Rosa Capuozzo - Ex Sindaco di Quarto (NA) |
La sindaca espulsa dal M5S si dimette e accusa. Ma
l’inchiesta non è finita
A Quarto (Napoli) l’unica giunta campana del M5S muore dopo
appena sette mesi trascorsi pericolosamente, tra gaffe, sospetti di abusi
edilizi, veleni e tentate estorsioni di stampo camorristico. Alle dieci si
sparge la voce che si rivelerà esatta: la conferenza stampa di mezzogiorno per
presentare il nuovo simbolo di Rosa Capuozzo si tramuta in quella per
l'annuncio delle dimissioni. “Ha perso la politica, ha vinto la camorra, la mia
non è una resa, ma mi sono sentita abbandonata dal M5s” afferma l'ormai ex
sindaca. Dalle macerie del disastro il Movimento cercherà di
ripartire con la consapevolezza che alle amministrative di Quarto si gioca una
partita che avrà ripercussioni importanti sul voto nelle grandi città, a
cominciare da Napoli. Dal vertice si traccia una bozza di linea: a Quarto
bisogna ricostruire il M5S partendo da attivisti della prima ora che si sono
dissociati in tempo dalla Capuozzo e possono provare a dimostrare di non aver
saputo che la sindaca era sotto il ricatto di Giovanni De Robbio. Corrispondono
al profilo l’ex assessore ai Lavori Pubblici Tullio Ciarlone e l’ex consigliera
Lucia Imperatore, che si sono dimessi poco dopo il diktat di Grillo alla
Capuozzo per non aver denunciato le minacce. “De Robbio si era fieramente
opposto alla nomina di Ciarlone” ha verbalizzato la sindaca davanti al pm.
Frase che in questo quadro è una medaglia per il futuro. La Capuozzo matura le
dimissioni nella notte tra mercoledì e giovedì. Poche ore prima è stata
abbandonata anche dal presidente del consiglio comunale Lorenzo Paparone. Dopo
le dimissioni dei giorni scorsi non ci sono subentranti, non ci sono i numeri
per andare avanti. Da Roma il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha
annunciato l’invio della commissione d’accesso per le presunte infiltrazioni
della camorra nell’elezione di De Robbio, l’uomo che secondo la Procura di
Napoli la ricattava con le foto aeree della villa di famiglia. Mercoledì
mattina il marito della sindaca, Ignazio Baiano, è stato interrogato in veste
di indagato sulla pratica di condono del sottotetto, forse incondonabile
secondo i tempi delle foto in mano all’ex consigliere grillino. La sezione
urbanistica di Napoli – aggiunto Fragliasso, pm De Renzis – punta ora al ruolo
della Capuozzo, che potrebbe essere sentita per chiarire se ignorava tutto o
invece intervenne sugli uffici tecnici che curavano la pratica. Definita
proprio nelle settimane delle minacce di De Robbio finite nell’inchiesta sulla
tentata estorsione e sul voto di scambio politico mafioso a Quarto, condotta
dal pm Dda Woodcock e dell’aggiunto Borrelli. Sul tema del voto “inquinato” la
Capuozzo attacca a testa bassa la capogruppo M5S in Campania, Valeria
Ciarambino e quindi Luigi Di Maio, suo compagno di meet up a Pomigliano d'Arco:
“Chiedo formalmente da parte mia e dei cittadini di Quarto perché i voti dei
consiglieri regionali presi qui sono diversi dai miei”. L’ex sindaca poi tira
in ballo i vertici del M5s. E racconta i tempi e i dettagli degli incontri con
Fico e Di Maio, come il Direttorio provò a farla dimettere prima del flash - mob
del 10 gennaio e prima dell’uscita delle intercettazioni che hanno reso
evidente la tentata estorsione di cui era vittima. I due le promisero una
ricandidatura. “Sarei uscita tra gli applausi, ma ho detto no”. Forse anche
a Beppe Grillo, che secondo indiscrezioni trapelate ieri le avrebbe offerto un
sostegno in campagna elettorale in cambio del passo indietro. Esce invece tra
mille polemiche Capuozzo, lasciando dubbi sulle capacità del Movimento di
governare territori difficili, dopo aver “chiesto ai consiglieri se se la
sentissero di continuare a combattere una battaglia difficile contro un sistema
di potere che ha devastato Quarto per troppi anni. I 15 che hanno detto che
avrebbero lottato con me mi hanno guardato negli occhi e io ci ho creduto. Poi
è iniziato lo stillicidio delle dimissioni dei consiglieri, con motivazioni
ridicole”.
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