VIDEO 5 GIORNI A 5 STELLE

DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

martedì 19 gennaio 2016

CLAMOROSO! BELPIETRO: “LA POLEMICA SU QUARTO È UNA MANOVRA DEL PD PER COPRIRE LO SCANDALO ETRURIA"

Maurizio Belpietro - Libero Quotidiano
Credo che fino a poco più di una settimana fa, il 99 per cento degli italiani non sapesse neppure che Quarto è un comune italiano e ignorasse totalmente il nome della sindachessa che da sei mesi si è insediata in municipio. Ma passata la Befana, Quarto, paese di circa 40 mila abitanti alle porte di Napoli, è diventato l' ombelico del mondo, tanto che se ne parla nei talk show e - udite udite - il presidente del Consiglio viene interpellato nelle genuflesse interviste tv acciocché esprima il proprio parere.
Già ieri abbiamo cercato di fare un po' di luce sulla vicenda. La storia riguarda Rosa Capuozzo, una signora balzata all'onore delle cronache nazionali solo perché ha il torto di essere stata eletta nelle liste del Movimento Cinque Stelle. La sindachessa pare abiti in una casa edificata senza tutti i crismi della legalità e dunque soggetta - l'abitazione - all' accusa d'essere frutto di abuso edilizio. Lei - la sindachessa - nell'abuso non c'entra, perché il manufatto è stato realizzato anni fa dal suocero. E se le colpe dei padri non devono ricadere sui figli - Boschi docet - figuratevi se possono ricadere sulle nuore quelle dei suoceri.
Ma tant'è: appena eletta Rosa Capuozzo, che non conosco e non so se sia una brava amministratrice oppure no, è finita nel mirino di molti: dell'opposizione (Pd) e della magistratura. La prima l'ha accusata proprio del presunto abuso domestico: fino a prima nessuno se n'era lamentato, anche perché l'unica violazione era la variazione di destinazione d'uso - da industriale a residenziale - che, in una regione dove le case sono tirate su dalla sera alla mattina senza lo straccio di una concessione edilizia, a me pare un peccato veniale.
La seconda invece l'ha messa sotto torchio perché un consigliere comunale della sua stessa lista l'avrebbe minacciata di rivelare l'abuso edilizio del suocero e - si presume - di levarle il tetto familiare. Risultato, senza aver torto nel presunto abuso ed essendo vittima di una presunta estorsione, la Capuozzo è finita sulla graticola e il Movimento Cinque Stelle anche.
Come ho più volte spiegato, non condivido quasi nulla delle ricette grilline. Ma se non mi piace il salario di cittadinanza - vero strumento assistenziale che più dell'occupazione favorirebbe la disoccupazione - ancor meno mi piacciono le porcate di qualcuno che, pur avendo le mani in pasta, vorrebbe farci credere di averle pulite.
Il nostro Franco Bechis ha ricostruito con cura la vicenda che vede coinvolta la sindaca di Quarto, scoprendo che non solo la storia del presunto abuso era nota e stranota, ma che il Pd l'aveva già sfruttata per fare la guerra alla sindaca. Tutto ciò prima che il consigliere comunale si rivolgesse alla signora cercando di ottenere favori in cambio di un presunto silenzio. Ma se i fatti oggetto del ricatto politico erano conosciuti da tutti - Pd compreso - che ricatto è? Ma soprattutto, se la faccenda era già finita sui giornali e addirittura in tv, che cosa avrebbe dovuto denunciare e non ha fatto la signora Capuozzo? Mistero.
Doveva andare dai magistrati a dire: guardate, dopo il Pd anche uno del mio partito minaccia di sfruttare una storia che è già finita sui giornali? E che estorsione è? Lei era vittima di pressioni da parte del Pd - che era la prima scelta dei boss della camorra, come si evince dall'inchiesta - e siccome un consigliere grillino forse è stato votato dai clan e le ha fatto strani discorsi sulla concessione edilizia di casa, la colpa ricade sulla Capuozzo?
Premesso che Quarto non è Roma e neanche Milano o Napoli e che la sindachessa fino all'altro ieri era una illustre sconosciuta o quasi, la faccenda sembra un gran trappolone messo in atto contro i Cinque Stelle, i quali non ci sono caduti con una gamba, ma con tutte e due.
Invece di mandare a quel paese il Pd, invitandolo a occuparsi degli affari suoi e degli 84 amministratori locali finiti indagati o a processo, i grillini si sono fatti coinvolgere in una specie di psicodramma, manco fossero colpevoli di chissà quale reato.
In tutta la faccenda, le sole cose che balzano all'occhio sono due: la prima è che in un medio comune campano qualcuno vicino ai clan ha provato a infilarsi nell'organizzazione per trarne profitto (ci sarebbe stato da stupirsi se fosse stato il contrario: ovvio che la malavita in affari con la politica ci prova con tutti i politici, poi bisogna vedere se questi ci stanno); la seconda è che dopo settimane di pena in cui il Pd, per nascondere la storia dell'Etruria, non sapeva più a che santo votarsi, alla fine con la storia di Quarto è riuscito a spostare l'attenzione da Maria Elena a Rosa. Bel colpo. Complimenti.
Solo che per la vicenda della Banca popolare di casa Boschi qualche centinaia, se non migliaia, di persone sono finite sul lastrico, nel caso di Quarto l'unica che rischia di perdere la casa è la stessa Capuozzo. E pur tuttavia le tre scimmiette di Grillo - Di Maio, Di Battista e Fico - sono state costrette a giustificarsi in tv. Facevano più pena loro di Santa Maria Elena in Parlamento che parlava del papà.
Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”

Nessun commento:

Posta un commento