sia molto diverso dalla propaganda televisiva, dove il governo non fa che dipingere come rosea una situazione economica che è invece drammatica per il Paese. Per questo il M5S vota No al documento.
Da Bruxelles, Laura Ferrara ci porta una buona notizia: è stata una settimana importante, in cui il Parlamento Europeo ha approvato unarelazione M5S sulla trasparenza costruita passo passo dai portavoce insieme a tantissimi cittadini, sulla piattaforma Rousseau. Finalmente in Europa avremo più trasparenza durante i negoziati e nei trattati, un registro per tenere traccia dei lobbisti, la tutela dei whistleblowers. Insomma: basta porte chiuse!
Continuano gli scandali che vedono il PD indiscusso protagonista. In aula al senato Nunzia Catalfo denuncia i fatti di Caserta: corruzione, scambio voti, concorso esterno, turbativa d’asta, appalti illeciti, la fedina penale del Partito Democratico si allunga sempre più. E tra gli esponenti indagati, addirittura il Presidente del PD in Campania. I cittadini devono sapere, e soprattutto il parlamento non faccia ancora orecchie da mercante sull’ennesimo scandalo del partito di maggioranza.
Spy story a Roma. Il nostro Angelo Tofalo, membro Copasir, ci racconta gli intrighi renziani di cui sono oggetto i servizi segreti: scelte delicatissime e poltrone importantissime che diventano oggetto di giochi di Palazzo. Renzi infatti si ostina a voler nominare a tali decisive posizioni il suo vecchio amico Carrai, quello diventato famoso perché gli prestava casa a Firenze. Anche se Carrai non ha un curriculum adatto, Renzi vuole conferirgli una poltrona di consulenza strapagata sulla cybersecurity. Siamo alla privatizzazione dei servizi segreti, e ai segreti del Paese consegnati a chissachi?
Continua la campagna per le amministrative, e i nostri candidati sindaco presentano i loro programmi ai cittadini. Questa settimana è toccato a Matteo Brambilla a Napoli e a Gianluca Corrado a Milano.
Infine, il M5S non dimentica lo scandalo dei derivati. Alessio Villarosa denuncia come tali azzardi finanziari abbiano fatto perdere all’Italia ben 22 miliardi solo negli ultimi 4 anni, mentre la procura nega ai parlamentari l’accesso alle informazioni relative a tali strumenti. Daniele Pesco chiede: i cittadini italiani hanno o no il diritto di sapere come sono stati usati i loro soldi, sperperati al tavolo della finanza speculativa dai partiti insieme alle banche d’affari? 


domenica 24 aprile 2016

#5giornia5stelle del 22 Aprile 2016 - #acquanonsivende

Questa settimana abbiamo detto addio alla "Legge popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua". La prima firma era del MoVimento 5 Stelle, Federica Daga, ed era una legge per rispettare una volta per tutte la volontà referendaria di 27 milioni di cittadini.
Di quella volontà non è rimasto nulla: la maggioranza ha tolto l'articolo 6, cuore della legge, lasciando via libera ai privatizzatori. Come denunciano in aula i nostri portavoce D’Incà, Fico, Di Battista, De Rosa, l'acqua sarà ri-privatizzata a forza e per esclusiva volontà di governo e maggioranza.
Siamo stati anche dal Presidente della Repubblica Mattarella, con i nostri portavoce Michele Dell’Orco e Nunzia Catalfo. Gli abbiamo portato le preoccupazioni dei cittadini per lo scandalo "Trivellopoli" che si allarga ogni giorno di più, e un Governo che risulta sempre più compromesso con le lobby e con i condannati in maggioranza. Gli abbiamo anche parlato della legge sul Reddito di Cittadinanza, ancora ferma al Senato.
Alla Camera, i portavoce Fico, Crippa, Cioffi, Martelli e Girotto hanno presentato il Programma Energetico Nazionale elaborato dal M5S. E’ un programma che punta sulle rinnovabili e sull’uscita dal petrolio entro il 205, perché noi crediamo che “modernizzare” non significhi, come sostiene il governo, aiutare ancora le trivelle, ma aiutare l’Italia ad uscire da un paradigma vecchio di cento anni e orientarla ad una transizione energetica oramai inevitabile.
E’ stata finalmente discussa in aula la sfiducia che il M5S ha chiesto per il governo Renzi. Nunzia Catalfo, in un discorso appassionato, spiega che sarà bocciata a causa di Verdini, rinviato a giudizio x la sesta volta, che salverà un governo corrotto. Il Paese è costretto ad assistere ad uno spettacolo indegno, tra delinquenti politici e penali, conclude Nunzia. 
Da Bruxelles Tiziana Beghin racconta come i nostri portavoce si siano concentrati sulla strategia commerciale europea, in 5 punti principali: la difesa del manifatturiero, delle PMI, i diritti umani per lavoro e ambiente, la trasparenza e la lotta alla contraffazione. Ora è il turno dei cittadini, che potranno dare il loro contributo sulla piattaforma Rousseau/Lex Europa.
Alla Camera, poi, è stato presentato l’emendamento M5S a prima firma Sergio Battelli per togliere il monopolio alla SIAE: un carrozzone all’italiana ed una “Società Impegnata Ad Estorcere” come la definiscono molti cittadini.
Infine, un messaggio dal sindaco di Livorno, che racconta come stanno davvero le cose riguardo le indagini della magistratura: “Siamo stati noi a portare i libri in tribunale. Ci siamo rifiutati di far pagare ai livornesi i debiti lasciati dal PD. Abbiamo assunto i 33 precari che vivevano sotto ricatto occupazionale. In questo momento abbiamo bisogno del sostegno di tutta la comunità 5 stelle.”


venerdì 15 aprile 2016

#5giornia5stelle del 15 Aprile 2016 - #grazieGianroberto

La settimana del 12 aprile è stata la più triste per il M5S, quella in cui il nostro fondatore Gianroberto Casaleggio ci ha lasciato all'improvviso. Ma non ci ha lasciato smarriti e senza bussola, il suo sogno, il suo messaggio sono scolpiti profondamente nella nostra memoria e nei nostri intenti: "E' difficile vincere contro chi non si arrende mai". Il MoVimento non si arrenderà mai, i portavoce non si arrenderanno mai, e per questo anche in una difficile settimana non hanno smesso di lavorare per il futuro e per quel sogno.
Alla Camera sono arrivate infatti al capolinea le riforme costituzionali tanto volute da Renzi e da Maria Etruria Boschi, riforme decise da una maggioranza illegittima e formata da inquisiti, lobbisti e amici degli amici al centro dello scandalo Trivellopoli. I portavoce M5S sono usciti dall'aula per non avallare neppure con la loro presenza un tale scempio, e Luigi Di Maio, Michele Dall'Orco e Nunzia Catalfo hanno spiegato la nostra mozione di sfiducia ad un governo che deve solo andare a casa il prima possibile, altro che toccare la Costituzione.
Ma questa è anche la settimana del referendum contro le trivelle, e il MoVimento non dimentica la sua stella dell'Energia. Al Senato si è approvata a larga maggioranza la nostra mozione sulla detrazione fiscale del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici, come spiega Gianni Girotto, mentre alla Camera Michele Dell'Orco interviene con un'interrogazione sul caso del Sottosegretario De Vincenti, ennesimo personaggio legato al governo e coinvolto nello scandalo Trivellopoli. 
Anche i nostri portavoce a Bruxelles stanno combattendo insieme a noi la battaglia per il Sì al referendum, una "battaglia di civiltà" come la definisce Piernicola Pedicini, che invita tutti ad andare a votare. Basta una matita, basta votare per il Sì e si può cambiare la politica energetica del Paese, ci ricorda Dario Tamburrano. E se qualche amico non ha ancora capito perché si deve votare Sì? Gli spiega tutto il portavoce in Sicilia Giampiero Trizzino, con una bella infografica che non lascerà più spazio a dubbi. Fatela girare!

Al Senato, poi, è stata approvata la nostra mozione contro la piaga della sottrazione dei bambini da parte di genitori originari di un altro Paese. La nostra proposta prevede l'istituzione di un coordinamento tra i ministeri per contrastare tale fenomeno, come spiega Enza Blundo.

