Penati, i dem rinunciano al risarcimento
I Ds
escono dal processo sul sistema Sesto che vede tra gli imputati l'ex presidente
della Provincia, Filippo Penati, già capo della segreteria politica dell'ex
segretario Pier Luigi Bersani. I democratici si erano costituiti parte civile
sin dall'inizio del dibattimento, ma ieri i loro legali hanno disertato l'aula
facendo così decadere la possibilità di presentare la richiesta dei danni. Una
decisione che ha colto di sorpresa lo stesso Penati, contattato telefonicamente
dopo l'udienza. “L'avvocato Gianluca Luongo (legale dei Ds, ndr) fino a oggi
era sempre stato presente, non ero al corrente di questa loro volontà”. Luongo
ha poi spiegato di aver raggiunto la decisione con Ugo Sposetti, il legale
rappresentante dei Ds ed ex tesoriere. Il motivo? “Riteniamo che non ci siano
gli estremi per chiedere a Penati e ai suoi coimputati il risarcimento dei danni.
Se però ci sarà una pronuncia di responsabilità da parte del Tribunale di
Monza, valuteremo eventuali azioni in sede civile”. Rimangono invece le
richieste delle altre parti coinvolte. Ieri, infatti, dopo aver dato voce ai
rappresentanti legali della Provincia di Milano, del Comune di Sesto San
Giovanni e della società Serravalle – che hanno chiesto danni per oltre 31
milioni di euro – il presidente del Tribunale, Giuseppe Airò, si è rivolto a
Luongo scoprendo così che non era presente in aula. Sposetti, contattato
telefonicamente, non ha voluto commentare la decisione. Per Penati sono stati
chiesti quattro anni di carcere, due anni e sei mesi per Renato Sarno
(l'architetto ritenuto il gestore delle tangenti per l'ex sindaco di Sesto) e
per l'ex manager del gruppo Gavio, Bruno Binasco. Condanne minori per l'ex
segretario di Palazzo Isimbardi, Antonino Princiotta; per gli imprenditori
Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini. Il pm di Monza Franca Macchia ha invece
chiesto l'assoluzione per Giordano Vimercati, ex capo gabinetto di Penati e
fratello del parlamentare del Pd Luigi Vimercati. La posizione di Vimercati fa
spingere Penati a dirsi “estrema - mente fiducioso dell'esito del processo”.
“Io – ha spiegato – non ho mai commesso atti contrari ai miei doveri di ufficio
e i riscontri finora effettuati hanno confermato il mio buon operato, non a
caso per me e Giordano (Vimercati, ndr) era stato chiesto inizialmente
l'arresto ma siamo arrivati alla richiesta della sua assoluzione: sono
estremamente fiducioso”. Le accuse a suo carico, formulate ormai tre anni fa,
sono di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti. Il grande
accusatore di Penati era il costruttore Pasini che dichiarò ai pm di Monza di
essere stato vittima di soprusi da parte degli amministratori locali di Sesto
fin dal 2000. Nel corso della requisitoria in aula lo scorso 7 luglio il pm
avrebbe quantificato le tangenti in 3,5 milioni di euro. Poi ci sono i “soldi
” ricevuti dallo stesso Penati attraverso la sua fondazione Fare Metropoli.
Appena 50 mila euro su cui però la Guardia di Finanza ha individuato gli
estremi per far accusare l’ex presidente della Provincia dai magistrati di
finanziamento illecito ai partiti. La prossima udienza è stata fissata per il
15 novembre.
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