Domanda: Il TTIP obbligherà l'UE a modificare la sua legislazione in materia di organismi geneticamente modificati?
Risposta: No. Le norme
comunitarie fondamentali in materia di OGM non sono negoziabili. Non saranno
modificate dal TTIP.
Il questionario riportato dal sito del Parlamento Europeo per rincuorare
i cittadini sui pericoli del TTIP recitava così. Ebbene, oggi - senza paura di
smentita - possiamo affermare che il
suddetto questionario era un'accozzaglia di menzogne.
La Commissione Europea, infatti, quando vuole aggirare i regolamenti a
favore delle lobby sa muoversi molto bene. Il caso che potrebbe scoppiare
nelle tavole dei cittadini europei sugli OGM è un esempio emblematico.
Nella UE la coltivazione di OGM e la vendita di alimenti o mangimi che li
contengono sono soggetti a norme molte rigide a differenza di quanto non accada
nei Paesi che hanno puntato sugli OGM a partire dagli USA. Le differenze
normative sono diverse e riguardano il processo di valutazione per ricevere
l'autorizzazione al commercio, la garanzia di assenza di OGM nelle sementi
tradizionali fino all'etichettatura dei prodotti contenenti OGM. Dunque, con il
TTIP alle porte, i burocrati europei devono trovare soluzioni per cercare di
compiacere l'amministrazione USA che, su spinta delle potentissimi lobbies
agroalimentari, ha fatto degli OGM un baluardo da esportare ovunque.
La lettera pubblicata da "Friends of the
Earth Europe" svela i "magheggi" della
Commissione Europea per cercare di evitare i controlli di
sicurezza alimentare in caso d'importazione di prodotti contaminati da OGM.
L'oggetto della missiva consegna all'EFSA (Agenzia europea
per la Sicurezza Alimentare) il compito d'indagare su una "possibile deroga rispetto agli
attuali requisiti" necessari all'approvazione di alimenti
e mangimi con bassi livelli di OGM.
COSA DICEVANO LE
ISTITUZIONI?
La Commissione Europea aveva ripetutamente affermato che il TTIP non
influenzerà i controlli e gli elevati standard europei sugli alimenti. Questi
documenti vanno nella direzione esattamente opposta. Il famoso
accordo internazionale di libero scambio, infatti, potrebbe trasformarsi nel
cavallo di Troia delle multinazionali che vogliono speculare sul protetto
mercato europeo. Al momento, infatti, le importazioni di alimenti che
contengono tracce di organismi transgenici non autorizzati in UE sono
rigorosamente vietate: le regole ammettono al massimo una
presenza di OGM dello 0.9%, ma solo in caso di colture autorizzate nel
continente.
DUE INDIZI FANNO UNA PROVA
Se qualcuno avesse dubbi sulla strategia che la Commissione Europea
vorrebbe usare per avvelenare le tavole di milioni di cittadini europei,
esistono delle mail (pubblicate lo scorso luglio sul sito del "Corporate Europe Observatory") che descrivono un incontro fra le lobby
dell'industria biotech e numerosi pezzi grossi europei. In
sintesi, le associazioni di sementi ASTA (americana) ed ESA(europea), trainate dalle ben note Monsanto, Syngenta, Bayer, BASF,
Limagrain e Du Pont/Pioneer, stanno spingendo per ottenere che i prodotti
transgenici cosiddetti di "prossima generazione" sfuggano
alla legislazione europea e vengano perciò autorizzati senza alcuna
etichettatura. Qualche giorno dopo il meeting, i delegati
europei hanno inviato una mail ai colleghi della DG SANCO (ovvero il ramo
della Commissione Europea dedicato) con le richieste delle aziende: "Le associazioni dei semi si
concentrano su tre temi prioritari per il TTIP: aspetti fitosanitari e ruolo
che il gruppo di lavoro bilaterale può svolgere in questo senso, nuove tecniche
di allevamento delle piante (non vedono specifiche esigenze di
regolamentazione) e presenza di OGM nelle sementi convenzionali".
IL CETA COME PRELUDIO AL
TTIP?
L'accordo commerciale UE-Canada (CETA) appena concluso e in attesa di
ratifica del Parlamento Europeo è il testo su cui la Commissione si sta basando
per i negoziati sul TTIP. Il testo del CETA propone di "cooperare a
livello internazionale su questioni relative alle biotecnologie come la
presenza a basso livello di organismi geneticamente modificati". Ma per
quanto il livello di contaminazione possa essere basso, la
presenza di semi transgenici significa che, nel giro di poche stagioni, non
sarà più possibile distinguere le piante transgeniche da quelle tradizionali rendendo vane tutte le altre misure in
atto per prevenire la contaminazione con OGM.
GRECIA E LETTONIA HANNO
GIA' DETTO NO
Avvalendosi della clausola di "opting-out", la Grecia e la
Lettonia si sono già opposte alla coltivazione di OGM sul suolo nazionale.
Recentemente, infatti, la Direttiva sugli OGM è stata rivista per concedere la
possibilità di vietare unilateralmente la messa in campo di OGM a prescindere
dal permesso rilasciato a livello. A livello europeo sorprende che
l'Italia non si sia ancora mossa a tutela delle sue tipicità,
note in tutto il mondo. Aspetteremo con ansia le prossime mosse del governo dei
proclami. Aspetteremo con ansia le prossime mosse del Governo Renzi, sperando
che almeno su un tema così delicato - che tocca la salute di generazioni di
europei - non si facciano solo proclami.
L'AZIONE DEL MOVIMENTO 5
STELLE
Intanto, i portavoce in Europa del M5S stanno portando avanti la
battaglia anti-OGM (e anti-TTIP) in tutte le sedi possibili. La
clausola "opting-out" verrà discussa anche a livello nazionale
tramite il lavoro dei portavoce di Camera e Senato, partendo dal territorio e
quindi dai Comuni, coinvolgendo tutta la base del Movimento 5 Stelle.
Noi non ci arrenderemo mai e non abbasseremo la guardia. Il cittadino tornerà
al centro di questa Europa.
Ascolta la denuncia della portavoce Eleonora Evi:
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