Infine, buone notizie da Livorno: ce le racconta Gianni Lemmetti, Assessore al Bilancio. E' stato infatti approvato il Bilancio di Previsione fino al 2018, che è risultato solido e che grazie alla soppressione del Patto di Stabilità consentirà di investire ben 20 milioni di euro in opere pubbliche, di non aumentare tasse e imposte ma anzi abbassare in futuro la TARI. Ottimo lavoro!




giovedì 14 aprile 2016

M5S cambia tutto: direttorio, nuova segreteria e meet up

Si ripartirà nel segno di Rousseau, la piattaforma che è l’ultimo sogno avverato del guru. E con una struttura più larga. Una segreteria a 5Stelle, cucita sul Direttorio e su Luigi Di Maio, il candidato premier naturale: ma con sotto-deleghe e poteri anche per altri parlamentari. In più, arriveranno regole per riordinare i meet up, i gruppi sui territori. Perché i giovani vertici sanno che serve più organizzazione per reggere senza Gianroberto Casaleggio: il co-fondatore, la guida politica. E allora arriveranno novità. Nel giro di settimane.
Da Rousseau alla periferia
Casaleggio l’aveva posto tra le sue ultime volontà: “Appena muoio, Rousseau deve andare in rete”. Scomparso il suo creatore, sulla Rete ha debuttato la piattaforma riservata agli iscritti del M5s, seppure in forma embrionale. Ieri decine di parlamentari hanno rilanciato il post che la racconta, con un hashtag che è slogan e terapia di gruppo: #ilsognocontinua. Perché Rousseau, “il sistema operativo del M5s” è questo: un segnale di continuità, ma pure di cambiamento. Casaleggio voleva un Movimento dove tutte le sue parti si parlassero tramite il web. Nel quale i meet up e gli iscritti potessero interagire con gli eletti e scambiarsi informazioni, suggerire idee, proporre leggi. Dentro la piattaforma i gruppi locali avranno uno spazio apposito. Servirà per dare loro voce, ma anche per controllarli. “Li metteremo a sistema” spiega una fonte. Anche con nuove norme. Niente più meet up doppi in una singola città, pronti a rivaleggiare sotto elezioni (come nelle ultime Comunarie). Per restarvi bisognerà dimostrare costanza nella partecipazione, a riunioni e iniziative. No ad arrivisti e infiltrati. Con una clausola importante: “I meet up non sono il Movimento”. Regola ribadita da Grillo alla festa nazionale di Imola, in ottobre. Come a dire che il M5s non è scalabile.
Gerarchie, nuovi ruoli e simbolo
A guidare i 5Stelle dopo la bufera sarà il Direttorio, con in prima fila i tre big, Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico. Davide Casaleggio, il primogenito del guru, gestirà il blog di Grillo e la parte web. È un tecnico. Ha aiutato molto il padre, soprattutto nell’ultimo anno. Ma non ha velleità di subentrare come erede. Conterà, perché il blog, il motore del M5s, resterà nelle sue mani. Le redini politiche però le terrà il Direttorio romano: che non verrà allargato. Ma alcune funzioni verranno distribuite, con sotto-deleghe ad altri parlamentari. Anche qui, torna in gioco Rousseau: divisa per settori, affidati a singoli parlamentari. “Le deleghe della piattaforma potrebbero anche coincidere con le sotto-deleghe del Direttorio” raccontano. In Rousseau la lex nazionale (la partecipazione alla scrittura delle leggi proposte dai parlamentari) è affidata al deputato Manlio Di Stefano e alla senatrice Nunzia Catalfo. E l’e-learning (lezioni sulle strutture in cui sono inseriti gli eletti) spetterà al senatore Nicola Morra. Nomi che potrebbero riapparire nel l’organigramma apicale. Come il deputato Alfonso Bonafede. Ma arriveranno altre nomine. Verrà allargato il comitato d’Appello, a cui si possono rivolgere gli espulsi. Ora è composto dalla deputata Roberta Lombardi, dal senatore Vito Crimi e dal consigliere regionale siciliano Giancarlo Cancelleri. Diventerà a cinque, con l’entrata forse di due senatori (si fa il nome di Carlo Martelli). E poi c’è il simbolo, di proprietà di Grillo. “In futuro arriverò a cedere il marchio” aveva ammesso al Corsera pochi giorni fa. Succederà a breve. Il logo dovrebbe passare all’associazione M5s, di cui sono soci lo stesso Grillo, come presidente, il nipote Enrico e un commercialista di Genova. Un passo imposto anche dal disegno di legge sui partiti, che consente di correre alle elezioni solo alle organizzazioni con personalità giuridica. Ma nell’associazione potrebbero entrare anche i parlamentari, i big. A ribadire il passaggio di consegne.
Beppe Grillo, il garante resta l’ex comico
E lui, e Grillo? Nelle prossime settimane sarà più presente, tour teatrale permettendo. Sa di dover accompagnare il Direttorio nei primi passi da solo, anche per contenere i mal di pancia (che ci sono). Sarà nei comizi che contano per le Comunali: a Roma, a Torino, a Bologna. Ma non tornerà il comandante. Rimarrà da garante. A guidare saranno i giovani. Sarà Luigi Di Maio. 
Il FQ 14 aprile 2016 – pag. 6

mercoledì 6 aprile 2016

Grillo passa le consegne: “Cederò gestione e logo”

Il comico accelera: “Ci affideremo a persone nate con il M5s, processo già in corso”
Il passo di lato l’ha già fatto e lo rivendica, quasi euforico: “Voglio tornare a fare il comico, fare liberamente battute anche sui vegetariani, è la mia natura che scalcia”. Ma Beppe Grillo, il fondatore che è ancora il garante dei Cinque Stelle, guarda già alla successione definitiva: “Io voglio che il Movimento diventi una sorta di gestione fatta da persone che vi sono dentro, che sono nate con me e con Gianroberto Casaleggio. Succederà, è un processo di cambiamento che è già in corso”. Al Corriere.it, Grillo conferma il cambio di pelle dei suoi 5Stelle. È già il presente, il passaggio di consegne al Direttorio. E forse non è lontana neppure la cessione del marchio del Movimento, di proprietà esclusiva del comico, ai parlamentari di prima fila. La dote formale al Luigi Di Maio che incontra ambasciatori e spunta da ogni tv, da candidato premier non ufficiale ma evidente. Ad Alessandro Di Battista, l’unico che può (e vuole) competere con Di Maio per popolarità e peso interno. E a una struttura di coordinamento (leggi, di comando) che dovrà per forza allargarsi, perché il M5s ha 1700 eletti sparsi per l’Italia, e cinque persone ai vertici non possono bastare.
Ma i parlamentari dovranno presto trovare nuovi equilibri. Perché si sta gradualmente ritraendo anche il co-fondatore Casaleggio, la guida politica. Il “guru” ancora ascolta, consulta, talvolta ordina (come sulle unioni civili). Nel prossimo futuro però sarà meno coinvolto, deciso anche a lui a lasciare sempre più spazio a Di Maio e ai parlamentari. Il baricentro si sposterà da Milano a Roma. I vertici ne hanno già parlato nella riunione dell’11 marzo scorso, negli uffici milanesi della Casaleggio associati. C’erano Casaleggio senior, suo figlio Davide, Grillo, e i cinque del Direttorio. Ore di riunione, per pianificare rotta e iniziative per le Comunali. Soprattutto a Roma e Torino, le piazze da vincere, dove Grillo potrebbe comparire nei comizi (sarà anche a Bologna, dicono). Ma anche piani per i prossimi mesi del M5s. E discussioni sul suo assetto.
Si lavora a una “segreteria”, a un Direttorio con nuove deleghe. Potrebbe entrarvi Paola Carinelli, deputata milanese fedelissima di Casaleggio, data in ascesa. Ma il Grillo che parla di “persone” nate col Movimento schiva il termine parlamentari. Ergo, nel coordinamento potrebbero entrare anche eletti locali. E chissà quanto peso avrà il figlio di Casaleggio, tema tutt’altro che secondario. Probabilmente nella riunione-fiume si è parlato anche della cessione del marchio, registrato da Grillo nel 2012 all’ufficio marchi e brevetti del ministero dello Sviluppo economico. Il giornalista del Corsera gli chiede per due volte del tema, (“Cederà il marchio?”) e l’artista alla fine risponde: “Succederà, io ho già tolto il mio nome dal simbolo”. Ora per il fondatore è di nuovo tempo di palco, con la seconda tornata di date per lo spettacolo Grillo vs Grillo. Si riparte venerdì, a Livorno. Ma il comico che vuole tornare a esserlo è ancora dentro la politica. “Se Virginia Raggi non vince a Roma, divento un serial killer di acari o mi do fuoco in piazza” scriveva ieri nel suo lungo intervento sul Fatto. Scherzando, ribadiva che il M5s nella Capitale vuole vincere a tutti i costi, come trampolino verso le Politiche. Inevitabili da qui a un anno, a detta del Direttorio e di Casaleggio. “Renzi e i suoi non ce la fanno più a reggere” ripete da giorni Di Maio nelle chat interne. Presto però anche il M5s dovrà dimostrare di sapersi reggere. In piedi, e da solo: o quasi.
Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano – 6 marzo 2016 – pag. 14




