Alessandro MAIORANO - La bestia nera di M. RENZI |
Parla il dipendente del
Comune di Firenze che sostiene di poter incastrare il presidente del Consiglio.
«Sono la bestia nera di
Renzi, non mi fermerò fino a quando non lo smaschererò davanti a tutti gli
italiani». In effetti, a vederlo, il nero sembra essere il suo colore
preferito. Tutti lo conoscono come il "grande accusatore" di Renzi,
ma il suo nome all’anagrafe è Alessandro Maiorano, 54 anni, dipendente del
Comune di Firenze. Da anni ha ingaggiato una battaglia legale contro l’attuale
premier. Non si ferma davanti alle spese, né ai viaggi che deve sostenere per
andare da una Procura all'altra.
«È partita nel 2011 quando
ho deciso di capire chi fosse realmente questo signore che si affacciava nel
palcoscenico nazionale della politica come il nuovo, il puro. Siccome io non
credo ai nuovi e i puri, ho cercato di capire chi fosse realmente».
È stata una semplice
curiosità o aveva già un’avversione nei confronti di Renzi? Le aveva fatto un
torto?
«Ho cominciato ad avere
un’avversione nei suoi confronti quando mi è stato impedito di assistere mia
madre, gravemente malata. Io usufruisco della legge 104, lui conosceva la mia
situazione familiare e invece di rispettarla si è accanito per colpirmi».
E cosa avrebbe fatto per
colpirla?
«Dal 2009 al 2011 sono andato in aspettativa per due anni per assistenza
a persona disabile, con la certificazione scritta che al mio rientro sarei
rimasto nella sede di villa Pallini, che mi permetteva di raggiungere
rapidamente l’abitazione di mia madre. Invece, tornato al lavoro, sono stato
spostato da un’altra parte. Ho più volte tentato di far capire all’allora
sindaco Renzi, nonché assessore al Personale, che era un mio diritto avere
quell’agevolazione logistica e per tutta risposta lui mi ha lasciato in sospeso
per 8 mesi. Dopo che l’ho querelato per mobbing, alcuni esponenti del suo
partito mi hanno chiamato e da lì stranamente mi hanno rimandato a villa
Pallini».
Perché ha pensato che il
sindaco di Firenze si scomodasse in prima persona per ostacolarla in questa
pratica?
«Perchè lui sapeva benissimo la mia simpatia politica di destra.
Quando le persone non fanno parte della sua cerchia politica, Renzi usa la sua
di legge, che è quella della vendetta».
Come poteva Renzi conoscere
le sue simpatie politiche?
«Perché sapeva delle mie
vicende giudiziarie. Sono stato arrestato sul luogo del lavoro per associazione
a delinquere, per ricettazione, banda armata, porto d’armi, furto e reati
contro il patrimonio. Poi tutto si è sciolto come neve al sole. Le indagini non
sono mai sfociate in un processo».
Qual è il suo obiettivo?
«Far capire al popolo
italiano chi è Renzi e la cerchia di amici degli amici che ha intorno. Sono
anni che sto battagliando, ma c’è un muro di gomma».
Questa battaglia, però, ha
un costo.
«Sì, ci sono delle spese,
ma quelle sono irrisorie se alla fine raggiungerò il mio reale scopo:
smascherare Renzi».
Deve essere molto motivato
per utilizzare parte del suo stipendio per le spese legali
«Quando un politico si
permette di usare soldi pubblici per interessi personali, io mi arrabbio.
Perché sono soldi delle mie tasse. Mi è capitato Matteo Renzi, ma se mi
capitava un altro l’avrei fatto lo stesso».
Valeria Di Corrado
Nessun commento:
Posta un commento