Milano - Teatro pieno per il leader M5s che sogna di tornare
a fare il comico
Io non ci pensavo a diventare leader, ho sempre odiato i
leader. Come ci sono riuscito a fare il primo Movimento d’Italia?
Scherzavo...”. Milano, teatro Ciak tutto esaurito: di fronte a 2800 spettatori
Beppe Grillo mette in scena la sua terapia d’artista in pubblico. Sul palco va
in scena Grillo vs Grillo, storia con tormenti del fondatore del Movimento
Cinque Stelle che ora vuole tornare a essere un comico, e basta (o quasi). “Ho
fatto un passo di fianco” aveva spiegato giorni fa in un’intervista al Corriere
della Sera, in cui aveva presentato lo spettacolo come “una terapia agli
spettatori, invece di pagare un analista ho pensato di far pagare loro”. E
allora eccoli, quelli che pagano. Code gli ingressi, la polizia controlla con i
metal detector. Nelle primissime file ci sono il co-fondatore Gianroberto
Casaleggio e Luigi Di Maio con fidanzata.
Il deputato assicura: “Sul fatto che Grillo si stia
defilando non penso, il futuro è un movimento che ha come garante lui ma che
continua a camminare sempre più sulle proprie gambe”. Saluti, selfiee abbracci
dai militanti dei 5Stelle, ma in sala non si vedono simboli del M5s. Si
dovrebbe partire alle 21, però Grillo si concede un buon ritardo. Poi appare,
in camicia bianca con maniche arrotolate. E inizia la terapia: “Voglio tornare
ad analizzare la realtà come prima, non ci pensavo a diventare un leader”.
Confessa: “È una questione di libertà, sono stato anni con questo sdoppiamento
di personalità, questo dualismo che ho dentro. Prevaleva prima il comico poi il
politico, ma è complicato perché il comico ha il compito di non creare
certezze, mentre il politico deve essere perfetto”. La politica, dritta, arriva
presto. Si scherza (ma non troppo): “Abbiamo mille parlamentari, ne abbiamo
cacciati pochi, siamo rimasti... in due”. Ma c’è anche tanta celebrazione:
“Italiani siete proiettati nel futuro, il nostro movimento sembrava utopia e
invece oggi ci sono 1.700 meet-up e 1.600 eletti . .. ”. Rivendica la paternità
della sua creatura, il comico. Reattivo: “Tu in platea non sei attento, sei del
Pd!”. Canta, con note contro la Chiesa e la borghesia. Poi appaiono gli
ologrammi, cardine di uno spettacolo giocato sul tema del doppio. I Grillo
diventano due, l’artista dialoga con un altro se stesso in giacca e cravatta,
poi con l’ologramma di Casaleggio. Ma il filo è sempre una celebrazione
scherzosa: “L’altro giorno uno mi ha detto: ‘Sono un attivista non
simpatizzante. Condivido il programma ma tu mi stai sui coglioni”. Si ride. Con
il Grillo più o meno liberato.
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