martedì 5 aprile 2016

Grillo: il delirio di essere reali e il metodo del tenente Colombo

Stavo guardando un pezzo sul pesce e il pomodoro. Tu dicevi: “Questi mettono nei pomodori il gene di un pesce e poi dicono che hanno dato una acceleratina alla natura… belìn ma quando, in natura, un branzino avrebbe pensato di farsi un pomodoro!?! Alla faccia dell’accorciatina, questi mettono i geni di pesce nel pomodoro perché non marcisca, magari è una cosa fantastica, però ditecelo!”. Sai forse qual è l'elemento distintivo di questo periodo storico e culturale? Il fatto che non è più possibile dare per scontato nulla. Ci sono molti pregiudizi sull'atteggiamento mentale che ha una persona quando dà qualcosa per scontato. Eppure si tratta di uno dei meccanismi mentali più intriganti, dal momento che poggia sia sull'interiorità sia sul senso sociale. Se io do qualcosa per scontato significa che immagino in modo automatico che l'esperienza sia condivisa in modo talmente “scontato” che non sia necessario dirlo. Mentre ridevo per il pomodoro e il merluzzo, ho fatto una cosa che mi capita di rado, stavo riflettendo: il tuo comportamento, in quanto tuo, tendi a darlo per scontato, ma non lo è affatto per gli altri. Figurati quando rinunci a 42 milioni di euro! Dal momento che tu abbandoni il Movimento (col cazzo!), secondo me sarebbe utilissimo vederti prendere delle posizioni, attraverso dei messaggi chiari, brevi, senza possibilità di replica alcuna, finalizzati proprio a evitare che le persone diano qualcosa per scontato riguardo al Movimento 5Stelle. Quando sento ripetere che il Movimento ha rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali e non vedo la televisione gonfiarsi e diventare rossa, resto sconvolto. Ma chi cazzo rinuncia a 42 milioni? Detto questo, pensavo (ahahahah): com'è possibile che qualcuno possa permettersi di dire che il Movimento rappresenta la lobby di Casaleggio e Grillo, se 'sti due pazzi sono partiti rinunciando all'equivalente di svariati miliardi di lire? Sai quel tipo, quella specie di Sgarbi dell’economia alla Gabbia? Ha detto così…non si ricorda che rinunciate ai soldi, ma dice che lo fate per i soldi: sei tu che dovresti denunciare lui per calunnia, non è il Pd che dovrebbe denunciare te! Prova a rifletterci: perché la gente sembra sorda a quei 42 milioni lasciati allo Stato? Pochissime persone fanno caso a quella realtà, che sarebbe sufficiente (con poche altre considerazioni) a vedere nel Movimento l'unica alternativa sensata allo sfacelo in corso. Te lo spiego io il perché: la gente dà per scontato che non è vero, nessuno rinuncia a 42 milioni di euro: pertanto, anche senza dirlo, il cervello delle persone non lo rappresenta come reale. Il fatto che Di Maio, Di Battista e gli altri continuino a ripeterlo non fa che rinforzare il rifiuto mentale dei telespettatori, utenti, carne da macello che un tempo si chiamavano cittadini. “Se continuano a ripeterlo significa che non è vero”. Ricordati, Beppe, che per il cervello “vero” e “falso” non hanno nulla a che fare con quello che pensiamo: sono gestiti dalle strutture più arcaiche del cervello, che soltanto in rarissimi casi la volontà riesce a influenzare, figurati tu. Il cervello pensa a “re al e” o “non reale”… Il mio cane è qui con un impianto a tutto volume che trasmette funky, e non balla. Sai perché non balla e non caga la tv, beato lui? Perché per lui la tv non esiste, come la morte, ed è per quello che il cane certe volte se ne sta davanti alla tomba dell'ex padrone e pensa: “Questo qui è andato a nascondersi lì sotto, cambia un mucchio di odori, ma quando cazzo esce?”. Non sa che esiste la morte. Quindi non piange l'amato padrone: lo aspetta. Ok, quindi c’è un problema di “troppo per essere credibile”. E allora: se la consapevolezza dell'atteggiamento morale della gran parte dei componenti del Movimento non basta a farli stravincere alle elezioni, bisogna assolutamente fare qualcosa. Che cosa? Secondo me, l'unica via percorribile è proprio parlarne così, liberamente, chiedendosi davanti a tutti come sia possibile che le persone siano raggiunte in maniera non efficacissima, ma solo abbastanza efficace, da queste differenze madornali fra il Movimento e il resto del mondo politico. Se non ne parliamo così, qualunque altra cosa sarebbe manipolazione; ma, conoscendoti, so che hai così pochi scheletri nell’arma dio che te lo puoi permettere. Sai come fa alle volte il tenente Colombo? Ci sono delle scene in cui “si riduce” a chiedere direttamente al colpevole come deve fare per incastrarlo! Il suo metodo consiste proprio nel condividere, addirittura con il bersaglio di un'indagine, i dubbi e le incertezze dell'investigatore. Per me resta il personaggio più geniale mai inventato! Se tu concedessi un'intervista, o pubblicassi degli articoli, in cui ti domandi come sia possibile che la gente non sia sconvolta dalla novità del Movimento –attraverso la logica che ti ho esposto sopra – raggiungeresti le persone con un messaggio che verrebbe pure creduto. Senza ricorrere alle manipolazioni alla renzi (scusa il minuscolo, ma non ce la faccio a usare la maiuscola con il Bomba). Io sto facendo degli esperimenti. Chiedo alle persone: “Cosa ne pensi del fatto che il M5S ha rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali?”. Le risposte mi confermano la necessità di saltare l'ostacolo che nasce dal meccanismo di dare per scontato che non è vero. La più carina è stata: “E grazie... Grillo è un miliardario!!!”. Come se una persona molto benestante potesse avere tutti soldi del mondo semplicemente volendolo. Credimi: il cervello umano ha molta più facilità a credere questo, piuttosto che riflettere sulla dimensione morale del Movimento. Non è possibile sottoporre il pubblico a un simile stravolgimento delle cose senza spiegarglielo! Le alternative sono due: a) diventare gradualmente come gli altri; b) cominciare a darsi fuoco in piazza. Tu hai l'ironia necessaria per capire che la seconda è la migliore rappresentazione mentale possibile di ciò che state davvero facendo. Non voglio vederti un giorno davanti al Grande Orologiaio che ti dice: “Signor Grillo, lei ha voluto ostacolare le leggi fondamentali della natura! Ha voluto essere sincero con il popolo!”. La logica di un comico consiste nel raggiungere quella parte di noi che apprezza la verità, la percepisce come un fatto artistico. E, grazie al comico, finalmente vede qualcosa che prima non vedeva. Ma il comico soffre tutta la vita perché non si capacita del fatto che questa operazione di smascheramento della vera verità non abbia effetti pratici nel mondo. Non credo che molta gente viva meglio il proprio sconcerto perché il comico le ha spiegato la realtà sotto un’a ltra prospettiva. Il paradosso della comicità sta in una piccola palude mentale che abbiamo tutti nella scatola cranica: la verità per noi non è una guida, la guida la teniamo in considerazione quando è reale e non quando è vera. Perché siamo dei coglioni, perché la mente ancora non comanda nulla ed è ospitata da un cervello piuttosto infastidito. Questo è triste quanto il fatto che esiste una persona bella su mille e solo una su un milione ragiona in modo creativo! Marcellus Wallace direbbe: “Questa è una merdosissima realtà della vita di fronte alla quale il tuo culo deve essere preparato”. Io non sopporterei l'idea che il Movimento non vincesse queste elezioni! Se succede divento un serial killer di acari con la lente e un minuscolo spray! Qualunque cosa va fatta per evitare questo rischio. Se Virginia Raggi perdesse, tanto varrebbe ritirarsi! Che bisogna fare ancora? Candidare a sindaco la Madonna? Se il M5S perdesse, mi sentirei come mi sento quando sto aspettando che le funzioni vitali riprendano grazie a quello che ho fatto ma, invece, il paziente diventa grigio… le labbra blu… la pupilla si fissa proprio come se la natura mi stesse mandando affanculo e se tutte le macchine e farmaci e procedure che ho messo in atto fossero ridicole. Una forma di sconfitta insopportabile ai non addetti ai lavori potrebbe demoralizzare il Movimento a livelli irreparabili. Quando si verificano simili fallimenti, magari lavorando insieme a un collega trentenne, la mia preoccupazione principale è di tenere insieme lui, come la tua ad esempio è di tenere insieme Di Maio. Non tenere più presente me stesso è ormai la mia dote professionale più importante. Ma tu sei un comico, Beppe, sei un fottutissimo artista, grazie al cielo non sei costretto a imparare questo genere di cose. Però, per pochi quarti d'ora ogni tanto, per te come per gli altri leader sarebbe indispensabile conoscere bene questi meccanismi. Renzi li vive direttamente senza saperlo, mentre noi li conosciamo: grande differenza. Quindi: se nessuno vive meglio il suo problema con le azioni Parmalat per quello che ha detto Grillo, è anche vero che molti hanno venduto le azioni ascoltandoti. Ecco dove “v ero” diventa “reale”. Io lo chiamo “realismo demenziale”. Non so se lo sai, il termine medico “pensiero concreto” indica una delle forme più estreme di imbecillità. Ma siamo tutti un po’ imbecilli: sul 90% del mondo conosciuto non capiamo nulla. E poi tutto è relativo, caro Beppe, se si tratta di trasformare il Paese seguendo un movimento fondato da un comico, allora è peggio che parlare di termodinamica! Altro che aspettare che il merluzzo si scopi il pomodoro! Di fronte a certe problematiche anche Einstein può passare per imbecille. È accaduto davvero: la gente non ama ricordare che Einstein scrisse ai capi di Stato maggiore e al presidente degli Stati Uniti tentando di dissuaderli dall'usare la bomba atomica! Tornando a bomba: se non facciamo qualcosa subito, quello che continuate a ripetere come verità non verrà mai letto come realtà. La scarpa sinistra prima di votare e la destra dopo: quella rischia di restare l’unica realtà. L’unica cosa da fare per essere certi di vincere è semplicemente ammetterlo pubblicamente: capisco che sembrerete incredibili, anche perché non siete neppure re magi che portano doni. Ma semplicemente avete il delirio di portare un minimo di correttezza fra chi deve amministrare la cosa pubblica. Quel minimo di correttezza che una persona pretende dal suo televisore, dal suo forno a microonde. Correttezza intesa almeno come funzionamento appropriato. Non come corsa alla verità assoluta. Italiani! Nessuno pretende i vostri voti. Però, prima delle elezioni, pretendiamo che, se poi andate a votare, ci pensiate almeno per un istante.
Beppe Grillo e il suo neurologo – Il Fatto Quotidiano – 5 aprile 2016 – pag. 9

