Sotto al Vesuvio - Ancora in forse la partecipazione.
Alle 19.30 Patrizio Rispo, l’attore di Un Posto al Sole, il
volto noto tra gli attivisti partenopei del M5S, se ne va in anticipo dalla
riunione dichiarandosi “agitato: mi aspettavo una parola di chiarezza sulla
partecipazione del Movimento alle amministrative di Napoli, chiarezza che non è
arrivata”. E la presenza del M5S al voto nella terza città d’Italia è ancora in
dubbio, sospesa tra la prudenza di Roberto Fico (“il rischio di non partecipare
non è definitivamente fugato”) e il piglio di Luigi Di Maio venerdì in piazza
dei Martiri (“individueremo a breve il candidato”).
IL MEETUP di Napoli si è riunito ieri pomeriggio nell’aula
“Silvia Ruotolo” della Municipalità del Vomero, in sala un centinaio tra
iscritti e movimentisti. Al centro, il presidente della Commissione di
Vigilanza Rai Roberto Fico e altri parlamentari locali: Salvatore Micillo, Vega
Colonnese, Paola Nugnes. Tra quattro mesi a Napoli si vota, ci sono già quattro
candidati sindaci a vario titolo in campo – l’uscente Luigi de Magistris,
l’azzurro Gianni Lettieri, il dem Antonio Bassolino e Valeria Valente, che ieri
ha ufficializzato la discesa in campo nelle primarie Pd “perché c’è bisogno di
una svolta”, ovvero finalmente le correnti interne si sono messe l’animo in
pace – ma il M5S si macera in interrogativi e attendismi. Poco prima di
iniziare l’incontro con la base, Fico ha dato qualche indicazione ai cronisti:
“Se il rischio di non fare le liste a Napoli è fugato? Mai niente è
definitivamente fugato. Comunque oggi non decidiamo il candidato sindaco, il
percorso di designazione potremmo chiuderlo a breve. Potremmo individuarlo
attraverso il web con il metodo della rete certificata degli iscritti. E
ribadisco: no ad accordi di desistenza con de Magistris, non ci sono stati
incontri segreti, sono stupidaggini enormi, voci vigliacche”. In aula però
introduce il dibattito senza parlare delle comunali. Torna sul caso Quarto, se
la prende coi media che gli hanno dedicato un’attenzione “che nemmeno agli
attentati di Parigi”, il Pd che l’ha strumentalizzato, mette in relazione la legge
che ha rifinanziato l’editoria con l’attacco concentrico di certe testate, a
cominciare da Il Mattino dei Caltagirone.
Sì, ma il voto a Napoli? Non sembra la principale
preoccupazione nemmeno tra gli iscritti. Prima di sentirne parlare, si dibatte
su Quarto, indagini Dda a Pozzuoli, bonifiche non fatte e un accenno di
processo a due esponenti grillini chiamati a spiegare la loro partecipazione
nel dicembre 2014 a un tavolo programmatico di Vincenzo De Luca: era la
campagna elettorale per le primarie Pd in Campania, preistoria. La grillina non
ci sta e si sfoga: “Ma viviamo in un universo parallelo?” Cita Rosa Capuozzo
che aveva citato don Milani: “Abbiamo le mani pulite, ma sporchiamocele”.
Insomma, per ascoltare qualcosa su Napoli deve trascorrere quasi un’ora. Quarto
è una ferita che brucia. La paura che ciò si ripeta paralizza il dibattito sul
capoluogo. Due attivisti dicono chiaramente: “Al momento le condizioni per fare
le liste a Napoli non ci sono. Non c’è unità di intenti al nostro interno,
manca un percorso condiviso”. Uno parla di “meetup spaccato in due” e non
aggiunge chiarimenti. Fico ascolta e alla fine propone una sorta di casting per
le candidature: oggi pubblicherà un post che indicherà i luoghi dove gli
aspiranti candidati potranno consegnare il curriculum. Chi li vaglierà? Si
pensa a un comitato composto da lui, da altri parlamentari e da un delegato
regionale. E forse finalmente la riserva sulla partecipazione verrà sciolta.
Forse.
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