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venerdì 16 ottobre 2015

SFORTUNE - L’asta era benefica, ma le conseguenze assai nefaste

Il Papa, Le Iene e la papalina maledetta



Dimenticate la bambola de L’evocazione, la scatola di The possession, il telefono di The ring, perché in tema di oggetti maledetti, ce n’è uno all’apparenza mansueto che invece si porta dietro una scia di sfiga e sciagure che neppure Forte forte forte della Carrà. Sto parlando del copricapo più discusso del pianeta dopo il parrucchino di Sandro Mayer: la papalina. E non una delle tante che il Santo padre possiede nel suo portapapaline (probabilmente uno scolapiatti in versione mignon), ma quella che un anno fa l’ ex inviato de Le iene Damiano, ottenne dal papa in cambio della propria. Il fine era quello di metterla all’asta e di devolvere il ricavato a suor Maria e a Soleterre Onlus. Tutti felici, Le iene mandarono in onda le immagini dei bambini congolesi sorridenti, suor Maria inamidò il velo e partì l’asta su ebay. Se la aggiudicò un misterioso benefattore alla notevole cifra di 89 mila euro. L a faccenda ebbe un notevole rilievo mediatico in tutto il mondo e per Le Iene fu un colpaccio, per cui uno a questo punto si immagina che l’inviato Damiano all’epoca abbia avuto il suo momento di gloria e invece accade un fatto imprevisto: Damiano viene licenziato. Il motivo è fumoso, ma probabilmente ha a che fare col primo colpo di scena di cui nessuno sa e che neppure Le iene hanno mai rivelato: Damiano è il figlio (poi adottato) di due ex corrieri di una nota associazione criminale (il papà fu assassinato). In pratica, il papa ha scambiato la sua papalina con quella del figlio di due ex componenti della banda della Magliana, che voglio dire, il povero Damiano è sicuramente un bravo ragazzo, ma forse se il Santo Padre lo avesse saputo prima, si sarebbe limitato a una pacca sulla spalla. Se già vi siete convinti che ’sta papalina porti un po’sfiga, sappiate che il meglio deve ancora venire. Dopo l’asta e il licenziamento Le Iene mandano comunque Damiano a conoscere il vincitore del l’asta. Il ragazzo si presenta a Napoli nel luogo concordato e si ritrova non il signore ma un suo incaricato poco raccomandabile che gli lascia intuire un problemino. Le Iene racconteranno che il problemino è che il tizio si tira indietro, ma la verità è che il tizio era lì per conto di un presunto boss della camorra, tanto che alla fine Damiano si rifiuterà di mostrargli la papalina e la notte dormirà con l’autore in una casa anziché nel suo hotel per paura che il vincitore d e ll ’asta possa andare a battergli il martello sulla schiena. A quel punto eBay contatta gli altri offerenti. Molti si tirano indietro forse avvisati del fatto che la papalina porta più sfiga del Cuore dell’Oceano in Titanic, finché un tizio di Torino che ha offerto 50 mila euro si dice disposto a onorare l’impegno. Il povero Damiano sale in macchina con l’autore e il cameraman per conoscere il benefattore, ma non fa neppure in tempo ad arrivare al casello che riceve la telefonata dell’avvocato dell’uomo. L’avvocato farfuglia qualcosa del tipo: “Fate pure retromarcia tanto il mio cliente verrà arrestato”. Se questo fosse un horror probabilmente ora cambierebbe l’inquadratura e ci sarebbe un primo piano della papalina nel bagagliaio che comincia a levitare o che emana una luce rossastra o che prende fuoco. Le cose sarebbero andate così: il benefattore aveva ereditato una palazzina e una cospicua somma in denaro da un uomo che si era suicidato a quanto pare non troppo volontariamente, visto che il benefattore stava per essere processato per istigazione al suicidio. Morale: il benefattore-istigatore aveva provato a investire una parte della somma ereditata in beneficenza per imbonire il giudice, ma a quanto pare l’avvocato non era così ottimista. È così che Damiano fa inversione sulla Milano-Torino mentre la papalina nel bagagliaio ghigna beffarda. A questo punto Damiano viene escluso da Le Iene anche perché immagino che Davide Parenti cominci a pensare che se non si leva ’sta papalina dalle le balle prima o poi Matteo Viviani comincerà a ruotare la testa a 180 gradi. Damiano scopre che dalle parti del Vaticano non sono entusiasti di quello che sta accadendo e allora decide di metterla al sicuro, anche perché gli spiegano che è un oggetto sacro e un domani potrebbe essere una reliquia, non è che nel frattempo se la può mettere per travestirsi a Carnevale. La papalina finisce quindi al sicuro, in un caveau in banca. Poi Damiano ha un’illuminazione: la propone a Charity Stars, il sito di aste benefiche, che accetta entusiasta. Il 4 ottobre 2015 la papalina appare in home. “Aggiudicati lo zucchetto indossato da Papa Francesco!”. Roba che neanche Iva Zanicchi quando vendeva il Grundig 16 pollici a Ok il prezzo è giusto. Base d’asta: 1000 euro. Dopo neanche una giornata online però la papalina sparisce dal sito e qui l’ennesimo mistero. Pare che il presidente di Charity Stars, prima di rimetterla online, voglia assicurarsi che qualcuno se la compri. Qualcuno che possibilmente non sia il capo dei narcos colombiani. Pare che abbia anche provato a proporla a dei partner americani per venderla a un acquirente facoltoso ma che quelli giustamente abbiano risposto “piuttosto che mettere sul sito quella papalina ci mettiamo un vampiro negromante in ufficio”. Ed è così che la papalina continua a giacere ghignante nei sotterranei di una banca. Naturalmente, viste le energie ormai notoriamente benefiche dell’oggetto, la banca, manco a dirlo, sarà Unicredit.

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