venerdì 1 aprile 2016

#5giornia5stelle del 1 Aprile 2016 - #dimettetevitutti

#DimetteteviTutti, perché nel governo non se ne salva uno: le lobby le avete direttamente in famiglia, che siano genitori, parenti o fidanzati. L’ultimo caso è proprio quello del compagno del Ministro dello Sviluppo Federica Guidi, che fa approvare un emendamento ad una legge per favorire i suoi business col petrolio lucano. Eppure il M5S aveva già denunciato tutto: sia con Mirella Liuzzi, che alla Camera alle 4 di notte riuscì a sventare il colpaccio opera di Guidi (e Boschi), sia con Andrea Cioffi al Senato che mesi fa aveva già esposto quanto stava accadendo. 
Anche il Ministro della Cultura non risparmia figuracce, come ricorda Alessandro Di Battista. Quando si trattava del referendum contro Berlusconi, Franceschini chiedeva l’election day “per risparmiare 300 milioni di euro” e raggiungere il quorum. Ora che invece il referendum tocca le trivelle tutti zitti e lui per primo, e niente election day.
Ricordate poi quell’odiosa norma che inseriva i contributi assistenziali nel reddito Isee riducendo sul lastrico migliaia di disabili e anziani, e contro cui abbiamo tanto combattuto? Il Tar e il Consiglio di Stato hanno dato torto al governo, e ora il M5S, con Giulia di Vita, ha chiesto in aula alla Camera che la norma sia corretta e le vittime risarcite.
Al Senato, invece, Paola Nugnes torna sulle bonifiche nella Terra dei Fuochi. Possibile che ancora non si faccia nulla, dopo mezzo secolo di inquinamento impunito, siti abbandonati e inquinamento attivo? Il sospetto allora è che tanta inefficienza serva proprio a continuare a favorire gli illeciti sui rifiuti urbani e pericolosi.
Alla Camera si parla della legge sulla contraffazione. Mattia Fantinati ricorda che le frodi sul Made in Italy costano dai 6 agli 8 miliardi di euro, e 130 mila posti di lavoro in tutta Europa. Il governo si è limitato ad affrontare il tema ma senza risolverlo, riducendo tutto ai soliti spot. Per questo il M5S sul provvedimento si è astenuto: qui non c’è l’intenzione di combattere seriamente.
Intanto, l’Europa chiede l’avvio di hotspot per i migranti. Uno di questi, denuncia Marta Marzana, è stato previsto nel porto commerciale di Augusta, un porto strategico che non può ridursi a campo di accoglienza. Inoltre, ricorda Marialucia Lorefice, c’è anche un’inchiesta della procura sulla gara di appalto. Il Ministro Alfano finalmente ci risponde: l’hotspot di Augusta non si farà!
Al Senato arriva la legge sul Terzo Settore. E, come denuncia Giovanni Endrizzi, un settore che doveva essere etico diventa a vocazione finanziaria: la maggioranza ha approvato una norma che consente alle fondazioni di usare denaro pubblico per iniziative private. E’ così che il governo tutela il no profit?
Si avvicina la data dal 17 Aprile, in cui tutti saremo chiamati a votare al referendum contro le trivelle. Maria Rita D’orsogna, scienziata abruzzese all’Università di California, è stata nostra ospite e ci ricorda che la domanda vera del referendum non è se vuoi le trivelle, ma “Che tipo di Italia vuoi?”. Vuoi un’Italia votata al fossile fino all’ultima goccia, oppure un Paese disposto a cambiare e ad usare le fonti energetiche del futuro?
Per finire, David Borrelli da Bruxelles annuncia che è il momento per tutti i cittadini di dire NO alla Cina come economia di mercato, una scelta che metterebbe a rischio 3 milioni di posti di lavoro. www.meschinawhynot.eu è il sito dove collegarsi per partecipare alla consultazione online, dire la nostra e far sapere alla Commissione Europea come la pensiamo. 





venerdì 25 marzo 2016

#5giornia5stelle del 25 Marzo 2016 - #attaccoaBruxelles

Attacco a Bruxelles. Dalla voce di Fabio Massimo Castaldo, portavoce M5S all’Europarlamento, arriva il messaggio di cordoglio di tutta la delegazione italiana del MoVimento, direttamente dal palazzo parlamentare. Ma oltre al dolore, occorre immediatamente intervenire: e la prima cosa da fare è assumere un atteggiamento finalmente intransigente con quei Paesi, come Arabia Saudita e Turchia, che praticano traffico di petrolio, di armi e anche di combattenti jihadisti. Continuare a considerarli alleati rende i nostri governi indirettamente complici del terrorismo.
In Italia, intanto, il governo continua a pensare alle banche, con il DDL che rende le Banche Cooperative una grande SpA. Vi sembra giusto che i soldi dei soci di cooperativa finiscano per comprare, magari, gli F35? Dopo le banche popolari si massacrano le banche cooperative, c’è qualcuno che vuole ridurre gli italiani in povertà, denuncia Alessio Villarosa. Come ci spiegano poi Carlo Sibilia e Michele Dall’Orco, il M5S è l’unica forza politica che combatte contro tutto questo ed è sceso in piazza anche per chiedere le dimissioni della Boschi. Su questo decreto il governo ha posto inoltre la fiducia. Il M5S, con la voce di Daniele Pesco, ha detto no, e con lui tutti i portavoce hanno protestato in aula.
Al Senato è stata presentata, come ci raccontano Paola Taverna e Nunzia Catalfo, una proposta di legge del M5S sull’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. Un inserimento che però rispetti le possibilità, le qualità e la dignità delle persone disabili. Alla proposta di legge si è arrivati grazie al continuo confronto con cittadini e associazioni.
Importante denuncia arriva da Luigi Di Maio: il governo ha lasciato a secco il fondo per le vittime della mafia e del racket, che ora sono costrette persino a pagarsi di tasca propria gli avvocati. Ora Alfano deve il prima possibile sbloccare il fondo ed evadere le richieste di queste quasi 500 famiglie.
Marialucia Orefice, in aula alla Camera, dimostra che la Commissione di Inchiesta sui CIE-CARA si è rivelata proprio per quel che si sospettava: solo un modo per ripulire l’immagine dei partiti compromessa da Mafia Capitale. Per il resto, nulla si è fatto ancora contro chi specula sull’immigrazione: gli equilibri precari del governo contano più della soluzione dei problemi.
Infine Giampiero Trizzino del M5S in Regione Sicilia, ci ricorda che il 17 aprile è importantissimo andare a votare SI al referendum. Ed è importante anche informare e convincere parenti e amici!





