Il premier alla Camera si rimangia le cifre scritte nel Def
solo il 18 settembre.
Le Regioni: “Vuole che aumentiamo i ticket”
Matteo Renzi ieri ha detto ufficialmente - in mezzo ad
alcune menzogne - che taglierà altri due miliardi alla spesa sanitaria dopo i
2,3 scippati a luglio. Chiunque in questi anni abbia avuto a che fare col
Sistema sanitario nazionale (SSN) sa cosa hanno significato i tagli continui
dal 2009: più liste d’attesa, più ticket, meno servizi, meno medicinali. Da
ieri è chiaro che questo governo intende continuare nella distruzione della
sanità pubblica. La prima menzogna: “Nessuna scure” Ieri, alla Camera, il presidente
del Consiglio ha detto questo: “Le risorse del Fondo sanitario nazionale nel
2013 erano 106 miliardi, quest’anno 110 e il prossimo anno 111. Sia chiaro che
sulla sanità questo Paese non sta tagliando”. C’è un problema: questi numeri
sono falsi. Che lo siano non lo dice Il Fatto Quotidiano, ma lo stesso Renzi
nel Bilancio dello Stato che firma assieme al ministro Padoan: il SSN veniva
finanziato con 109,3 miliardi nel 2013 (non 106) e con 110 miliardi e dispari
nel 2014. Nessun aumento, ma un taglio se si tiene conto dell’aumento dei
prezzi e di questa noterella tecnica: “La spending review non tiene conto
dell’incremento, stimato attorno al 2% annuo e considerato inevitabile nei
sistemi sanitari, determinato dall’introduzione di nuove tecnologie e dall’invecchiamento
della popolazione”. Lo ha scritto la Camera dei deputati nelle conclusioni di
un’indagine conoscitiva approvata l’anno scorso. Tradotto: visto che nel 2009
spendevamo 109,4 miliardi, in sei anni la sanità ha visto i suoi fondi ridursi
di 13 miliardi (oltre 2 miliardi l’anno). Bizzarra anche un’altra
“imprecisione” del premier: “La sanità è l’unico comparto in cui dal 2002 c’è
stato un aumento del 40%”. Sempre il Bilancio dello Stato dice che la spesa
sanitaria nel 2002 era di 79 miliardi di euro: l’aumento, dunque, al 2014 è del
28,2% (quasi nullo scontando pure l’inflazione). La seconda menzogna: “Nel 2016
più soldi...” Nel 2016, dice Renzi, il Servizio sanitario nazionale sarà
finanziato con 111 miliardi di euro, cioè poco più di quest’anno. Un taglio in
termini reali (il solito aumento dei prezzi) e, soprattutto, rispetto agli
impegni presi dal governo due settimane fa. Riepilogo: nel Patto per la salute
con le regioni inizialmente la spesa sanitaria era quantificata in 113 miliardi
quest’anno e in 115 il prossimo; a luglio, poi, Matteo s’è mangiato 2,3
miliardi, che si traducono nelle 208 prestazioni che il governo si appresta a
tagliare. La Nota di aggiornamento al Def del 18 settembre recita dunque: 111,2
miliardi nel 2015 e 113,3 miliardi nel 2016. Ieri, invece, il premier ha
svelato che l’anno prossimo ci saranno solo 111 miliardi, due in meno. Persino
il renziano Sergio Chiamparino, governatore del Piemonte, l’ha presa male: “Il
Fondo così non è sufficiente, anche perché stiamo rinnovando i contratti dei
medici e del personale sanitario” (bloccati dai sei anni). Massimo Garavaglia,
assessore in Lombardia e portavoce dei suoi colleghi: “Questo taglio comporta
il rischio di aumento dei ticket e delle liste di attesa. Notiamo il silenzio
totale del ministro Lorenzin, che si vede scippare due miliardi che servono a
curare i cittadini. Ricordo che se avessimo un livello di finanziamento sul Pil
pari a Francia e Germania, il Fondo del SSN dovrebbe aumentare di 30-35
miliardi”. La spesa sanitaria pubblica in Italia, infatti, è inferiore alla
media Ocse. Sapete quale aumenta? Quella privata, cioè gli oltre 30 miliardi
anno che i cittadini pagano di tasca propria per curarsi.
Nessun commento:
Posta un commento