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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

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giovedì 1 ottobre 2015

Renzi taglia altri 2 miliardi alla Sanità: “Fondi insufficienti”

Il premier alla Camera si rimangia le cifre scritte nel Def
solo il 18 settembre.
Le Regioni: “Vuole che aumentiamo i ticket”



Matteo Renzi ieri ha detto ufficialmente - in mezzo ad alcune menzogne - che taglierà altri due miliardi alla spesa sanitaria dopo i 2,3 scippati a luglio. Chiunque in questi anni abbia avuto a che fare col Sistema sanitario nazionale (SSN) sa cosa hanno significato i tagli continui dal 2009: più liste d’attesa, più ticket, meno servizi, meno medicinali. Da ieri è chiaro che questo governo intende continuare nella distruzione della sanità pubblica. La prima menzogna: “Nessuna scure” Ieri, alla Camera, il presidente del Consiglio ha detto questo: “Le risorse del Fondo sanitario nazionale nel 2013 erano 106 miliardi, quest’anno 110 e il prossimo anno 111. Sia chiaro che sulla sanità questo Paese non sta tagliando”. C’è un problema: questi numeri sono falsi. Che lo siano non lo dice Il Fatto Quotidiano, ma lo stesso Renzi nel Bilancio dello Stato che firma assieme al ministro Padoan: il SSN veniva finanziato con 109,3 miliardi nel 2013 (non 106) e con 110 miliardi e dispari nel 2014. Nessun aumento, ma un taglio se si tiene conto dell’aumento dei prezzi e di questa noterella tecnica: “La spending review non tiene conto dell’incremento, stimato attorno al 2% annuo e considerato inevitabile nei sistemi sanitari, determinato dall’introduzione di nuove tecnologie e dall’invecchiamento della popolazione”. Lo ha scritto la Camera dei deputati nelle conclusioni di un’indagine conoscitiva approvata l’anno scorso. Tradotto: visto che nel 2009 spendevamo 109,4 miliardi, in sei anni la sanità ha visto i suoi fondi ridursi di 13 miliardi (oltre 2 miliardi l’anno). Bizzarra anche un’altra “imprecisione” del premier: “La sanità è l’unico comparto in cui dal 2002 c’è stato un aumento del 40%”. Sempre il Bilancio dello Stato dice che la spesa sanitaria nel 2002 era di 79 miliardi di euro: l’aumento, dunque, al 2014 è del 28,2% (quasi nullo scontando pure l’inflazione). La seconda menzogna: “Nel 2016 più soldi...” Nel 2016, dice Renzi, il Servizio sanitario nazionale sarà finanziato con 111 miliardi di euro, cioè poco più di quest’anno. Un taglio in termini reali (il solito aumento dei prezzi) e, soprattutto, rispetto agli impegni presi dal governo due settimane fa. Riepilogo: nel Patto per la salute con le regioni inizialmente la spesa sanitaria era quantificata in 113 miliardi quest’anno e in 115 il prossimo; a luglio, poi, Matteo s’è mangiato 2,3 miliardi, che si traducono nelle 208 prestazioni che il governo si appresta a tagliare. La Nota di aggiornamento al Def del 18 settembre recita dunque: 111,2 miliardi nel 2015 e 113,3 miliardi nel 2016. Ieri, invece, il premier ha svelato che l’anno prossimo ci saranno solo 111 miliardi, due in meno. Persino il renziano Sergio Chiamparino, governatore del Piemonte, l’ha presa male: “Il Fondo così non è sufficiente, anche perché stiamo rinnovando i contratti dei medici e del personale sanitario” (bloccati dai sei anni). Massimo Garavaglia, assessore in Lombardia e portavoce dei suoi colleghi: “Questo taglio comporta il rischio di aumento dei ticket e delle liste di attesa. Notiamo il silenzio totale del ministro Lorenzin, che si vede scippare due miliardi che servono a curare i cittadini. Ricordo che se avessimo un livello di finanziamento sul Pil pari a Francia e Germania, il Fondo del SSN dovrebbe aumentare di 30-35 miliardi”. La spesa sanitaria pubblica in Italia, infatti, è inferiore alla media Ocse. Sapete quale aumenta? Quella privata, cioè gli oltre 30 miliardi anno che i cittadini pagano di tasca propria per curarsi.

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