Il Papa, Le Iene e la papalina maledetta
Dimenticate la bambola de L’evocazione, la scatola di The
possession, il telefono di The ring, perché in tema di oggetti maledetti, ce
n’è uno all’apparenza mansueto che invece si porta dietro una scia di sfiga e
sciagure che neppure Forte forte forte della Carrà. Sto parlando del copricapo
più discusso del pianeta dopo il parrucchino di Sandro Mayer: la papalina. E
non una delle tante che il Santo padre possiede nel suo portapapaline
(probabilmente uno scolapiatti in versione mignon), ma quella che un anno fa l’
ex inviato de Le iene Damiano, ottenne dal papa in cambio della propria. Il
fine era quello di metterla all’asta e di devolvere il ricavato a suor Maria e
a Soleterre Onlus. Tutti felici, Le iene mandarono in onda le immagini dei
bambini congolesi sorridenti, suor Maria inamidò il velo e partì l’asta su
ebay. Se la aggiudicò un misterioso benefattore alla notevole cifra di 89 mila
euro. L a faccenda ebbe un notevole rilievo mediatico in tutto il mondo e per
Le Iene fu un colpaccio, per cui uno a questo punto si immagina che l’inviato
Damiano all’epoca abbia avuto il suo momento di gloria e invece accade un fatto
imprevisto: Damiano viene licenziato. Il motivo è fumoso, ma probabilmente ha a
che fare col primo colpo di scena di cui nessuno sa e che neppure Le iene hanno
mai rivelato: Damiano è il figlio (poi adottato) di due ex corrieri di una nota
associazione criminale (il papà fu assassinato). In pratica, il papa ha
scambiato la sua papalina con quella del figlio di due ex componenti della
banda della Magliana, che voglio dire, il povero Damiano è sicuramente un bravo
ragazzo, ma forse se il Santo Padre lo avesse saputo prima, si sarebbe limitato
a una pacca sulla spalla. Se già vi siete convinti che ’sta papalina porti un
po’sfiga, sappiate che il meglio deve ancora venire. Dopo l’asta e il licenziamento
Le Iene mandano comunque Damiano a conoscere il vincitore del l’asta. Il
ragazzo si presenta a Napoli nel luogo concordato e si ritrova non il signore
ma un suo incaricato poco raccomandabile che gli lascia intuire un problemino.
Le Iene racconteranno che il problemino è che il tizio si tira indietro, ma la verità
è che il tizio era lì per conto di un presunto boss della camorra, tanto che
alla fine Damiano si rifiuterà di mostrargli la papalina e la notte dormirà con
l’autore in una casa anziché nel suo hotel per paura che il vincitore d e ll
’asta possa andare a battergli il martello sulla schiena. A quel punto eBay
contatta gli altri offerenti. Molti si tirano indietro forse avvisati del fatto
che la papalina porta più sfiga del Cuore dell’Oceano in Titanic, finché un
tizio di Torino che ha offerto 50 mila euro si dice disposto a onorare
l’impegno. Il povero Damiano sale in macchina con l’autore e il cameraman per
conoscere il benefattore, ma non fa neppure in tempo ad arrivare al casello che
riceve la telefonata dell’avvocato dell’uomo. L’avvocato farfuglia qualcosa del
tipo: “Fate pure retromarcia tanto il mio cliente verrà arrestato”. Se questo
fosse un horror probabilmente ora cambierebbe l’inquadratura e ci sarebbe un
primo piano della papalina nel bagagliaio che comincia a levitare o che emana
una luce rossastra o che prende fuoco. Le cose sarebbero andate così: il
benefattore aveva ereditato una palazzina e una cospicua somma in denaro da un
uomo che si era suicidato a quanto pare non troppo volontariamente, visto che
il benefattore stava per essere processato per istigazione al suicidio. Morale:
il benefattore-istigatore aveva provato a investire una parte della somma
ereditata in beneficenza per imbonire il giudice, ma a quanto pare l’avvocato
non era così ottimista. È così che Damiano fa inversione sulla Milano-Torino
mentre la papalina nel bagagliaio ghigna beffarda. A questo punto Damiano viene
escluso da Le Iene anche perché immagino che Davide Parenti cominci a pensare
che se non si leva ’sta papalina dalle le balle prima o poi Matteo Viviani
comincerà a ruotare la testa a 180 gradi. Damiano scopre che dalle parti del
Vaticano non sono entusiasti di quello che sta accadendo e allora decide di
metterla al sicuro, anche perché gli spiegano che è un oggetto sacro e un
domani potrebbe essere una reliquia, non è che nel frattempo se la può mettere
per travestirsi a Carnevale. La papalina finisce quindi al sicuro, in un caveau
in banca. Poi Damiano ha un’illuminazione: la propone a Charity Stars, il sito
di aste benefiche, che accetta entusiasta. Il 4 ottobre 2015 la papalina appare
in home. “Aggiudicati lo zucchetto indossato da Papa Francesco!”. Roba che
neanche Iva Zanicchi quando vendeva il Grundig 16 pollici a Ok il prezzo è
giusto. Base d’asta: 1000 euro. Dopo neanche una giornata online però la
papalina sparisce dal sito e qui l’ennesimo mistero. Pare che il presidente di
Charity Stars, prima di rimetterla online, voglia assicurarsi che qualcuno se
la compri. Qualcuno che possibilmente non sia il capo dei narcos colombiani.
Pare che abbia anche provato a proporla a dei partner americani per venderla a
un acquirente facoltoso ma che quelli giustamente abbiano risposto “piuttosto
che mettere sul sito quella papalina ci mettiamo un vampiro negromante in
ufficio”. Ed è così che la papalina continua a giacere ghignante nei
sotterranei di una banca. Naturalmente, viste le energie ormai notoriamente
benefiche dell’oggetto, la banca, manco a dirlo, sarà Unicredit.
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