venerdì 18 marzo 2016

#5giornia5stelle del 18 Marzo 2016 - #fiatosulcollo

Questo Paese ha toccato il fondo: non si ha più rispetto neppure per le vittime della mafia, di racket ed usura. Dallo scorso ottobre il governo, denuncia in aula Luigi Di Maio, ha stabilito che non vengano più pagate le spese legali agli avvocati che difendono gratuitamente questi cittadini. Chi oserà più denunciare racket ed estorsioni, ora che sa di dover pagare anche di tasca propria? Chissà, forse è proprio questo il risultato che si vuole ottenere.
Renzi questa settimana si è presentato al Parlamento per raccontare cosa fa in Europa. La versione edulcorata, ovviamente. Brescia, Catalfo e Lezzi gli ricordano che in realtà il governo è un fallimento e la stessa Unione Europea è un fallimento, di cui l’Italia è ridotta a fanalino di coda grazie alle politiche del premier. Si pensa solo a banche, finanza, austerity e intanto il Paese cola a picco.
I media, poi, reggono il gioco: la menzogna regna sovrana, come racconta Marco Affronte da Bruxelles. Il TG2 nel menzionare il referendum contro le trivelle sostiene che non ci sono stati mai incidenti. Tutt’altro! Gli incidenti, documenti alla mano, in 20 anni sono stati ben 9600, di cui 1300 nella sola Italia. Allora, andiamo tutti a votare SI il 17 aprile.
Ancora sulla mafia, nel dibattito al Senato. Si vara la Giornata Nazionale della Memoria per le vittime, e Vima Moronese avverte che la legalità va di pari passo con la crescita della conoscenza specialmente nei giovani. Occorrono iniziative concrete che promuovano sensibilizzazione.
E’ stata anche la settimana dell’acqua: il governo non nasconde il suo tentativo di cancellare la volontà che cittadini hanno espresso al referendum, ovvero che la gestione idrica resti pubblica. Ma i cittadini saranno custodi di questa volontà, dichiara Federica Daga, e il M5S non si arrenderà su una delle sue stelle.
Al Senato si vara un’altra “Giornata Nazionale”, stavolta per le vittime dell’immigrazione. Vito Crimi si indigna: l’Italia è travolta da crisi e illegalità, le persone si suicidano, e il Parlamento spreca tempo e soldi pubblici per una cosa inutile. Questa è solo propaganda.
Si susseguono, poi, gli scandali delle banche che massacrano i risparmiatori. Riccardo Fraccaro ci racconta il caso di Sparkasse, la Cassa di Risparmio di Bolzano, che nelle mani di PD, Lega e loro accoliti ha aperto una voragine di decine di milioni di euro.
Infine, da Bruxelles Ignazio Corrao illustra la proposta M5S per l’Africa Trust Fund, approvata in UE. Si sente spesso dire “aiutiamoli a casa loro”, e questo progetto serve proprio ad aiutare i cittadini dei Paesi africani maggiormente colpiti da difficoltà economiche e dal fenomeno dell’emigrazione.
Clicca qui! Scarica, stampa e diffondi il magazine che racconta ogni settimana tutto quello che succede in Parlamento, e che la TV non dice!






martedì 8 marzo 2016

DEMOCRAZIA A RISCHIO: HANNO APPROVATO IL CETA! (Beghin M5S)

La democrazia è a rischio. La Commissione europea ha siglato un accordo di libero scambio con il Canada (chiamato CETA) che prevede la nascita di un tribunale speciale per dirimere le controversie con le multinazionali. I governi democraticamente eletti dai cittadini potranno essere citati in giudizio se le decisioni prese ledono gli interessi di aziende private. Si sta scrivendo una pagina di storia nuova: nasce la dittatura delle multinazionali desiderose di utilizzare questo tribunale come clava per bastonare il politico che non si allinea al proprio volere.
Nell'accordo raggiunto (che adesso deve passare all'esame del Parlamento e del Consiglio europeo) l'Europa e il Canada nomineranno i loro giudici, ma mentre a Ottawa c'è un governo votato dai cittadini a Bruxelles no: una Commissione di nominati sceglierà altri nominati che decideranno sulla vita dei cittadini. I furbi euroburocrati hanno cambiato il nome di questo tribunale (non si chiama più ISDS) ma la sostanza non cambia: giudici, tecnici, avvocati possono mettere in crisi gli Stati nazionali mettendo in discussione le leggi che non piacciono.
Con il TTIP in stallo, grazie alla pressione dell'opinione pubblica europea, le multinazionali stanno raggiungendo il loro obiettivo con un altro strumento, il CETA. Delle 47 mila multinazionali americane presenti in Europa, 41.811 dispongono di una succursale in Canada. Ecco spiegato il trucchetto: con un semplice stratagemma legale, la casa madre statunitense sposta parte della proprietà alla filiale canadese, permettendole di avviare una causa legale con il meccanismo previsto dal trattato CETA. Delle 4.000 grandi corporation americane presenti in Italia ben l'84% sarebbe in grado di usare questo espediente.
La Commissione europea si è comportata come un prestigiatore da quattro soldi: distrae i cittadini con il TTIP (la cui attenzione mediatica è forte) per poi concedere regali alle multinazionali con il CETA (un trattato sconosciuto ai più). Un gioco di prestigio non nuovo per le multinazionali: la Philip Morris ha fatto causa all'Australia utilizzando la sua filiale di Hong Kong e all'Uruguay tramite la sua filiale in Svizzera.
Le multinazionali più agguerrite nel citare in giudizio gli Stati nazionali sono attive prevalentemente nel settore ambientale, nei servizi finanziari, nel campo dell'estrazione petrolifera, sono grandi imprese che fanno affari con sostanze chimiche, prodotti alimentari e tabacco. Tutte industrie che grazie alla clausola ISDS potrebbero compromettere la legislazione europea in materia di tutela dei consumatori, sicurezza alimentare e protezione dagli agenti chimici.
Questo tribunale "interverrà solo in casi di discriminazione, espropriazione, nazionalizzazione o mancato rilascio di una licenza a un'azienda straniera", si difende dalle accuse il Commissario al Commercio Internazionale Cecilia Malmström. Nella sua difesa, però, c'è una clamorosa ammissione di colpa: la Malmström ammette che questo Tribunale interverrà quando uno Stato nazionale vorrà fare marcia indietro nella concessione di un bene pubblico a un privato.
Qualche esempio? Nel 2010 il Comune di Parigi aveva riportato in mano pubblica la gestione della rete idrica della città. L'acqua era ritornata nelle mani pubbliche dopo che per anni era stata gestita da parte di due multinazionali Veolià e Suez. Il risultato era stato un risparmio di 35 milioni di euro l'anno e l'abbassamento dell'8% della bolletta dell'acqua per tutti i parigini. Con questo tribunale in pieni poteri tutto questo sarebbe impossibile! I dubbi dei sindacati britannici della Sanità sono fondati: il meccanismo dell'ISDS, combinato a una clausola di irreversibilità delle privatizzazioni (che forse sarà nel TTIP) renderà impossibile il ritorno in mano pubblica dei servizi privatizzati. I governi eletti dovranno difendere le loro scelte davanti a un Tribunale. E' la morte della democrazia.
VIDEO. La portavoce Tiziana Beghin vi spiega il doppio gioco della Commissione europea che preferisce essere alleata delle multinazionali piuttosto che dei cittadini



venerdì 4 marzo 2016

#5giornia5stelle del 4 Marzo 2016 - #lacasanonsitocca

Il PD è il partito delle banche, e la sua missione è consegnare loro tutti gli averi degli italiani. Così, se siete creditori vi svuotano i conti, se siete debitori vi tolgono la casa. Ma il M5S sa che #lacasanonsitocca, per questo ha combattuto in aula e fuori: il governo deve rimangiarsi l’ennesimo regalo agli istituti finanziari, che ora possono ergersi a giudici e espropriare le case di chi è in difficoltà senza neppure passare per i tribunali. I nostri portavoce sono stati ancora una volta sanzionati dalla Camera, ma non temete: non si fermeranno. 
Al Senato si è approvata la legge sull’omicidio stradale, e il governo è ricorso ancora una volta alla fiducia. Buccarella ci spiega perché abbiamo votato no, e anche quali sono i difetti di un provvedimento che malgrado la propaganda può ridurre le pene della metà. 
Di un altro scandaloso provvedimento si discute a Montecitorio: il sussidio di invalidità inserito nel calcolo dell’Isee. Tutti i portavoce invocano la sentenza del Consiglio di Stato che respinge tale decisione, ricordando che a questo punto lo Stato è fuorilegge. Il M5S presenta anche un emendamento perché la sentenza sia rispettata... ma neanche a dirlo, la maggioranza respinge. Forse ad essere fuorilegge sono abituati.
Da Bruxelles la nostra Isabella Adinolfi, insieme al senatore Sergio Puglia, ricordano il nostro emendamento approvato su RC Auto, per cancellare una buona volta le discriminazione nelle tariffe tra nord e sud Italia. Ora il governo vuole modificarlo per fare come sempre gli interessi delle lobby assicurative. Ci muoveremo in Europa.
Nessuno ne parla ma in Piemonte, come ci ricorda il portavoce in regione Giorgio Bertola, è stato verificato che il PD ha presentato firme false alle scorse elezioni. Questo significa che la giunta Chiamparino è a rischio, e che potrebbero invece avere diritto ad entrare in regione altri 4 consiglieri del MoVimento.
Al Senato, Nicola Morra e Ornella Bertorotta ci presentano un importante incontro avvenuto in settimana. Si è parlato della questione Tibet, con lo scopo di promuovere la conoscenza di ciò che accade in quel Paese.
Passaggio di testimone da Bruxelles a Roma sul caso dell’olio tunisino che la Mogherini propone di importare a migliaia di tonnellate, mettendo in ginocchio l’agricoltura italiana. Ignazio Corrao passa la bottiglia di olio italiano, che ha mostrato a tutto il Parlamento europeo, a Mattia Fantinati che la porta in aula alla Camera. Non smetteremo di combattere per difendere la qualità del Made in Italy e il lavoro dei nostri agricoltori.
Si avvicina il momento del canone Rai in bolletta. In aula a Montecitorio i portavoce M5S denunciano l’operazione con cui il governo dirotterà i proventi del canone per finanziare i giornali, e tenere sempre più sotto controllo l’informazione.
Infine, spettacolo indecoroso alla Regione Puglia. Ascoltate come gli emendamenti del M5S vengano giudicati inammissibili... ma senza neppure sapere perché!








