Alberto Airola - Un collega lo abbraccia |
No all’ammazza-dibattito - Il sito Gay.it “minaccia”: “Avete
una notte per ripensarci”
Discutono forte, quasi litigano, ma scelgono una linea. Poi
guardano il gioco e in aula virano sul no, compatti. Perché il canguro è
un’eresia per i Cinque Stelle, e perché il Pd, il nemico, va stanato, costretto
a mostrare in aula fratture e rossori. Ma per il M5s a Palazzo Madama la
giornata del veto al canguro è stata difficile, infinita. E la serata risuona
dei nervi di qualche senatore. Pronto a votare perfino il canguro, “a meno che
da Milano non arrivi un’indicazione precisa”.
Nella testa la rabbia per il Pd che accusa i 5Stelle di
voler affossare la legge. E la delusione, per associazioni e siti che
protestano, che puntano il dito. “Speriamo che la notte porti consiglio,
#dietrofront M5s” punge a botta calda un sito influente come www.gay.it. E c’è
agitazione anche nella base, tangibile sul web. Ma i senatori del M5s proprio
non ci stanno. “Ma come, il Pd è diviso in mille pezzi e se la prendono con
noi, tutti a favore della legge? E poi come possiamo accettare una forzatura della
democrazia come il canguro?”. Lo ripetono diversi 5Stelle, nella serata dei
timori e delle strategie. La linea ufficiale rimane quella: no al canguro, “perché
ormai gli emendamenti sono scesi, ora si può discutere a voto palese”. Così
sancisce anche il primus inter pares, il deputato Luigi Di Maio, tramite tweet
serale: “No al canguro, se il Pd non ha una maggioranza lo dica”. Ribadendo che
lo scopo anche denudare l’avversario. Però è stata lunga la strada verso il no.
Parte dalla riunione in mattinata dei senatori, difficile. Dalla casa madre di
Milano è arrivato l’input: no al canguro. “L’abbiamo combattuto quando l’hanno
usato per le riforme, saremmo incoerenti” è il ragionamento (in sintesi) della
guida politica, Gianroberto Casaleggio. Figlio anche del suo gelo verso la
stepchild adoption, vista come troppo impopolare in quell’elettorato moderato
che Casaleggio vuole rappresentare. Da qui il contestato post dei giorni scorsi
sulla libertà di coscienza sulla stepchild. E sempre da qui il no al canguro.
Ma in riunione più d’uno protesta: “Abbiamo preso degli impegni, dobbiamo
votare comunque la legge”. Raccontano che per il sì alla tagliola ci sia anche
Alberto Airola, il più esposto sul tema, lo stratega del M5s sulle unioni
civili: “Di fronte a 5mila emendamenti cosa possiamo fare?”. Poi riaffiorano i
no alla stepchild, e sono in tre a dire che non la voteranno. Ma si trova una
quadra: il M5s voterà sì alle parti spacchettate del canguro, e lascerà libertà
di coscienza sulla stepchild. Si va in aula, e il quadro cambia, perché la Lega
Nord ritira 4500 dei suoi 5000 emendamenti. Airola si consulta con i suoi, e il
M5s vira sulla soluzione più condivisa, il no al canguro. Airola parla al
microfono: “Non me la sento di costringere il mio gruppo a votare il canguro.
Quando sento che scendiamo a 500 emendamenti e che il capogruppo del Pd Zanda
ha paura dei voti segreti non potete dirmi che siete nelle nostre mani”. Poi lo
sfogo verso i dem: “Assumetevi la responsabilità di dire: ‘Frocio, questi
diritti non li avrai”. In nottata, sms dem sui telefoni dei senatori. Ma se
oggi il canguro sarà a voto palese, il M5s dirà quasi solo no.
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