Rosa Capuozzo in Commissione Antimafia |
In commissione l’ex
5Stelle conferma la sua versione, ma dice: “Da luglio avevo chiesto
l’espulsione di De Robbio”. Il Pd all’attacco: “Rispondano Fico e Di Maio
Si sentiva “isolata”.
Pressata da quel consigliere che le “faceva il vuoto intorno”, che voleva
imporle imprenditori e assessori. Quel Giovanni De Robbio di cui chiese l’espulsione
più volte, già a luglio, e già a Roberto Fico. Eppure di fronte all’Antimafia
il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo lo giura: “Per me erano pressioni, non
minacce: ho capito tutto con le intercettazioni”. Non aveva compreso di essere
ricattata dal consigliere che voleva imporle di affidare il campo sportivo ad
Alfonso Cesarano, imprenditore legato alla camorra. Anche se De Robbio le
mostrò le foto della casa del marito, con un presunto abuso edilizio. Immagini
finite a novembre sul Mattino. Non capiva, però voleva farlo cacciare “perché
andava contro i principi del M5S”.
È sempre quello, il
paradosso attorno a cui si muove l’ex 5Stelle Capuozzo, anche in commissione.
L’audizione inizia in serata, ma il clima lo arroventano dalla mattina i dem.
“Fico e Di Maio vanno convocati in Antimafia e Quarto va sciolta” twitta
bellicoso Stefano Esposito. Gli altri accusano i 5Stelle di fuggire dai
confronti in tv. Ma il M5S tace, intento a preparare la contromossa di
domenica, quando i big andranno ad Arezzo, la città di Banca Etruria. Sarà una
manifestazione con Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. E probabilmente
Beppe Grillo, a cui tutto il M5S chiede di rimetterci la faccia. Intanto però è
ancora Quarto. Con Rosa Capuozzo che arriva a Palazzo San Macuto poco prima
delle 20, assieme all’assessore Donatella Alessi. È ressa di telecamere, e per
farla entrare servono i carabinieri. Si parte con la presidente Rosy Bindi. “Le
vicende di Quarto sono molto significative” sostiene. Quindi snocciola domande:
“Se e quando ha avuto le percezione di essere vittima da parte di estorsione De
Robbio”. Di seguito, “perché non ha ritenuto di denunciare subito?”, E poi:
“Quali sono stati i rapporti con il suo ex Movimento?”. Capuozzo parla veloce,
per coprire l’emozione: “Questi sette mesi di governo sono sembrati sette
anni”. E racconta: “È partito tutto il 27 giugno, il giorno dopo la mia
elezione, con la questione stadio”. A suo dire De Robbio, il più votato dei
5Stelle, è subito un problema . “Voleva farmi incontrare imprenditori privati
per discutere della gestione dell’impianto. E io gli dissi subito di no”. Pressava
il consigliere, “anche sulla nomina degli assessori e dei capisettore, che io
non volevo legati al territorio. E allora io non lo nominai presidente del
Consiglio comunale, spiegando che non aveva più la mia fiducia”. Soprattutto,
“già a luglio chiesi la sua espulsione, in una riunione con Roberto Fico”. Ma
non accadde nulla. Anche se Capuozzo si sentiva “isola ta, perché De Robbio mi
faceva il vuoto intorno”. Eppure non si sentiva minacciata: “De Robbio mi
sembrava più che altro un guascone”. A settembre il consigliere le mostra due
foto della casa del marito, con il presunto abuso. “Sembra va preoccupato, ma
io ero tranquilla” assicura. Eppure De Robbio gliele mostrò “due volte in dieci
giorni”. Sostiene di aver cominciato a fiutare “che potevo denunciarlo” quan do
le accennò a un funzionario che poteva cambiare versione sull’abuso. Dice di
aver chiesto di nuovo la sua espulsione. Poi venne convocata dalla Dda di
Napoli, “e lì ho cominciato a capire il disegno”. Ma mica tutto: “Mi sembravano
pressioni politiche”. La svolta arriva tardi: “Solo con le intercettazioni sui
giornali ho compreso”. Domande. Mirabelli sollecita la convocazione di Fico, e
chiede: “Perché l’han - no espulsa dal M5S?”. Ma il più sferzante è il
vicepresidente Claudio Fava: “Lei cambia versione sulla distinzione tra
pressioni e minacce a seconda dell’interlocutore: dovevano venire con la
pistola?”. Lei non arretra: “Non erano giuridicamente minacce, ho parlato di
ricatto nei messaggi ma erano sfoghi”. Chiosa: “Mi hanno espulsa per un attacco
mediatico, ma io non contesto, penso alla città”. Palla in tribuna.
Luca De Carolis
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