NOTRIV - IL RAPPORTO DI GREENPEACE I dati forniti dal ministero dell’Ambiente confermano le emissioni - Attorno alle piattaforme, i livelli di mercurio superano il limite di legge nell’86 per cento dei casi “Le trivelle avvelenano il mare”

Cozze rivelatrici “L’Ispra effettua analisi su acqua e molluschi, ma è anche il vigilante pubblico su temi ambientali”
Il 17 aprile si avvicina e così anche il referendum sulle trivelle con il quale gli italiani saranno chiamati a esprimersi sulla durata dei giacimenti petroliferi già in sfruttamento. Intanto, ognuno gioca le sue carte: il comitato ‘pro trivelle’ si è delineato da pochi giorni, sotto la spinta dell’azienda di lobbying Reti di Claudio Velardi e guidato da Gianfranco Borghini, nuclearista, politico di lunga data, ex presidente della Gepi. Se il loro obiettivo è “sfatare, dati alla mano, tutte le bugie di chi nella Penisola si oppone strumentalmente alle trivellazioni”, la risposta “dati alla mano” del fronte NO TRIV è già arrivata.
È luglio quando Greenpeace, con un’istanza pubblica di accesso agli atti, chiede al ministero dell’Ambiente di ricevere i dati sui monitoraggi delle piattaforme offshore per l’estrazione di gas e petrolio. Secondo quanto scritto sul sito del ministero dello Sviluppo economico, le strutture attive sono circa 130, ma all’associazione vengono consegnati i numeri di sole trenta piattaforme. Anzi, 34: tutte di proprietà dell’Eni e relative all’estrazione del gas nel triennio 2012-2014. Il motivo è ipotizzabile: “Assenza di ogni tipo di controllo per le altre o il fatto che il ministero abbia deciso di non consegnare tutto il materiale”, scrivono gli ambientalisti. A voler essere ottimisti, che siano le uniche a scaricare le acque di produzione (quelle estratte dai pozzi e quelle usate per aumentare la pressione) in mare e quindi costrette a fare i monitoraggi. I rilievi sono stati realizzati dall’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale che è pubblico ed è sotto la vigilanza del ministero di Galletti. La committenza, invece, è dell’Eni, l’affidamento avvenuto tramite un’apposita convenzione. L’Ispra, però, è anche l’istituto incaricato di valutare le relazioni ambientali presentate al ministero: un controllore che controlla se stesso? A quanto pare sì: da statuto, infatti, può eseguire analisi per conto di privati. Collaboratrici fondamentali, ai fini dell’analisi, sono state le cozze, bio-accumulatori per eccellenza. Il prelievo dei campioni d’acqua, infatti, per l’eccessiva diluizione possono raramente fornire dati precisi mentre i sedimenti e questi molluschi, tecnicamente definiti “mitili”, riescono a dare un quadro chiaro della contaminazione attorno alle piattaforme e in relazione agli organismi viventi. Nel 2012, ad esempio, il 76 per cento dei campioni analizzati ha presentato livelli di contaminazione superiori ai limiti previsti dalle norme comunitarie per almeno una sostanza pericolosa. Nel 2013 era il 73,5 per cento, nel 2014 il 79. E anche se non sempre le stesse piattaforme sono fuori ripetutamente fuori norma, la percentuale di contaminazione ambientale è “costantemente elevata”.
Il dato di riferimento ha una sigla, SQA, che sta per Standard di Qualità Ambientale. Dalle misurazioni è emerso che nell’86 per cento dei campioni analizzati tra il 2012 e il 2014, il limite di concentrazione del mercurio era superiore a quanto previsto dagli standard di qualità. Per gli altri metalli, invece, non esiste un limite normativo. Così, per misurare, il confronto è stato fatto con la media stagionale delle acque lontane dalle piattaforme e con i dati presenti nella letteratura scientifica specializzata, quella utilizzata anche dall’Ispra per le sue relazioni annuali. Il risultato? L’82 per cento dei mitili presentava livelli di cadmio superiori a quelli del campione di riferimento. Stessa cosa per il selenio (77 per cento) e zinco (63 per cento). “Si tratta di metalli abitualmente associati alle principali attività di estrazione offshore - spiega Greenpeace - derivanti dalla corrosione degli anodi sacrificali in prossimità delle piattaforme per proteggerle dalla corrosione”. Il rischio è che risalgano la catena alimentare e arrivino all’uomo, spiegano gli ambientalisti. Anche perché è impensabile che una piattaforma di centinaia di metri quadrati in mezzo al mare non abbia alcun impatto sull’ambiente contiguo. Se poi estrae idrocarburi, le probabilità sono ancora più ridotte.
Virginia Della Sala – Il Fatto Quotidiano – 4 Marzo 2016 – pag. 9

Parla la candidata M5S per ll Campidoglio: "Sì agli stadi di Roma e Lazio senza speculazioni"

Candidata Sindaco di Roma
Virginia Raggi (M5S)
Parla Virginia Raggi: "Se vinco niente Olimpiadi Prima va risistemata Roma"
Non perde tempo a disegnare scenari politici, chiede ai romani di avere il coraggio di cambiare una volta per tutte, di lasciarsi alle spalle Mafia Capitale e una gestione dell'amministrazione che ha portato la città eterna ad accumulare un debito spaventoso e a pagare le tasse più alte d'Italia. Virginia Raggi, la candidata sindaco di Roma del MoVimento 5 Stelle, è determinata. Critica gli altri partiti, si sofferma su trasporti, rifiuti, società comunali, boccia le Olimpiadi e assicura: «Faremo tutto quello che diciamo». E se qualcuno (ultimo Marco Lillo del «Fatto quotidiano») l’attacca per aver svolto, tredici anni fa, la pratica forense nello studio Previti senza averlo dichiarato nel suo curriculum, lei ribatte: «Accuse strumentali». E guarda avanti.
Onorevole Raggi, pochi giorni fa gli iscritti romani al MoVimento 5 Stelle l'hanno scelta come candidata sindaco. Se l'aspettava?
«No. Non nego che ci speravo ma ho sempre saputo di competere con colleghi molto preparati».
Perché gli attivisti hanno scelto lei?
«Credo per le mie competenze. Forse hanno anche voluto fare una scelta coraggiosa e votare una donna».
A proposito, ma è vero, come ha sostenuto Rondolino dell’Unità, che prima delle «comunarie» lei e alcuni suoi colleghi avete fatto un provino alla Casaleggio e Associati?
«Un provino? Ma quale provino! Non è vero. Abbiamo fatto soltanto i video che sono stati pubblicati su internet».
I primi sondaggi le danno percentuali molto alte. Crede davvero che la maggioranza dei romani voterà per il MoVimento 5 Stelle?
«Spero che, come dice spesso il deputato Di Battista, i romani abbiano voglia di cambiare. Noi siamo trasparenti e abbiamo un programma di rottura rispetto agli altri. Se poi i cittadini preferissero continuare sulla strada degli ultimi anni, allora votino pure i soliti ma non si lamentino più».
Non la spaventa dover fronteggiare un debito di 13 miliardi?
«No, sono determinata. Peraltro a quanto ci risulta il debito del Campidoglio potrebbe anche arrivare a 16 miliardi. Un buco di bilancio spaventoso che pagheremo noi romani caricandoci una spesa di 200 milioni all'anno fino al 2040. Io e gli altri ex consiglieri comunali del M5S abbiamo chiesto di poter accedere a tutte le carte per verificare i contratti sottoscritti con le banche e la presenza di derivati ma non ce l'hanno mai permesso. Presto faremo chiarezza».
Le prime tre cose di cui si occuperebbe se diventasse sindaco?
«Quelle che ci hanno indicato i romani stessi: la trasparenza, che dopo Mafia Capitale è una priorità, i trasporti, visto che Roma è la tredicesima città del mondo, la quinta in Europa e la prima in Italia per traffico, e la gestione dei rifiuti, che da scarti possono diventare una risorsa».
È appassionata di bicicletta, se fosse sindaco andrebbe in giro anche lei con una mountain bike come Ignazio Marino?
«Sì, se ci saranno delle piste ciclabili sicure. Non si può andare in bici nel traffico, come accade ora».
Vorrebbe le Olimpiadi a Roma?
«Le Olimpiadi sono un regalo economico a una città che spesso viene usato per costruire grandi opere che restano incompiute o, più in generale, come una grande mangiatoia. Io sono contraria, penso che prima vada risistemata la città. Bisogna concentrarsi sull'ordinario. In ogni caso informeremo i cittadini dei costi e dei rischi delle Olimpiadi».
E lo stadio della Roma lo costruirebbe?
«Non sono contraria, a patto che non diventi una speculazione edilizia».
Pensa a uno stadio anche per la Lazio?
«Perché no?».
È vero che lei è tifosissima della Lazio?
«Mio marito lo è, io simpatizzo, non mi intendo di calcio».
Teme gli altri candidati a sindaco di Roma?
«No, sono i terminali dei soliti partiti, quelli che hanno portato questa città al disastro. E se c'è qualche faccia nuova, negli ultimi anni non l'abbiamo mai vista in Consiglio comunale. Mi riferisco a Marchini».
Eppure sia Bertolaso sia Giachetti hanno avuto parole di stima nei suoi confronti. A lei non piace nessuno?
«No. Come cittadina sono stanca di essere presa in giro da persone che continuerebbero ad amministrare come è stato fatto finora. Fanno parte di quella vecchia politica che non ha risolto un problema, anzi ne ha creati di nuovi».
Pensa di poter approfittare delle divisioni del centrodestra?
«Il M5S non deve catturare voti, noi siamo cittadini che vogliono cambiare la città coinvolgendo tutti i romani».
Ma i cittadini faranno questo "salto nel buio", come direbbe Grillo, o sceglieranno, come direbbe sempre lui, "un suicidio assistito" votando i partiti tradizionali?
«Votarci non è un salto nel buio. Ora è evidente che quello che diciamo lo facciamo: ci siamo tagliati gli stipendi, non abbiamo accettato i rimborsi elettorali, abbiamo creato un fondo per il credito alle imprese. Mi auguro che i cittadini apprezzino la nostra coerenza».
Teme che la penalizzerà, magari nel suo stesso elettorato, l'aver svolto la pratica forense nello studio Previti e non averlo inserito nel suo curriculum?
«Sono accuse strumentali. Noi siamo per il culto della legalità. Ho già detto che nello studio Previti, dove mi portò il docente con cui mi sono laureata, ho fatto soltanto la pratica, i giri di cancelleria, poi sono andata via. E gli avvocati di solito non inseriscono nel curriculum il luogo dove hanno svolto la pratica. Peraltro mi attacca il Pd che ha riesumato Berlusconi e con lui ha voluto riscrivere la Costituzione! C'è una bella canzone di De André che dice "loro possono anche sentirsi assolti ma sono sempre coinvolti". Credo che i cittadini abbiano capito chi sta lavorando con quelli che rappresentano la parte peggiore della società, e non sono io».
Torniamo al Campidoglio. Il sindaco Raggi che farebbe delle società comunali?
«Sono state il bancomat della politica, noi le metteremmo in ordine».
Tempo fa Grillo disse delle frasi che fecero temere ad alcuni dipendenti comunali di poter perdere il posto. È così?
«Vogliamo far ripartire la macchina amministrativa, puntando sui dipendenti validi, alcuni dei quali sono stati messi ai margini negli ultimi anni perché non avrebbero mai accettato di coprire il malaffare».

M5S - La Raggi a rapporto da Casaleggio. Ipotesi di nuove espulsioni

La candidata Sindaco M5S a Roma
Virginia Raggi
Un Summit di ore, per conoscere meglio la candidata per il Campidoglio. E per ribadire che a guidare le operazioni anche nella Capitale è sempre lui, il “guru”. Ieri Virginia Raggi, candidata sindaco del M5s a Roma, è stata ricevuta a Milano da Gianroberto Casaleggio, assieme alla deputata romana Roberta Lombardi e ai responsabili della comunicazione Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi. “È la prima volta che ho visto Casaleggio, abbiamo parlato del programma, molto di Roma”, ha detto al Corriere della Sera la Raggi. Nel corso dell’incontro il co-fondatore dei 5Stelle le ha dato anche consigli sulla comunicazione, invitandola a insistere sul suo profilo di candidata moderata. Ma l’ha vista anche per farle sentire che la casa madre di Milano osserva da vicino la partita romana. Un messaggio anche per i parlamentari capitolini, con cui sta avendo incontri riservati per capire l’andamento della campagna e gli umori interni. Intanto sembrano imminenti due nuove espulsioni a Roma, per due candidati nella lista dei 48 passati dalle Comunarie. Uno degli aspiranti consiglieri, in particolare, pagherebbe una candidatura in passato con un altro partito. Mentre un altro non avrebbe rispettato la linea del M5s.
Il Fatto Quotidiano – 4 Marzo 2016 – pag. 6

mercoledì 2 marzo 2016

OGGI IL VOTO SULLA TASSA RAI - Di Battista (M5S): “Insegnerò a non pagare il canone”

Alessandro Di Battista
Attesa per oggi in prima lettura alla Camera del deputati l’approvazione in prima lettura del ddl sul nuovo fondo per l’editoria. Il provvedimento prevede anche che tra le fonti di finanziamento ci siano anche un contributo di solidarietà da parte delle concessionarie pubblicitarie e anche 100 milioni di euro provenienti da eventuali maggiori entrate del canone Rai in bolletta. Escluse da un emendamento della commissione i proventi delle multe Agcom. Ieri il dibattito in aula ha registrato la dura opposizione del Movimento Cinque Stelle. Alessandro Di Battista ha posto ancora una volta il problema dell’assenza di pluralismo nella tv di Stato: “Perché noi dobbiamo pagare voi per mentirci? - ha detto - Io non ho il televisore e non pagherò il canone, dirò anche ai cittadini come fare per non pagarlo”. La protesta di Di Battista è, secondo Sergio Boccadutri (Pd), “doppiamente ridicola”: “Perché viene dalle aule parlamentari - spiega - e perché a sollevarla è uno che stasera (ieri per chi legge, ndr) sarà ospite a Ballarò senza contraddittorio”. I Cinque Stelle insistono anche sulla delega data al governo affinché individui la platea di beneficiari dei contributi.
Il Fatto Quotidiano – 2/3/2016 – pag. 11

domenica 28 febbraio 2016

È inappropriato definire “pezzenti” i nostri politici?

Alessandro Di Battista
L’altro giorno il deputato Di Battista, al termine di una violenta invettiva contro i partiti di governo, ma non solo, scagliava la parola “pezzenti”. Nel linguaggio corrente questa parola è molto dispregiativa e mi sono chiesto se era il caso di usare un simile lessico in un contesto che dovrebbe essere la massima rappresentanza del popolo italiano. Per chiarirmi le idee sono andato a consultare il dizionario che tra altre definizioni scrive: “Di persona meschinamente attaccata al denaro”. Ecco allora prima di gridare allo scandalo ci sarebbe da vedere se nel Parlamento italiano ci sono queste persone meschinamente attaccate al denaro. Quando negli anni passati le camere hanno deliberato aumenti e benefit economici o quando più recentemente la legge del 2 per 1000 ha dribblato il famoso referendum che bocciava il finanziamento pubblico ai partiti, non mi risulta che ci sia stato un solo deputato del Pd o Forza Italia o Lega che abbia rifiutato i soldini. Il salto della quaglia continuo e crescente da uno scranno all’altro per formare un gruppo e quindi per accedere ad altri emolumenti che cos’è se non arraffare altri corposi finanziamenti? La scusa che ci sono delle persone oneste che non mirano al vil denaro è un paravento che non regge perché quando i partiti decidono emolumenti o benefit a proprio favore i deputati fanno finta di niente, fischiettano e mettono in tasca. Allora, la parola “pezze nti ” di Di Battista, poi, è così inappropriata?
Giovanni Scarabello - Il Fatto Quotidiano – 28/2/2016 – pag. 12

sabato 27 febbraio 2016

IL MINISTRO NEL MIRINO Il M5s annuncia la mozione di sfiducia: “Angelino si dimetta”

Il Ministro dell'Intero Angelino Alfano
Approda al Senato, con la richiesta di sfiducia presentata dal Movimento 5Stelle nei confronti del ministro Angelino Alfano, l’inchiesta relativa al trasferimento, deliberato il 23 dicembre dello scorso anno, del prefetto di Enna, Fernando Guida, a Isernia, su presunte pressioni fatte dall’ex senatore del Pd Mirello Crisafulli. Secondo il M5s, “le nostre forze dell’ordine non possono avere il loro massimo vertice istituzionale indagato”. Ncd invece difende il ministro: “Il giustizialismo del Movimento 5 Stelle si scatena sul nulla”, sostiene Fabrizio Cicchitto, mentre la sottosegretaria Simona Vicari parla di “idiozia M5s” e Dorina Bianchi di “iniziativa pretestuosa”. Ma i parlamentari pentastellati rilanciano l’iniziativa sul blog di Beppe Grillo: “Angelino Alfano (...) si è reso politicamente responsabile del sequestro e deportazione di una madre e di una figlia in fuga dalla dittatura del Kazakistan, nonostante le loro richieste di diritto d’asilo. L’Italia merita rispetto, non merita Alfano. È giunto il momento che l'indagato, considerato anche la propria incompetenza, incapacità, inadeguatezza e totale mancanza di credibilità si dimetta immediatamente”.

Il Fatto Quotidiano – 27/2/2016 – pag. 3

#5giornia5stelle del 26 Febbraio 2016 - #unioniallaitaliana

Settimana decisiva per il M5S a Roma: finalmente abbiamo il nostro candidato sindaco scelto in Rete! Si chiama Virginia Raggi e ascoltate, alla conferenza stampa di presentazione, come spiega ai giornalisti i principi fondanti del MoVimento: noi non ci rivolgiamo agli "elettori" ma ai cittadini, perché i cittadini non esistono solo al momento del voto. Il governo M5S a Roma seguirà ogni giorno le esigenze e i bisogni di tutti i cittadini romani, insieme a loro.
Al Senato si è arrivati alla conclusione sulla legge per le unioni civili. Alberto Airola, in aula, denuncia come alla fine la maggioranza abbia ascoltato ingerenze vaticane, mentre Nunzia Catalfo senza mezzi termini dichiara che questa legge sancisce il matrimonio tra Renzi e Verdini, un matrimonio con obbligo di fedeltà e obbedienza come nella migliore tradizione massonica! E colmo della vergogna, hanno anche cercato di incolpare il M5S.
Alla Camera, Danilo Toninelli ci racconta come la "nuova" legge sul conflitto di interessi sia in realtà l'ennesima finta, una legge che riguarda appena quattro gatti che per giunta nomineranno da sé i propri controllori. Si sono ridotti a comprare gli arbitri! Noi combatteremo questa legge anche al Senato perché, come sostiene in aula Andrea Cecconi, siamo gli unici a preoccuparci dell'interesse pubblico.
Al Senato si è parlato anche di Milleproroghe, un decreto che, come spiega Vito Crimi, ha il suo fallimento già nel nome: è solo un inno a favori, scambi e marchette. Dentro c'è di tutto, e sancisce la proroga eterna per legge per amici e potenti.
Da Bruxelles, Marco Zullo ci mostra la birra tedesca: proprio quella in cui, nei giorni scorsi, si sono rinvenute pericolose quantità di glifosato. Il Glifosato è un erbicida cancerogeno, e pensate: la UE vuole rinnovarne l'autorizzazione. Ora in seguito a questo scandalo vedremo se hanno il coraggio di farlo, il M5S ha invece chiesto di vietarlo del tutto.
Francesco Cariello e Laura Castelli, dalla Camera, denunciano un nuovo strumento tecnocratico della UE: un comitato di 5 membri che controlleranno le finanze pubbliche degli Stati. Il Parlamento non è stato neppure interpellato, e noi ci opporremo a questa ennesima scelta antidemocratica che serve solo a togliere sovranità.
Video pirata da Bruxelles! Il nostro Ignazio Corrao presenta una lettera alla Mogherini per chiedere un incontro urgente sulla questione dell'olio tunisino, per trovare una soluzione alternativa all'importazione di migliaia di tonnellate di olio che distruggerebbero il settore in Italia. Sapete cosa risponde la Mogherini? "Sì, ma questo è quello che i tunisini vogliono"! E allora chi decide in Europa, i tunisini?
Per finire, importante appuntamento domenica 28 febbraio, alle 14,30, a Milano sotto il Pirellone. In seguito agli arresti e ai nuovi scandali che coinvolgono esponenti della Lega, tutti i parlamentari lombardi ci invitano ad essere presenti per dire basta con la Lega ladrona, #fuoridaiMaroni!



giovedì 25 febbraio 2016

Presentazione candidato sindaco M5S per Roma

Oggi alle ore 10.30 si è tenuta la presentazione del Candidata Sindaco del M5S alla città di Roma Virginia Raggi. Dopo la sua presentazione alla rappresentanza della stampa sia nazionale che estera, si è intrattenuta a rispondere alle domande da loro poste. Qui potete rivedere l'intera presentazione comprese le domande fatte dai giornalisti.




mercoledì 24 febbraio 2016

Vince la favorita, l’ex consigliera supera De Vito per 400 clic Roma, i Cinque Stelle scelgono la Raggi

Ha vinto la favorita, la candidata di Alessandro Di Battista (e di Paola Taverna). Più “mediatica” rispetto a Marcello De Vito, il nome su cui puntava Roberta Lombardi. Più forte anche di un (falso) dossier dell’ultimo minuto. Il candidato sindaco dei Cinque Stelle a Roma sarà l’ex consigliera comunale Virgina Raggi, 37 anni, avvocato civilista, sposata, mamma di un bimbo di tre anni e mezzo. Ieri ha ricevuto l’investitura sul blog di Beppe Grillo dagli iscritti romani, che l’hanno scelta con 1764 voti, il 45,5 per cento. Dietro, con 1347 clic (il 35 per cento) De Vito, anche lui ex consigliere in Campidoglio, l’unico vero avversario. Distantissimi gli altri tre, a cominciare dall’ex consigliere Enrico Stefàno, con 369 voti, poi l’ex capogruppo in X Municipio (Ostia) Paolo Ferrara e la consigliera municipale Teresa Zotta. Nel complesso hanno votato in 3862 su 9500 iscritti. Affluenza bassa, ma non può essere un problema per la Raggi che in giornata, a votazione in corso, aveva letto sul sito affaritaliani.it di una (presunta) notizia di disturbo.
O MEGLIO “DI CARTE”, come le definiva il sito, secondo cui Raggi lavora per lo studio legale romano Sammarco e Associati, che ha avuto tra i suoi clienti Cesare Previti e Mediaset. Lo stesso studio, rimarcava il pezzo, che ha assistito l’azienda di Berlusconi nella querela contro Sabina Guzzanti per il programma Raiot, sulla Rai nel 2003. Dal M5s hanno replicato in fretta, spiegando che la candidata non ha mai nascosto di aver lavorato per lo studio, tanto da averlo precisato sul proprio curriculum da consigliere. Ma che nella Sammarco associati è entrata nel 2007, molto dopo le denuncia nei confronti della Guzzanti, “vicina” al M5s. Lei invece si è sfogata su Facebook: “E anche oggi la nostra razione di fango quotidiano. Alessandro Di Battista proprio ieri l’aveva detto: ne arriverà tanto”. Settimane fa l’avevano tirata in ballo perché citata nella relazione su Mafia Capitale: ma era un grossolano errore materiale, per cui si è scusato il prefetto. Il dossier finto di ieri invece suona come un’operazione dall’interno. La conferma del clima di tensione nei 5Stelle romani negli ultimi mesi, con l’apparire di mini-cordate e gruppuscoli. Diverse le frizioni anche tra i quattro ex consiglieri comunali. Alla fine ce l’ha fatta lei, che Casaleggio aveva apprezzato per la buona resa in tv. Cresciuta nel quartiere di San Giovanni (Roma Sud), poi trasferitasi nella zona periferica di Ottavia, dal 2008 assieme al marito aderisce ai Gas, (gruppi di acquisto solidale), dove il M5s raccoglie molti consensi. La descrivono come una “secchiona”, precisa nello studio dei dossier. Un po’ “permalosa” a sentire iscritti e qualche cronista. Di Battista, il suo principale sponsor, ha twittato: “Ora è tempo di una donna in Campidoglio”. Proprio il deputato lunedì aveva auspicato che il vincitore nominasse come vicesindaco il secondo in classifica. Ergo, Raggi dovrà decidere sul ticket con De Vito. Ieri ha celebrato la vittoria con un video sul blog di Grillo, girato ieri pomeriggio alla Camera. Giacca azzurra, spigliata (fa un apposito training da mesi), scandisce: “Ora è il momento di prenderci la nostra rivincita, Mafia Capitale ci ha dimostrato che a Roma la vera politica non la fanno i partiti, ma i cittadini”. Assicura: “Sarà un compito difficile, ma non mi spaventa”. Farà campagna elettorale con la “scorta” dei big romani. Perché Casaleggio vuole il Campidoglio.
Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano – 24/02/2016 – pag. 11